Posada sarà giudicato per frode

 

migratoria e  non per terrorismo

 

 

 

 

10 gennaio 2011 - Jean Guy Allard www.granma.cubaweb.cu

 

 

 

 

In ciò che già si può essere considerata una nuova farsa, il terrorista confesso Luis Posada Carriles inizierà oggi il processo in El Paso, Texas. Le accuse? Frode migratoria e spergiuro non omicidio e terrorismo.

 

Ed ecco uno dei motivi per cui la giustizia USA non chiede conto dei suoi crimini: l'ufficiale  dell'FBI George Kiszynski, che Luis Posada Carriles ha definito, nella sua intervista al New York Times, "un gran buon amico"  e che sa più del terrorista internazionale di qualsiasi funzionario dell'apparato di intelligence e "giustizia" degli Stati  Uniti, non sarà al "processo" che si apre a El Paso per coprire le responsabilità della CIA in queste attività terroristiche.

 

La nota storia della complicità del funzionario Kiszynski con la mafia cubano-americana inizia nel 1979 quando gli investigatori Sergio Pinion e Ozzie Austin comunicano i piani dei terroristi legati alla Coordinazione delle Organizzazioni Rivoluzionarie (CORU) di Orlando Bosch per distruggere un aereo che volava tra Miami e L'Avana. Gli investigatori della polizia di Miami allora chiedono al loro collega sostegno per contrastare la cospirazione.

 

Immediatamente Kiszynski incontra i sospettati segnalati con il pretesto di interrogarli e, lasciando l'incontro, "dimentica" la sua valigetta.

 

Informati da un collaboratore infiltrato nel CORU, Pinion e Austin denunciano Kiszynski ai superiori gerarchici che realizzano un'indagine i cui risultati -sconosciuti- sono rapidamente archiviati.

 

Poco prima dello scandalo Iran-Contra, Kiszynski fu anche colui che comunicò al colonnello Oliver North, responsabile della trama al servizio di George Bush padre, un rapporto top-secret dell'FBI in cui si rivelava in maniera dettagliata ogni elemento di una indagine che era stata condotta dalla polizia di Miami sui Contras e il traffico di droga. Un traffico nel quale partecipava attivamente l'agente della CIA Luis Posada Carriles.

 

Il 7 febbraio 1992, lo stesso Kiszynski - nominato dall'FBI per attuare un ordine del Congresso di assistere l'Ufficio del Procuratore Indipendente che investigava l'affaire Iran-Contra - interroga Luis Posada Carriles per diverse ore presso l'ambasciata degli Stati Uniti in Honduras. La conversazione  - bella - tra il poliziotto e il terrorista si sviluppa senza che al prima gli venga idea di arrestare il secondo.

 

 

"Non seppi più nulla di loro"

 

 

Nel 1997, l'ingegnere guatemalteco Antonio "Tony" Jorge Alvarez gestisce la filiale della ditta WRB Enterprises, in Guatemal,a con la quale lavora Posada Carriles. Il terrorista allora stava orchestrando la campagna di attentati contro alberghi a Cuba e ne complotta anche uno contro il Presidente cubano Fidel Castro che é previsto si attui nel Summit Ibero-Americano a la Isla Margarita, Venezuela.

 

Alvarez, che oggi vive a Greenville, Carolina del Sud, informò l'FBI. Segnalò che Posada e i suoi complici compravano detonatori - tra essi quelli che sono apparsi a L'Avana per la fabbricazione di ordigni esplosivi - e che aveva osservato in suo possesso esplosivo al plastico.

 

Secondo dichiarazioni rilasciate dopo da Alvarez al New York Times e che sono state pubblicate, l'FBI fu "sorprendentemente indifferente". Il giornale ha confermato che un agente - George Kiszynski - si pose in contatto da Miami con Alvarez.

 

"Mi disse (l'agente) che la mia vita era in pericolo, che quelle persone erano molto pericolose e di lasciare il Guatemala. Non seppi più nulla di loro"  ha dichiarato Alvarez al giornale, che ha concluso che se l'FBI avesse interrogato allora l'impresario Alvarez, avrebbe saputo come Posada stesse pianificando gli attentati dell'Avana. Neppure Alvarez sarà convocato a El Paso.

