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IL TRADUTTORE SI SCUSA PER GLI ERRORI

 

L'innocenza della Clinton

 

 

11 aprile 2010 - Alessandra Riccio www.giannimina-latinoamerica.it

 

Ma insomma, questa signora Clinton, donna in carriera, anzi, donna arrivata ai vertici della carriera, è proprio una di quelle donne che una vecchia femminista come me detesta. Io mi domando, avrà pure un suo cognome da ragazza questa potente signora? E avendolo, perché non lo usa? Ormai di suo marito quasi non ci si ricorda più, è lei sul proscenio, bagnata dai riflettori, sempre in giro per il mondo a dettare la linea; e allora, perché farsi proteggere da quel cognome?

Ma si tratta di una questione di lana caprina, di scarsa importanza anche se sul piano simbolico mi sembra di un qualche rilievo. Ci sono altre cose ben più importanti nel suo agire in quanto ministro degli Esteri della potenza egemonica di questo nostro mondo in cui Hilary esibisce una innocenza da Alice nel Paese delle Meraviglie davvero sconcertante. Parlando all’Università di Louisville, nel Kentucky, venerdì scorso ha detto la sua su Cuba e sui “fratelli Castro”. Ha assicurato il suo uditorio che il Governo cubano non vuole la fine del blocco (ma Hillary lo chiama “embargo” anche dopo mezzo secolo) perché “perderebbe tutte le sue scuse per quello che non è successo nell’isola negli ultimi 50 anni”! Davvero una grande notizia!

 

Si direbbe che gli Stati Uniti del buon Obama hanno finalmente deciso di rimuovere il blocco economico, finanziario e commerciale contro l’isola, ma che i due fratelli terribili non ne vogliono sapere. La verità è che Obama, sotto la pressione delle famiglie, ha rimosso alcune restrizioni introdotte da Bush per le visite dei parenti e, per le pressioni dei produttori di prodotti agricoli di molti Stati degli Usa, ha offerto maggiori opportunità per i loro affari. Invece da parte cubana, niente, non ne vogliono sapere di offrire il destro “per una transizione a una democrazia totale”. Io Stati Uniti, che ti ho dichiarato paese nemico (e stato canaglia e terrorista), che non controllo le operazioni pianificate e organizzate nel mio territorio da gruppi terroristi contro Cuba, che spendo 55 milioni di dollari per destabilizzare l’isola, che offro l’impunità a rei confessi di sanguinose operazioni terroristiche, che occupo illegalmente parte del tuo territorio - dice la Clinton - mi aspetto da te, miserabile repubblica del Terzo Mondo, che ti adegui in tutto e per tutto alla norma che impongo.

 

E infatti, nella sua brillante conferenza universitaria, ha ricordato la generosità di suo marito Bill che aveva intenzione di dare avvio a qualche apertura ma ne fu impedito dal fatto che “Castro ordinò che i suoi militari abbattessero due piccoli aeroplani, senza armi, provenienti da Miami, che lanciavano proclami”. E’ così che la vede la nostra candida Alice che non sa, non ricorda, non dà importanza al fatto che erano mesi che i due piccoli e innocui aerei dell’aggressivo gruppo di “Hermanos al rescate” violavano lo spazio aereo e arrivavano sulla capitale a lanciare i loro incitamenti alla violenza. Hillary non ci dice cosa succederebbe nel suo paese se un qualunque aereo violasse il sacro territorio patrio. E si preoccupa anche, l’innocente Hillary, del “contrattista Alan P. Gross, che è stato arrestato come sospetto di spionaggio mentre distribuiva all’Avana, computer portatili, telefoni cellulari e altre attrezzature tecnologiche” come un buon Babbo Natale. Ma non ci racconta quello che ogni turista sa ormai più che bene: che viaggiare con una compagnia nordamericana o andare negli Stati Uniti comporta molte umiliazioni per le ispezioni anche corporali eseguite con metodi molto sbrigativi.

 

Cara Hillary, ma le politiche di sicurezza dello stato valgono solo per voi? E quando vi deciderete a permettere alle mogli di due dei Cinque cubani in carcere da 14 anni con l’accusa di spionaggio, di far visita ai loro mariti? Forse, nella sua innocenza la signora Clinton pensa davvero che quelle due donne, una delle quali cittadina nordamericana, possano rappresentare “un pericolo per la sicurezza nazionale”?