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Cuba a favore dell’eliminazione totale delle armi nucleari entro il 2025 |
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6 maggio 2010 - www.granma.cu
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Cuba ha proposto in seno alle Nazioni Unite un Piano d’Azione con un calendario concreto per la riduzione graduale delle armi nucleari, fino alla loro totale eliminazione non oltre il 2025.
La proposta è stata presentata dal rappresentante permanente di Cuba nell’ONU, Pedro Núñez Mosquera, che ha parlato nell’ambito della Conferenza di Esame del Trattato di non Proliferazione di Armi Nucleari (TNP).
Il diplomatico ha assicurato che per il suo paese il disarmo nucleare è un tema di altissima priorità, lamentando il fatto che gli Stati possessori di tali ordigni vadano molto lentamente verso l’eliminazione dei propri arsenali.
Cuba ribadisce che la miglior maniera di combattere il terrorismo nucleare passa attraverso l’eliminazione di tutti gli arsenali, senza ulteriori dilazioni o indugi, che risultano ormai inaccettabili, ha spiegato Núñez Mosquera in seduta plenaria.
Ha anche reclamato lo stabilimento di una Zona Libera da Armi Nucleari nel Medio Oriente e ha spiegato che, per raggiungere questa meta, Israele deve entrare nel TNP, sottomettere le sue installazioni nucleari ai controlli dell’OIEA e realizzare le sue attività nucleari conformemente al vincolo di non proliferazione.
In questo senso, i cinque paesi con diritto di veto in Consiglio di Sicurezza dell’ONU hanno appoggiato la proposta di creare una zona libera da armi atomiche in Medio Oriente.
La Cina, la Russia, la Francia, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno manifestato in una nota di essere disposti a dare seguito alla risoluzione del TNP del 1995 sul Medio Oriente, che prevede la zona “libera da armi nucleari” e da “distruzione di massa”.
L’appoggio dei paesi con potere di veto si è prodotto quando il rappresentante permanente d’Egitto nelle Nazioni Unite, Maged Abdelaziz, ha richiesto “negoziati sinceri” per stabilire un’area denuclearizzata. |
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Cuba denuncia la disinformazione delle trans- nazionali |
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9 aprile 2010 - www.granma.cu (pl)
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Cuba ha denunciato nella sede dell’UNESCO il ruolo delle transnazionali della disinformazione “per il loro divorzio con la realtà del mondo in sviluppo, e la promozione del pensiero unico ed uniformato”.
Parlando durante il 184º Consiglio Esecutivo dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO), il delegato cubano ha definito “spoetizzante” il panorama del settore delle comunicazioni e l'informazione.
Juan Antonio Fernández, presidente della Commissione Nazionale Cubana presso l’UNESCO, ha denunciato i meccanismi che hanno permesso il culto del mercato “che nelle sue relazioni parla di libertà e pluralismo, ma censura il software libero” e confina la necessaria ricerca di un nuovo ordine comunicativo ed informativo, con un giornalismo etico e responsabile, che coltivi l'intelligenza ed informi i paesi dei gravi pericoli che corre l'umanità.
In un'altro momento del suo discorso, Fernández ha fatto riferimento alla crisi strutturale che colpisce e mette in pericolo la sopravvivenza stessa della specie umana.
“Questa è la crisi del modello dominante, del capitalismo neoliberista, che impone il suo modello consumistico e dilapidatore, nemico del pianeta e della sua biodiversità, che fa pagare agli eterni emarginati gli effetti devastatori della sua insaziabile voracità”, ha sottolineato.
“L’UNESCO soffre per una crisi d’identità” ha detto, anche se contemporaneamente ha applaudito l'elezione della bulgara Irina Bokova, come nuova direttrice generale, come motivo di “impulso e di speranza”.
Il diplomatico ha definito uno strepitoso fallimento il settore dell'Educazione globale, ricordando i quasi 800 milioni di analfabeta nel mondo, dei quali due terzi sono donne.
