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CUBA È UNA VITTIMA STORICA DEL

 

TERRORISMO, NON UNO ‘SPONSOR’!

 

20 gennaio 2010 - di Aldo Garuti

 

L’inclusione di Cuba nella lista dei 14 Paesi ‘sponsor’ del terrorismo, ad opera del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, è un atto infame. Pretendere di cercare i terroristi di Al Qaeda nei voli provenienti da Cuba non è altro che un mezzo di propaganda, l’ennesima dimostrazione d’insensata arroganza imperiale che risponde alla necessità di cercare pretesti per giustificare aggressioni da parte statunitense.

Cuba, da oltre 50 anni, è vittima di una politica d’ingerenza e di terrore portata avanti da una dozzina d’amministrazioni nordamericane. Le
azioni di terrorismo degli Stati Uniti, finalizzate a cambiare l’ordine economico e sociale nell’isola caraibica, hanno provocato la morte di 3478 cubani e la mutilazione di altri 2099.

La prima azione di terrorismo aereo della storia è avvenuta proprio a danno di Cuba, il 6 ottobre 1976, con l’esplosione di un aereo civile di Cubana de Aviación sui cieli di Barbados che ha causato la morte di 73 vittime innocenti. Gli autori confessi di quest’atto infame,
Luis Posada Carriles e Orlando Bosch Avila, risiedono liberi a tranquilli in Florida, a Miami.

Il Governo di Obama incolpa altri Paesi di sponsorizzare il flagello del terrorismo, ma sono gli Stati Uniti a fomentare la violenza, mantenendo un atteggiamento ostile nei confronti del mondo, occupando Paesi, bombardandoli e uccidendone bambini, anziani e altri esseri umani innocenti.

Il piccolo Stato caraibico, per contro, contribuisce al benessere dei popoli più poveri del mondo con l’invio, in ben 101 Paesi, di medici, educatori ed istruttori sportivi, oltre a contribuire alla formazione professionale a Cuba di un gran numero di studenti da tutto il mondo, compresi cittadini indigenti provenienti dagli stessi Stati Uniti, per lo più appartenenti alle minoranze etniche svantaggiate.

Gli Stati Uniti da un lato diffamano Cuba, nell’indicarla come Paese di provenienza di terroristi, dall’altro sono mandanti e complici di noti terroristi dell’America Latina, rei confessi che trovano sicura impunità dentro le frontiere nordamericane, santuario privilegiato di un’importante colonia di torturatori ed assassini che la loro politica sporca ha generato nel corso degli ultimi decenni, come confermano i documenti declassificati dei loro stessi archivi.

Oltre ad aver dato impulso, orientato, finanziato e gestito il terrorismo contro Cuba, direttamente con i propri centri di spionaggio e d’ingerenza e per mezzo dei gruppi anticubani presenti in Florida, di cui hanno promosso la formazione, gli Stati Uniti hanno favorito, ispirato e coperto attività illegali per tutta l’America Latina, proteggendone poi gli autori sul proprio territorio.

La doppia morale sul terrorismo da parte delle autorità nordamericane si esprime anche nel caso dei
5 agenti antiterroristi cubani, ingiustamente reclusi negli USA, accusati con capi d’imputazione falsi e montati ad arte. I 5 cubani prigionieri politici dell’impero sono dei veri eroi che pagano un gesto di lealtà del Governo cubano verso gli Stati Uniti, alle cui autorità avevano riferito i loro risultati investigativi condotti sui gruppi terroristici anticubani della Florida, a protezione anche degli stessi cittadini nordamericani. Com’è noto, invece di arrestare i terroristi, l’FBI ha arrestato le 5 fonti cubane.

Giustino di Celmo, padre del giovane italiano assassinato in un’azione terroristica a L’Avana il 4 settembre 1997 in un attentato promosso dalla CIA e rivendicato pubblicamente da Luis Posada Carriles, ha definito “assurda e ridicola” l’accusa contro Cuba di praticare il terrorismo: “Questa è la menzogna più colossale, la maggior infamia e la più grande calunnia mai espressa dagli Stati Uniti contro Cuba”.

Il Presidente Obama farebbe bene a distinguersi dai suoi predecessori e, anziché cercare terroristi sui voli provenienti dall’Avana, dovrebbe assicurare alla giustizia quelli che trovano sicuro rifugio proprio nelle frontiere degli Stati Uniti.