HOME TERRORISMO | |
Il traduttore si scusa per gli errori |
|
|
|
Burattini e burattinai
Vestiti per il ballo... |
|
13/10/11 - Raul Gómez da rebelion http://lapupilainsomne.jovenclub.cu/
|
|
Tutto era stato previsto
con grande sfarzo e un colossale spreco di denaro del contribuente USA.
La Sezione di interessi USA all'Avana, i congressisti cubano-statunitensi
della Florida e tutto il resto della fauna anticubana - che comprendeva due
anti-castristi che vivono a Cuba che erano stati nominati per il
Premio Nobel per la Pace 2011 - sono rimasti, tuttavia, vestiti della festa
quando lo scorso venerdì il comitato norvegese ha emesso il suo verdetto
(1). In effetti, certi che i due anticastristi ottenessero il premio di quest'anno, il governo USA, tramite l' USAID (2), ha assegnato la somma di $ 250000 per finanziare il costo di un grande ricevimento che avrebbe avuto luogo nella residenza del capo della SINA (3) a L'Avana; il pagamento della propaganda iniziale volta a dare visibilità ai vincitori, compresi i cosiddetti giornalisti indipendenti che avrebbero partecipato alla "copertura di questa speciale notizia"; la confezione di 100000 t-shirt con il volto dei "premiati" su uno sfondo con le bandiere degli Stati Uniti e Cuba e sotto la frase "Per Cuba é arrivata l'ora" e una varietà di bigiotteria con palloncini, bandierine, orologi, portachiavi, bracciali e quantaltro possa servire, fino al pagamento degli abiti che avrebbero brillato, nella cerimonia, sui presunti premiati e le loro famiglie. Non c'è dubbio che ai funzionari degli Stati Uniti ed ai loro salariati non manca l'immaginazione, il denaro, né la fantasia.Tuttavia, come è successo ai governanti USA nel corso della storia ogni volta che hanno sottovalutato l'intelligenza del popolo cubano e dei suoi leader, è arrivato l'altro Comandante e ha ordinato l'alt. Infatti, il presidente Raul Castro (4), che probabilmente non sapeva che anch'egli figurava nella lista dei 241 candidati al Premio Nobel della Pace 2011, praticamente ha sbarrato la strada ai due anticastristi nominati per questo premio, quando una volta eletto come presidente ha deciso di intraprendere un inedito processo di cambiamento a Cuba - al fine di attualizzare il modello economico e sociale dell'isola - che punta a maggiori opportunità, libertà e democrazia per il suo popolo ed include un franco dialogo con la Chiesa cattolica e il rilascio dei cosiddetti prigionieri di coscienza. Alcuni osservatori della situazione cubana, con i quali ho scambiato e-mail dopo il verdetto di questo premio concordano nel segnalare che un eventuale premio a qualsiasi anticastrista cubano nello scenario attuale sarebbe stato controproducente ed un colossale errore di calcolo. Essi rilevano che il premio al dissidente cinese Liu Xiaobo (5) nel 2010 ha portato, nel breve termine, più effetti negativi che positivi ed ha causato "un rafforzamento delle forze più conservatrici e ortodosse all'interno della Cina". Non sono pochi quelli che sostengono che il Comitato norvegese per il Nobel per la Pace - la cui imparzialità e vera indipendenza sono state fortemente messe in discussione da quando, nel 2009, occupa la presidenza l'ex primo ministro norvegese e attuale presidente del Consiglio d'Europa, Thorbjorn Jagland - non poteva permettersi il lusso di inciampare tre volte nella stessa pietra, dopo aver regalato il premio Nobel al presidente Obama, nel 2009, e aver provocato lo scandalo e una sedia vuota con la consegna all'attivista cinese nel 2010. In ogni caso, ora ci poniamo le domande: Chi erano i due anticastristi nominati e di chi si tratta? I loro nomi sono Oswaldo José Payá Sardinas e Oscar Elias Biscet Gonzalez. Nel caso di Oswaldo Paya Sardinas, ci atteniamo a ciò che espone una sintetica biografia "non autorizzata" che mi hanno fatto arrivare da Cuba e l'opinione che nel corso degli anni ho potuto ottenere da altri dissidenti o oppositori dentro o fuori di Cuba: il suo profilo sarebbe più vicino a quello di un dissidente che di un oppositore. Indubbiamente, Paya si classificherebbe meglio per un premio Guinness "al maggior numero di firme raccolte" che per un Premio Nobel per la Pace, perché è adeguatamente documentato