 

Kiszynski raccontò come investigò, nel luglio del 1998, su due barche  alla fonda in una marina di Miami il cui proprietario stava preparando un'operazione terroristica contro Cuba. Ma l'agente speciale non trovò né esplosivi né armi.

 

Ciò che Kiszynski non precisa è che il proprietario, Enrique Bassas, è uno degli individui che si sono incontrati con Luis Posada Carriles, precisamente nel luglio 1998, tra il 19 e 21, presso l'Holiday Inn di Città del Guatemala, per preparare un altro piano di attentato per assassinare il presidente cubano, che doveva partecipare al Vertice dei Capi di Stato dei Caraibi, in Santo Domingo.

 

Non ha neppure detto che Bassas conosceva Posada nella provincia cubana di Cienfuegos, dove sono nati entrambi, giacché furono membri dell'Esercito Segreto Cubano del famigerato terrorista Sixto Reynaldo Aquit Manrique.

 

 

Indagò sugli attentati di L'Avana

 

 

George Kiszynski è talmente legato a tutto l'insieme del dossier del terrorista internazionale, che indagò perfino gli attentati che Posada ha confessato aver provocato a L'Avana nel 1997, secondo un rapporto ufficiale della polizia federale nord americana, declassificato lo scorso 18 maggio.

 

Il 15 giugno 1998, come risultato diretto di una comunicazione al presidente Bill Clinton fatta il mese precedente dallo scrittore colombiano Gabriel García Márquez, su richiesta del Presidente Fidel Castro, arrivò a L'Avana una delegazione dell'FBI che si riunì il 16 e 17 giugno 1998 con esperti cubani.

 

I tre funzionari degli Stati Uniti ricevettero allora un'ampia informazione sugli attentati avvenuti a Cuba nell'anno anteriore che includeva, tra l'altro, 64 pagine che fornivano prove circa 31 azioni e piani terroristici contro Cuba sviluppati tra il 1990 e il 1998 sotto la guida della Fondazione Nazionale Cubano Americana (FNCA) di Miami.

 

Tra gli elementi di prova offerti, vi erano anche campioni degli esplosivi usati nella fabbricazione di bombe disinnescate prima di esplodere.

 

I funzionari dell'FBI s'impegnarono ad informare, nel più breve tempo possibile, la parte cubana dei risultati delle loro analisi dei materiali consegnati. Non lo hanno mai fatto.

 

Il documento di tre pagine declassificato è stato depositato come elemento in più di prova davanti al tribunale di El Paso, che deve procedere a giudicare Posada.

 

Datato 13 novembre 1998, le prime due pagine del documento riferiscono che il 17 giugno dell'anno precedente "un esame sul terreno di quattro detonatori elettrici si è realizzato a L'Avana, Cuba" e prosegue dando le "specifiche degli esemplari esaminati",  quattro detonatori marchio DuPont di fabbricazione USA.

 

La terza pagina - una lettera esplicitamente indirizzata al capo dell'FBI di Miami - si riferisce a tre campioni di esplosivo esaminati, precisando che i risultati della loro analisi venivano allegati. Subito dopo l'ultimo paragrafo, appare scritto a mano, il cognome Kiszynski. Questa è un'ulteriore prova della stretta relazione tra la polizia federale degli Stati Uniti ed il terrorismo cubano-americano. Si spiega quindi l'assenza di Kiszynski nella nuova farsa di El Paso. Al New York Times, lo stesso Posada ha detto: "Come potete vedere, a me non danno fastidio né la CIA né l'FBI".

 

Matthew J. Archambeault, allora avvocato di Posada confessò, il 31 agosto 2005, che il suo cliente non desiderava continuare a testimoniare per "evitare di danneggiare questioni sensibili di sicurezza degli Stati Uniti e di altri paesi". E disse ancora: Posada "sa molto e se parla potrebbe essere dannoso per l'FBI, la CIA e il governo in generale".