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Gli USA impediscono l’accesso

 

a Cuba a SorceForge

 

 

1 febbraio 2010 - Carlos Martínez www.granma.cu (Rebelión )

 

 

SourceForge è un software e una pagina web che controlla e gestisce molti progetti di software libero e che agisce come un deposito di codici fonti.

 

Il Governo di Obama ha ottenuto che gli internauti dei paesi che si trovano sulla lista denominata “Foreign Assets Control sanction list” tra i quali Cuba, Iran, Corea del Nord, Siria e Sudan non possano accedere a tale pagina, non potendo così scaricare i programmi che essa contiene, né continuare a sviluppare il software che si trova lì depositato.

 

A partire dal 2008 si è permesso ai cittadini dei paesi citati di entrare nella pagina web, ma non di sviluppare il codice fonte dei programmi contenuti in SoureForge.

 

Adesso, quando gli internauti pregiudicati cercano di accedere all’indirizzo, appare un messaggio di proibizione assoluta di accesso.

 

Oltre al pregiudizio diretto ai cittadini di quei paesi, esiste un danno collaterale: a partire da questo momento non si può più affermare che il software sviluppato in SourceForge sia libero.

 

L’Open Source Initiative (OSI) stabilisce all’articolo 5 che “La licenza non deve discriminare nessuna persona o gruppo di persone”, e al 6 che “La licenza non deve restringere l’uso del programma in un campo specifico dell’attività. Per esempio, non può proibire che si utilizzi nel commercio, o per la ricerca genetica”.

 

Il Governo cubano, che ha recentemente permesso i voli statunitensi per l’evacuazione dei feriti del terremoto di Haiti, vede così ricambiato il suo gesto di solidarietà.

 

A partire da questo momento, i cittadini cubani non saranno trattati come presunti terroristi solo negli aeroporti degli Stati Uniti, ma anche nel web.

 

Speriamo che quelli che denunciano la mancanza di libertà nell’internet cubano, protestino altrettanto di fronte al Governo di Obama per questa nuova misura che impedisce ai cubani di accedere ad una rete senza restrizioni, ennesima sanzione che si aggiunge alla limitazione dell’uso della banda larga per tutta l’isola voluta dagli Stati Uniti che non permettono a Cuba di connettersi ad Internet attraverso il cavo.