“Cuba, povera e bloccata, con il suo metodo di alfabetizzazione “Io sì che posso”, è riuscita in un decennio a fare molto più dell'Unesco, con un costo minore, alfabetizzando circa quattro milioni di persone in 28 paesi dell'America Latina, i Caraibi, l’Africa e l’Oceania”, ha ricordato.
Parlando di Haiti, ha applaudito l'azione opportuna e decisa del titolare dell'agenzia dell'ONU a beneficio del recupero e della cooperazione con la nazione caraibica, duramente colpita da un forte terremoto il 12 gennaio.
Fernández ha lodato la determinazione della Bokova per dare una nuova posizione all'UNESCO: “Lì dove potrebbe avere un valore aggiunto: la protezione del patrimonio culturale e l'educazione per lo sviluppo”.
“È enorme il debito col Haiti dove 200 anni fa, 400000 negri africani, resi schiavi dai colonialisti europei, si ribellarono contro 30000 coloni bianchi e realizzarono la prima grande rivoluzione sociale del continente americano”, ha detto il diplomatico di Cuba, nazione che ha messo a fuoco la sua cooperazione nella cornice del Programma di Ricostruzione e Rafforzamento del Sistema Nazionale di Salute di Haiti, assieme a governo haitiano, con la cooperazione della Repubblica Bolivariana del Venezuela e di altri paesi.
Fernández ha aggiunto che per l’Isola è di grande importanza il dibattito del punto 37 dell'Agenda del Consiglio sui luoghi patrimoniali palestinesi, usurpati da Israele, come potenza occupante. |
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Cuba chiede la diminuzione delle spese militari a favore dello sviluppo |
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30 marzo 2006 - www.granma.cu
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Cuba ha insistito nelle Nazioni Unite con la sua proposta di dedicare al meno la metà delle attuali spese militari alle necessità di sviluppo economico e sociale, attraverso un fondo gestito dall’ONU.
L’iniziativa è stata ribadita dal rappresentante permanente alternativo di Cuba nell’organizzazione mondiale, Rodolfo Benítez, durante un dibattito nella commissione di Disarmo dell’ONU.
Il diplomatico ha chiesto anche che la conferenza di revisione del Trattato di Non Proliferazione delle Armi Nucleari (TNP) del prossimo maggio adotti un Piano di Azione diretto a garantire la totale eliminazione e proibizione di questo tipo di armi al più tardi nel 2025.
Ha anche insistito nel designare il periodo 2010-2019 come il quarto decennio per il disarmo e così dare un importante spinta al controllo degli armamenti, alla non proliferazione e alla sicurezza internazionale.
Benítez ha riaffermato il pieno rispetto di Cuba alla storica posizione del Movimento dei Paesi Non Allineati per il quale “il disarmo nucleare è, e deve continuare ad essere, la più alta priorità nella sfera del disarmo”.
Ha spiegato che, a dispetto della profonda crisi economica mondiale ed i cui peggiori effetti sono vittime i paesi in via di sviluppo, le spese militari aumentano ogni anno e raggiungono già la cifra record di 1464 miliardi di dollari.
Il rappresentante cubano ha ribadito che gli stati proprietari di armi nucleari hanno l’obbligo giuridico di celebrare e concludere dei negoziati per il disarmo nucleare completo, sotto uno stretto ed effettivo sistema di verifica internazionale.
Benítez si è opposto all’applicazione selettiva del TNP e ha proclamato che le obbligazioni contratte in materia di disarmo nucleare e di uso pacifico di questo tipo di energia non possono continuare ad essere relegate nel marco di quello strumento. |
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Cuba presiede la Conferenza delle Nazioni Unite per il Commercio e lo Sviluppo |
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6 marzo 2006 - www.granma.cu
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Cuba ha assunto, per il Gruppo dei 77 (G-77) e la Cina, la presidenza della Conferenza delle Nazioni Unite per il Commercio e lo Sviluppo, (UNCTAD), in una cerimonia effettuata nel Palais des Nations di Ginevra, riporta Prensa Latina.
L’ ambasciatore cubano in Ginevra, Rodolfo Reyes, ha ricevuto il mandato rotativo per un anno dalle mani del suo omologo della Tailandia, Sihosak Puanyketkeom, alla presenza del segretario generale della UNCTAD, Supachai Panitchpakchi.
