HOME INFORMAZIONE | |
IL TRADUTTORE SI SCUSA PER GLI ERRORI |
|
Cuba: l'urna e la piazza |
|
6 maggio 2010 - Abner Rivera Barrera www.cubadebate.cu
|
|
Una delle tante falsità che diffondono i nemici della rivoluzione cubana, è che nell'isola, tutte le mobilitazioni politiche sono realizzate per obbligo e mandato del governo cubano. Questo controlla e poi punisce coloro che si assentano. Secondo loro, la "dittatura cubana", nel suo desiderio di mostrare i suoi atti di mass, infonde timore tra i cubani costringendoli ad assistere alle sfilate e altri eventi, altrimenti si abbasserebbe il salario della giornata. Il terrorista Carlos Alberto Montaner, ad esempio, ripete da molti anni, la litania che, per mobilitare la popolazione, il governo cubano mette un poliziotto in ogni casa.
Nel caso di Cuba, non è possibile fare questa separazione o trovare questa avversità, perché, nell’isola, la rivoluzione l’ha fatta dal popolo e dal 1959 il popolo ha i suoi rappresentanti al potere.
Per quanto riguarda il primo, la stampa imbavagliata dall’impero, non ha informato il mondo su questa democrática festa socialista. La messa in discussione del sistema politico ed elettorale di Cuba, è uno degli obiettivi principali della multimilionaria campagna anticubana condotta dal governo degli Stati Uniti e seguita da altre nazioni capitaliste, l'obiettivo è quello di imporre ai paesi cosiddetti del terzo mondo un sistema politico elettorale che gli permetta di interferire negli affari interni di ogni paese in modo che possano continuare a controllarli e sottomettendoli al loro dominio. Ma con Cuba non hanno potuto e non potranno.
Lo scorso 25 aprile, 8205994 cubani hanno esercitato, volontariamente, il voto nel primo turno di dette elezioni, questa cifra supera il 94% degli elettori che avevano diritto di votato alle elezioni. Quale altro paese al mondo può mostrare tali cifre di partecipazione popolare ed elettorale? Si può chiedere questo all’”esemplare” democracia statunitense? No, perché che lì eleggono il presidente del paese con meno del 50% degli staatunitensi aventi diritto al voto.
E sulla commemorazione del Giorno del Lavoratore, i governanti di molti paesi non possono celebrare il 1 Maggio insieme ai lavoratori, perché esercitano, contro i lavoratori, delle politiche neoliberiste, non possono celebrare con il popolo, perché i loro governi hanno e stanno saccheggiando le finanze pubbliche privatizzando le imprese statali, aumentando la disoccupazione e la povertà tra la classe lavoratrice. La celebrazione del giorno del lavoratore, in questi paesi, si converte in un atto vergognoso e di ripudio per i governanti di queste democrazie capitaliste. Cosa molto diversa a Cuba perché la Rivoluzione ha fatto sì che gli interessi ed i diritti del popolo siano realmente rappresentati nella leadership politica rivoluzionaria al potere. Per questo, quando si convoca una manifestazione come quella del 1° maggio, il popolo risponde unito come una sola forza politica unita con i suoi dirigenti. Mentre nei paesi capitalisti la classe lavoratrice manifesta il 1 ° maggio per rivendicare i suoi diritti, violati dalle politiche antipopolari, la classe lavoratrice cubana lo ha fatto per celebrare le conquiste della rivoluzione socialista.
|
|
|