che ha dedicato più di tre quarti della sua vita adulta a collezionare firme (una dipendenza che sembra aver acquisito durante l'infanzia, quando si dedicava a chiedere la firma a tutti i clienti che andavano alla piccola impresa che suo padre aveva in Calzada del Cerro dell'Avana). Forse questo può spiegare, almeno in parte, il perché del suo comportamento ossessivo che lo porta a dissotterrare, ogni tanto, un vecchio e consunto progetto anticastrista dello scorso secolo, di cambiargli la data, il nome e l'ordine dei paragrafi, e il lanciarlo in modo compulsivo per raccogliere nuove firme. La quarantesima versione di questo documento, i suoi detrattori, lo hanno soprannominato "El trillo del popolo". Oswaldo Paya è un uomo apparentemente tranquillo, benché collerico, volenteroso, persistente ed un egocentrico da libro di testo, caratteristica quest'ultima che lo ha sempre inabilitato a formare consensi o alleanze durevoli ed efficaci con altri anticastristi, come è successo con il progetto "Tutti uniti" ed altri progetti unitari a cui ha voltato le spalle quando ha dovuto condividere il protagonismo. E' il classico "Yoíto" in grado di utilizzare gli altri per il lavoro duro e capitalizzare per sé i riconoscimenti e gli applausi. Avvolti intorno "El trillo ..." appaiono alcuni storici camaleonti della dissidenza anticastrista come Elizardo Sanchez Santa Cruz-Pacheco, che solo sono dalla sua parte per i soldi degli Stati Uniti o per le indicazioni della Sicurezza dello Stato cubano. Nonostante la sua lunga storia anticastrista non è mai stato imprigionato, che è un qualcosa che desta sospetti tra i propri e gli stranieri e rappresenta una carenza significativa nell'immaginario machista della dissidenza cubana dentro e fuori l'isola, dove occupano un posto preponderante gli ex prigionieri. I suoi critici più severi, come la nota oppositrice Marta Beatriz Roque ed un ex funzionario del controspionaggio cubano che una volta ho avuto l'opportunità di intervistare, dicono che ciò si deve perché "Paya non osa attraversare la linea, perché teme il carcere come il diavolo la croce". Raccontano, non mi credete, che suo fratello Carlos Paya, che vive a Madrid, è molto preoccupato, perché Osvaldo, che sembra avere preso in prestito una delle scene più surreali del comico USA Steven Wright (6), gli ha detto per telefono, in modo totalmente incontrollato e singhiozzando, appena un minuto dopo che si sono conosciuti i vincitori del Premio Nobel nel 2011: "Tu sai molto bene che non riesco nemmeno a torcere il collo ad un pollo, ma sento che sta passando il mio quarto d'ora e giuro che "ucciderei per ottenere il Premio Nobel per la Pace". L'altro candidato, Oscar Elias Biscet González, sembra essere agli antipodi. E' il classico provocatore, uno che ha ricevuto un finanziamento dalla Fondazione Nazionale Cubano Americana (FNCA) (7) per sostenere le sue azioni provocatorie e da cui ci si può aspettare qualsiasi comportamento violento o scontro in futuro, poiché vive convinto che "il suo Premio Nobel della Pace" potrà essere ottenuto solo se al momento del verdetto é in carcere, qualcosa che, questa volta, il presidente cubano Raul Castro gli ha fatto fallire.
Dal novembre 1999, Biscet
è noto in alcuni ambienti dell'opposizione anticastrista e del popolo
cubano come "il Nutrizionista". Risulta che pochi mesi prima che avesse luogo
all'Avana il IX Vertice dei Capi di Stato dell'America Latina - in
coordinamento con i congressisti cubano-americani della Florida,
Ileana Ros-Lehtinen e Lincoln Díaz-Balart, e la Sezione di interessi USA a Cuba -
Biscet ha inventato un presunto "digiuno" in cui i "digiunatori"
invece di prendere solo acqua, consumavano più di 4000 calorie al giorno
(8). Niente, se la CIA non avesse questa vocazione al fallimento che spesso accompagna le sue attività sovversive contro Cuba, ben avrebbe potuto risparmiare ai contribuenti USA 250000 dollari e ai suoi salariati l'imbarazzo di rimanere vestiti a festa.
(1) I vincitori del Premio Nobel della Pace 2011 sono Ellen Johnson-Sirleaf,
presidente della Liberia; Leywah Gbowee, liberiana, capo della Ong
Women Peace and Security Network Africa e l'attivista yemenita Tawakkel Karmen.
|
|
|