Nel suo discorso, il titolare della UNCTAD ha valutato il lavoro realizzato dalla Tailandia in un anno, definito estremamente difficile per la somma delle crisi internazionali alimentare, petrolifera, economica e finanziaria.
Supachai ha considerato che il 2010 potrà essere abbastanza complesso perchè gli investimenti ed i fondi destinati a placare la situazione devono rispondere alle aspettative della popolazione, quando esistono più di 200 milioni di disoccupati.
Il dirigente della UNCTAD ha applaudito Cuba alla guida del G-77 e Cina e ha sottolineato che l’Isola dei Caraibi con la sua esemplare solidarietà internazionale offre una grande sicurezza e molta aspettativa.
Installato nel suo nuovo incarico, il capo della missione diplomatica cubana ha espresso le sue condoglianze al Cile e all’Uganda, per i morti dovuti al violento terremoto e allo smottamento del terreno, rispettivamente.
Reyes ha sottolineato che la maggioranza dei paesi in via di sviluppo, includendo Cuba, non possono beneficiarsi della globalizzazione e nemmeno della liberalizzazione del commercio nella forma in cui si svolge attualmente.
La crisi finanziaria ed economica domanda risposte.
“Non possiamo dimenticare che esistono molti vecchi problemi di fondamentale importanza, sempre pendenti sulla parte povera del pianeta. Non dobbiamo confondere l’agenda dei ricchi con la nostra”, ha sostenuto.
Inoltre ha detto che la UNCTAD, come parte dell'ONU, è responsabile tra le altre cose della pace e della sicurezza nel mondo, ma se non si sradicheranno la miseria e non si realizzerà uno sviluppo sostenibile, il nostro pianeta non sarà mai un luogo sicuro e pacifico.
Nella cerimonia hanno parlato il direttore del Centro Sur, Robert Khor, e i delegati di Egitto, Paraguay, Costa Rica, Iran, Zimbabwe, Yemen, Palestina, Siria, India, Vietnam, Indonesia e Bangladesh. |
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Cuba in una vice presidenza del Comitato di Decolonizzazione dell'ONU |
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27 febbraio 2010 - www.granma.cu
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Cuba è stata eletta all’unanimità per occupare una vicepresidenza del Comitato di Decolonizzazione delle Nazioni Unite, riporta
Ringraziando per la designazione, il rappresentante permanente di Cuba presso la ONU, Pedro Núñez Mosquera, ha ratificato l’impegno dell’Isola con i lavori di questa istanza.
Il diplomatico ha considerato che si tratta di un riconoscimento alla permanente posizione del Governo e del popolo cubani contro il colonialismo e a favore dell’indipendenza e la difesa della sovranità dei popoli.
Nella riunione è stato raccomandato all’Assemblea Generale, d’ampliare a 29 il numero dei membri del Comitato, proposta che vuole concretare la richiesta d’entrata fatta dal Nicaragua.
Le Nazioni Unite quest’anno celebrarono il 50º Anniversario della Dichiarazione sulla Concessione dell’Indipendenza dei Paesi e dei Popoli sotto il Dominio Coloniale, testo fondamentale nei lavori del detto Comitato dei 24.
La lista dei territori, che sono seguiti da questa istanza per il loro status di colonia, comprende le Isole Malvine, Portorico, il Sahara Occidentale, Gibilterra, Samoa Americana, Bermuda, Isole Vergini Britanniche, Isole Caimanes e la Nuova Caledonia, tra i tanti. |
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Cuba difende nell'ONU il |
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6 febbraio 2010 - Victor M. Carriba www.granma.cu
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Cuba ha difeso nella ONU l’esistenza di un dovere di solidarietà con i paesi necessitati del mondo sottosviluppato ed ha incitato ad una promozione di società più giuste ed umane, in ogni Stato: "Società che garantiscano una distribuzione più equa della ricchezza nazionale ed evitino che la stessa termini nelle grandi banche del nord", ha detto il rappresentante permanente di Cuba, Pedro Núñez Mosquera.
