Operativi

 

Montaner fa campagna sulla stampa di destra

 

per cercare di pulire il suo passato terrorista  

 

 

11 gennaio 2010 - Jean-Guy Allard www.granma.cubawb.cu

 

 

Di fronte alla possibilità di essere reclamato, come terrorista, davanti agli organi giudiziari internazionali per essere un delinquente latitante dalla giustizia cubana ed essere collegato agli autori dell’assassinio dei religiosi in El Salvador, l'agente CIA Carlos Alberto Montaner sta conducendo una campagna, attraverso la stampa di destra, per cercare di pulire il suo passato terrorista.

Montaner fa circolare uno scritto in cui, presentandosi come vittima di una diffamazione, risponde ai suoi detrattori  con un complesso documento video, nel quale dimostra soltanto che é un bugiardo e un demagogo come due decadi fa.


In modo evidente, l' ”intellettuale esiliato", prodotto delle azioni di intelligence nord americana, all’essere nominato come complice del terrore dei suoi amici del partito salvadoregno ARENA  - autore dell'assassinio di monsignor Arnulfo Romero, del sacerdote gesuita Ellacuría, apostolo della Teologia della liberazione e dei suoi cinque colleghi - ha finalmente capito l'idea che potrebbe finire in tribunale.

Ha ricordato con sgomento che l'anno scorso, Lazaro Barredo, direttore del quotidiano Granma, nella sua qualità di deputato, ha proposto, durante la costituzione della Commissione delle Relazioni Internazionali dell'Assemblea Nazionale, che si sollecitasse l'estradizione dei terroristi presenti negli Stati Uniti o in altri Paesi che hanno conti in sospeso con la giustizia cubana.

Tra questi criminali, che hanno usato il terrore e lo promossero contro Cuba, Barredo ha menzionato Montaner,
 


MONTANER PSICOPATICO

ED AFFETTO DA AMNESIA
 


Delle capriole psicopatiche di Montaner, sul bordo dei suoi 70 anni, molti già se ne sono accorti. Tuttavia, la sua amnesia circa la genesi della sua connessione con la chiamata “comunità d’intelligence" USA non smettere di guadagnare terreno nel suo cervello afflitto da paranoia.

Montaner, nelle sue interminabili elucubrazioni, attribuisce il suo arresto, nel 1960 a L'Avana, ad una presunta attività tra gli studenti dell'Università di L'Avana contro una Rivoluzione appena nata.

La realtà è ben diversa.

Dovrebbe ricordarsi come lunedì 26 dicembre di quello stesso anno, nelle prime ore del mattino, un ampio operativo della polizia cubana smantellava una rete che andava collocando bombe nei negozi e cinema di l'Avana, mascherate in pacchetti di sigarette.

Ad esempio, solo due giorni prima, sabato 24 dicembre 1960, poche ore prima della celebrazione del Natale, due bimbi e la madre erano stati vittime di una bomba terrorista in un negozio popolare del quartiere Folgar, calle Galiano angolo San Rafael, a L'Avana.

Nel giro di poche ore, 17 terroristi furono localizzati e arrestati mentre si scoprivano tre fabbriche di bombe e si sequestrò una grande quantità di armi, esplosivi e materiale per la fabbricazione di bombe.

Tra le persone coinvolte in questa rete terroristica, si individuò un figlio di papà convertito in  estremista, Carlos Alberto Montaner Suris, residente di 88 , numero 309, angolo Terza A, nell’allora esclusivo quartiere Miramar della capitale. In casa Montaner, precisa allora l’edizione del periodico Rivoluzione, del 18 gennaio 1961, "si sequestrarono un sacco di tela, quattro detonatori, un rotolo di miccia, un recipiente con tre barre di fosforo bianco, due rotoli di nastro, quattro cartucce di munizioni, due pantaloni verde oliva e due camicie da miliziano”.

Montaner aveva già sviluppato legami con la CIA per i suoi legami con il Movimento di Recupero Rivoluzionario (di Manuel Artime e
Orlando Bosch).

Nella stessa operazione si catturava
Armando Valladares – vincolato, lo scorso aprile, ad uno sventato  attentato contro Evo Morales - che dopo ha aderito alla stessa banda CIA che ora si consacra (con Montaner) a cantare i “meriti "della dittatura Micheletti.
 


NON HA LEGAMI CON LA CIA,

CARLOS ALBERTO MONTANER?
 


Nel luglio 2007, in un popolare programma radio di Miami, il capo terrorista Antonio Veciana - che riconoscere di aver lavorato, per decenni, con la CIA - ha raccontato con dettagli come le cosiddette “bottiglie incendiarie", trovate al gruppo di Montaner, venivano direttamente dalle fabbriche della CIA.

Precisava che arrivavano in vari modelli, ciascuno con un suo codice di colore che indicava il termine entro il quale esplodevano.

