L’inclusione
di Cuba nella lista dei 14 Paesi ‘sponsor’ del terrorismo, ad opera del
Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, è un atto infame. Pretendere di
cercare i terroristi di Al Qaeda nei voli provenienti da Cuba non è altro
che un mezzo di propaganda, l’ennesima dimostrazione d’insensata arroganza
imperiale che risponde alla necessità di cercare pretesti per giustificare
aggressioni da parte statunitense.
Cuba, da oltre 50 anni, è vittima di una politica d’ingerenza e di terrore
portata avanti da una dozzina d’amministrazioni nordamericane. Le
azioni di
terrorismo degli Stati Uniti, finalizzate a cambiare l’ordine economico e
sociale nell’isola caraibica, hanno provocato la morte di 3478 cubani e la
mutilazione di altri 2099.
La prima azione di terrorismo aereo della storia è avvenuta proprio a danno
di Cuba, il 6 ottobre 1976, con l’esplosione di un aereo civile di Cubana de
Aviación sui cieli di Barbados che ha causato la morte di 73 vittime
innocenti. Gli autori confessi di quest’atto infame,
Luis Posada Carriles
e
Orlando Bosch Avila, risiedono liberi a tranquilli in Florida, a Miami.
Il Governo di Obama incolpa altri Paesi di sponsorizzare il flagello del
terrorismo, ma sono gli Stati Uniti a fomentare la violenza, mantenendo un
atteggiamento ostile nei confronti del mondo, occupando Paesi, bombardandoli
e uccidendone bambini, anziani e altri esseri umani innocenti.
Il piccolo Stato caraibico, per contro, contribuisce al benessere dei popoli
più poveri del mondo con l’invio, in ben 101 Paesi, di medici, educatori ed
istruttori sportivi, oltre a contribuire alla formazione professionale a
Cuba di un gran numero di studenti da tutto il mondo, compresi cittadini
indigenti provenienti dagli stessi Stati Uniti, per lo più appartenenti alle
minoranze etniche svantaggiate.
Gli Stati Uniti da un lato diffamano Cuba, nell’indicarla come Paese di
provenienza di terroristi, dall’altro sono mandanti e complici di noti
terroristi dell’America Latina, rei confessi che trovano sicura impunità
dentro le frontiere nordamericane, santuario privilegiato di un’importante
colonia di torturatori ed assassini che la loro politica sporca ha generato
nel corso degli ultimi decenni, come confermano i documenti declassificati
dei loro stessi archivi.
Oltre ad aver dato impulso, orientato, finanziato e gestito il terrorismo
contro Cuba, direttamente con i propri centri di spionaggio e d’ingerenza e
per mezzo dei gruppi anticubani presenti in Florida, di cui hanno promosso
la formazione, gli Stati Uniti hanno favorito, ispirato e coperto attività
illegali per tutta l’America Latina, proteggendone poi gli autori sul
proprio territorio.
La doppia morale sul terrorismo da parte delle autorità nordamericane si
esprime anche nel caso dei
5 agenti antiterroristi cubani, ingiustamente
reclusi negli USA, accusati con capi d’imputazione falsi e montati ad arte.
I 5 cubani prigionieri politici dell’impero sono dei veri eroi che pagano un
gesto di lealtà del Governo cubano verso gli Stati Uniti, alle cui autorità
avevano riferito i loro risultati investigativi condotti sui gruppi
terroristici anticubani della Florida, a protezione anche degli stessi
cittadini nordamericani. Com’è noto, invece di arrestare i terroristi, l’FBI
ha arrestato le 5 fonti cubane.
Giustino di Celmo, padre del
giovane italiano assassinato in un’azione
terroristica a L’Avana il 4 settembre 1997 in un attentato promosso dalla
CIA e rivendicato pubblicamente da Luis Posada Carriles, ha definito
“assurda e ridicola” l’accusa contro Cuba di praticare il terrorismo:
“Questa è la menzogna più colossale, la maggior infamia e la più grande
calunnia mai espressa dagli Stati Uniti contro Cuba”.
Il Presidente Obama farebbe bene a distinguersi dai suoi predecessori e,
anziché cercare terroristi sui voli provenienti dall’Avana, dovrebbe
assicurare alla giustizia quelli che trovano sicuro rifugio proprio nelle
frontiere degli Stati Uniti.
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