L'inutile desiderio e il

cammino sbagliato

 

 

 

13 aprile 2012 - Iroel Sanchez http://lapupilainsomne.jovenclub.cu/


 

 

 

"La strada per il ritorno di Cuba al sistema interamericano sta lì e noi aneliamo che Cuba segua questa strada il più presto possibile" ha dichiarato il consigliere speciale del Presidente Barack Obama per l'America Latina, Dan Restrepo, in un dialogo con i giornalisti alla vigilia del viaggio del Presidente degli Stati Uniti in Colombia questo venerdì per partecipare al cosiddetto Vertice delle Americhe.

Ciò gli Stati Uniti chiamano "Sistema Interamericano" è la trama dell'Organizzazione degli Stati Americani (OSA), il fallito mezzo di controllo politico che Washington ha concepito dopo la Seconda Guerra Mondiale per vigilare i suoi interessi nella regione, come strumento della Guerra Fredda. Perché "Cuba segua questa strada il più presto possibile" gli USA hanno provato di tutto in questi cinquant'anni:
invasioni, terrorismo, guerra economica e campagne mediatiche. Tuttavia, alla fine, l'America ha finito per essere altra e il "sistema interamericano" è rimasto obsoleto a fronte di questa realtà.

Mentre si avvicina l'evento di Cartagena, la maggior parte dei governi latinoamericani stanno manifestando perché questa sia l'ultimo vertice senza Cuba. Lo ha fatto il presidente ospite, Juan Manuel Santos, nell'inaugurare, ieri, il Centro Stampa del Vertice: "Non ho la sfera di cristallo per predire il futuro, io spero che sia l'ultimo Vertice senza Cuba, spero che potremo andare avanti e costruire ponti, ponti efficaci perché sia l'ultimo vertice senza Cuba". Santos è forse uno dei più stretti alleati degli Stati Uniti nella regione e si é trovato in una difficile posizione per lo sforzo degli Stati Uniti di escludere l'isola

Contro l'ossessione USA di escludere Cuba si sono pronunciati, in una dichiarazione congiunta in vista del Vertice, i ministri degli Esteri di
Argentina e Brasile. La presidente brasiliana, Dilma Rousseff, ha posto il tema ad Obama durante la sua visita negli Stati Uniti e secondo quanto rivelato,  successivamente, dalla stessa Rousseff il presidente degli Stati Uniti non ha risposto.

Il presidente del
Messico, l'altro paese della regione che con Argentina e Brasile integra l'esclusivo G-20, è in visita a Cuba e non precisamente per rappresentare gli interessi degli Stati Uniti. Tutti i paesi del continente, con l'ovvia eccezione degli Stati Uniti, votano alle Nazioni Unite contro il blocco a Cuba e la nascente Comunità degli Stati dell'America Latina lo ha condannato nella sua riunione di fondazione. Eppure, Washington ritiene ancora che la strada sbagliata sia quella del governo dell'Isola

Ciò che viene detto, anche dagli stessi alleati degli USA, è abbastanza chiaro e lo ripeteranno a Barack Obama a Cartagena de Indias: O Cuba c'é nel Vertice delle Americhe o non c'é più "Sistema Interamericano".

 

Non solo per Cuba, ma per la maggior parte dell'America Latina i tempi sono passati.

 

 

El anhelo inútil y el camino equivocado

Iroel Sánchez

“El camino para el regreso de Cuba al sistema interamericano está allí y nosotros anhelamos que Cuba siga ese camino lo antes posible”, declaró el asesor especial del presidente Barack Obama para América Latina, Dan Restrepo, en diálogo con periodistas en vísperas de que el presidente norteamericano viaje a Colombia este viernes para participar en la llamada Cumbre de las Américas.

Lo que Estados Unidos llama “Sistema Interamericano” es la urdimbre de la Organización de Estados Americanos (OEA), el fracasado medio de control político que Washington concibió después de la Segunda Guerra Mundial para velar por sus intereses en la región como un instrumento de la Guerra Fría. Para “que Cuba siga ese camino lo antes posible” EE.UU. lo ha intentado todo durante cincuenta años: invasiones, terrorismo, guerra económica y campañas mediáticas. Sin embargo, a la postre, América ha terminado siendo otra y el “sistema interamericano” ha quedado obsoleto frente a esa realidad.

Mientras se acerca el evento de Cartagena, más gobiernos latinoamericanos se están manifestando porque esta sea la última cumbre sin Cuba. Así lo ha hecho el presidente anfitrión, Juan Manuel Santos, al inaugurar ayer el Centro de Prensa de la Cumbre: “No tengo una bola de cristal para predecir el futuro, yo espero que sea la última cumbre sin Cuba, espero que podamos avanzar y tender puentes, unos puentes efectivos para que esta sea la última cumbre sin Cuba”. Santos es quizás uno de los aliados más cercanos de Estados Unidos en la región y se ha visto en una difícil posición por el empeño norteamericano en excluir a la Isla.

Contra la obsesión estadounidense por excluir a Cuba se pronunciaron en una declaración conjunta de cara a la Cumbre los cancilleres de Argentina y Brasil. La presidenta brasileña, Dilma Rouseff, acaba de abordarle el tema a Obama durante su visita a Estados Unidos y según reveló posteriormente la propia Rousseff el presidente estadounidense no replicó.

El presidente de México, el otro país de la región que junto a Argentina y Brasil integra el exclusivo G-20, se encuentra de visita en la mayor de las Antillas y no precisamente para representar los intereses de EE.UU. Todos los países del continente, con la obvia excepción norteamericana votan en Naciones Unidas contra el bloqueo a Cuba y la naciente Comunidad de Estados Latinoamericanos lo ha condenado en su reunión fundacional. Pero aún así, Washington cree que el camino equivocado lo lleva el gobierno de la Isla.

Lo que se está diciendo hasta por los propios aliados norteamericanos es bastante claro y se lo van a repetir a Barack Obama en Cartagena de Indias: O Cuba va a las Cumbres de las Américas o no hay más “sistema interamericano”. No solo para Cuba, sino para la mayor parte de Latinoamérica ya pasaron los tiempos