Il diplomatico ha parlato venerdì 5 nella commissione della ONU che segue il Vertice Mondiale sullo Sviluppo Sociale che si è svolto a Copenaghen nel 1995.
L’ambasciatore ha denunciato che l’ingiustizia e l’esclusione prodotte dall’ attuale ordine internazionale, dipendono sempre più dall’emarginazione di una parte importante delle nazioni del sud.
Questa situazione fa sì che la fame, la povertà estrema, l’analfabetismo, l’insalubrità, la morte prematura, siano una costante in un importante numero di paesi, ed ha avvisato che la globalizzazione neoliberista e la crisi economica generata nei grandi centri di potere aggravano la situazione.
Il diplomatico cubano ha anche assicurato che si avanzerà nell’integrazione sociale solo se le nazioni poderose rispetteranno il loro impegno di apportare lo 0.7% del loro PIL per gli aiuti ufficiali per lo sviluppo.
I paesi in via di sviluppo usano la quinta parte delle esportazioni per pagare i servizi di un debito estero pagati moltissime volte.
Nuñez Mosquera ha reclamato una maggior apertura negli scambi commerciali ed una maggior accelerazione nei trasferimenti di tecnologie moderne, in condizioni mutuamente stabilite.
"I paesi industriali contano sulle risorse per aiutare lo sviluppo dei nostri popoli", ha sottolineato. "Quello che manca è la volontà politica per farlo, perpetuando l’iniquità e l’esclusione sociale".
Le trasformazioni socioeconomiche realizzate in Cuba dal 1959 per costruire una società giusta e solidale nonostante le minacce, le aggressioni ed il blocco degli Stati Uniti, vanno sottolineate, così come le conquiste cubane nei settori della sanità, l’educazione gratuita e gli alti indici di speranza di vita - più di 77 anni –, il tasso di mortalità - 4,8 per ogni mille nati vivi -, la scolarizzazione primaria al 100% e media al 99%.
Cuba prosegue con la sua collaborazione in altri paesi in via di sviluppo, con l’invio di migliaia di medici, personale della sanità, maestri, allenatori sportivi ed altri specialisti.
Per esempio, in Haiti, i medici cubani hanno già assistito almeno 35000 persone e realizzato più di 3000 operazioni chirurgiche. |
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Cuba domanda un nuovo modello
di sviluppo economico |
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5 febbraio 2010 - www.granma.cu (rr)
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Di fronte all’evidente fallimento del modello neoliberale, Cuba ha ieri richiesto un nuovo modello di sviluppo economico come soluzione duratura e sostenibile alla crisi mondiale nell’Organizzazione delle Nazioni Unite.
Pedro Núñez Mosquera, rappresentante permanente dell’Isola all’ONU ha affermato, durante una sessione del Comitato di Alto Livello sulla Cooperazione Sud-Sud, che lo scenario mondiale costituisce una prova dell’inevitabilità della politica economica attuale.
Il rappresentante ha ribadito l’impegno dell’isola con i principi della cooperazione tra paesi del Terzo Mondo, basata sul rispetto reciproco, l’aiuto disinteressato, la complementarietà e la solidarietà.
Ha anche aggiunto che la diversità delle strutture economiche, sociali, culturali, geografiche e di risorse naturali rafforza le nazioni del Sud, permettendo l’integrazione economica e lo scambio di idee ed esperienze.
Ha quindi spiegato che Cuba, una piccola Isola senza grandi risorse naturali, sottomessa al blocco economico, commerciale e finanziario degli Stati Uniti da quasi 50 anni, ha formato migliaia di professionisti che oggi prestano servizio in numerosi paesi.
Núñez Mosquera ha illustrato che la Maggiore delle Antille collabora con 157 nazioni in Asia, Africa e America Latina senza esclusioni ne condizioni aggiungendo che nell’attuale anno accademico sull’Isola si stanno formando 30478 tecnici e professionisti di 125 paesi, il 78% dei quali in medicina e che dal 1961 al dicembre del 2008 448649 cubani hanno prestato servizio in quasi 170 stati, 135mila circa dei quali appartengono al settore della salute.
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