Casualmente, la rete di Montaner alimentava anche i mercenari dell’Escambray "contrattati" dalla stessa CIA, le cui attività egli sostiene di aver ignorato…

Il giovane terrorista uscì da Cuba, per gli Stati Uniti, l'8 settembre 1961. Non fuggì come il Conte di Monte Cristo, come egli insinua, ma con l'aiuto di sua madre e dei soci dell’Ambasciata del Venezuela, che gli fornirono un salvacondotto.

Due elementi della sua esistenza nella terra dei suoi padroni dimostrano, senza ombra di dubbio, gli inconfessabili vincoli del giovane Montaner in quegli anni.

Sarà così forte l’amnesia di Montaner da non ricordare che poco dopo la sua partenza da Cuba ha confermato in una intervista con il giornalista Ángel de Jesús Piñera della rivista Avance, pubblicata il 27 aprile 1962, che apparteneva a Rescate Estudiantil definito dagli studiosi come la “sezione studentesca" del terrorista FRD?

Rivelava allora che "condivideva la leadership nazionale di Azione e Sabotaggio" di questo gruppo con Alfredo Carrión Obeso,  a cui tra le altre risultanze degli agenti durante l'arresto del gruppo terrorista, nel dicembre 1960, trovarono in casa sua "una mitragliatrice Star e due revolver calibro 38.
 


PORTAVOCE DI UN’UNITA’

MILITARE CREATA DALLA CIA
 


Un testo dell’agenzia  
UPI, il 20 luglio 1963, ristampato dal The New York Times riporta le dichiarazioni del terrorista come portavoce delle Unità Militari Cubane dell’Esercito degli Stati Uniti. Dichiara, il sempre molto loquace controrivoluzionario, che "una nuova organizzazione dell'esilio pianificava vaste azioni contro il regime di Fidel Castro".
 

Queste unità "cubane" del Esercito USA, come confermato da tutte le fonti in materia, sono state plasmate dalla CIA nei primi anni '60.

Nel testo citato, Montaner precisa spontaneamente che "la maggior parte dei suoi uomini erano integranti dell’Esercito USA e ricevuto uno speciale addestramento".

 

Casualità... il terrorista cubano-venezuelano Luis Posada Carriles è stato anch’egli uno dei mercenari reclutati dalla CIA ed addestrato “in modo speciale” dall’Esercito USA nell'uso di esplosivi, tecniche di sequestro, tortura e eliminazione di persone come parte delle operazioni sporche promosse da Washington contro Cuba.
 


UN PEDIGREE FASCISTA

LEGATO AL TERRORE

 

Autoproclamato "difensore dei diritti umani a Cuba", il “democratico" Montaner ha imbastito - dal 1970 - un lucroso business di propaganda in Spagna, dopo aver ricevuto il ripudio di settori portoricani per le sue manifestazioni  discriminatorie.

Le avventure e disavventure di Montaner sono così numerosi che potrebbero riempire un libro, che non vale la pena pubblicare, ma che riporterebbe aneddoti come quello del 23 settembre 1994 quando accompagnò Jose Maria Robles, capo del falangista Partito Popolare di Spagna durante una visita a Miami per sostenere un incontro con
Antonio "Toñin" Llama, direttore della FNCA.

Proprietario della barca La Speranza intercettata nel 1998 a Portorico, il "Tonin" ha spiegato, nel giugno 2006, in un’ intervista al mafioso Miami Herald come ha
acquistato per conto della FNCA esplosivi e mezzi per bombardare una manifestazione popolare in Piazza della Rivoluzione, a l’Avana.

Il pedigree terrorista di Montaner spiega senza dubbio il cinismo della sua manipolazione delle circostanze della morte del sacerdote gesuita Ellacuría e dei suoi colleghi.

Non sembra ricordare come pubblicò, nel 1996, un testo particolarmente sgradevole sui predicatori di questa teologia che tanta paura ispira ai suoi soci della rete latinoamericana di Micheletti.

Intitolato: “Il Papa contro i teologi”, le sue elucubrazioni, che oggi lo denunciano, spiegavano come la Teologia della Liberazione, il cambiamento politico ed economico, era un volto contorto, brutto come Tomas Borge, come i Tupamaros, come "Tiro Fijo" che chiamò "il sanguinario guerrigliero colombiano”.

Così affermò, per esempio: "Per ignoranza, per sottoscrivere l’idiota teoria della dipendenza e lo stupido ricettario marxista, per comprendere poco o nulla del fenomeno del sottosviluppo, (la Chiesa) si era persa in un labirinto di gesuiti e di Maryknoll perse, che non si concludeva con l'emancipazione dei poveri, ma in un inutile bagno di sangue, che a volte schizza gli stessi teologi, crudelmente martirizzati da energumeni dell'altra parte, come avvenuto a Ellacuría e a quattro dei suoi collaboratori in una terribile mattina salvadoregna".

I collaboratori non erano quattro ma cinque e gli “energumeni” erano gli stessi soci dell’autore di queste macabre sparate.

A tanti antecedenti e agli scheletri  che mantiene nascosti nell’armadio a Montaner manca solo aggiungersi un mandato internazionale di ricerca. E di cattura.