Qualche giorno fa sono stati divulgati dei
documenti ufficiali nordamericani del National Security Archive che rivelano (se ce ne fosse ancora bisogno) che Washington opera contro il governo cubano con un programma di “democratizzazione” dell’isola attraverso una “attività operativa” che richiede “una discrezione continua” per portare a buon fine diversi “progetti di transizione”.
Questi documenti sono stati esibiti durante la causa intentata da Alan Gross e da sua moglie contro l'USAID e il Development Alternatives Inc. DAI struttura alle cui dipendenze lavorava Gross durante la sua missione a Cuba del 2009, quando è stato arrestato per aver cercato di collocare in maniera clandestina attrezzature sofisticate di comunicazione. Development Alternatives Inc. è una dei principali contrattisti dell’USAID, l’Agenzia nordamericana collegata alla CIA che adesso è accusata dai Gross di non aver preparato, addestrato e protetto il loro agente durante la sua missione clandestina a Cuba.
Durante un
Un dirigente del DAI ha testimoniato in Tribunale che funzionari dell’USAID hanno segnalato che il programma per Cuba presentava rischi soprattutto per “costruire la rete richiesta di promotori della democrazia e dei diritti umani a Cuba” (National Security Archive:
<ahref=”http://www.gwu.edu/~nsarchiv/NSAEBB/NSAEBB411/”>www.gwu.edu/~nsarchiv/NSAEBB/NSAEBB411/).
Peter Kornbluh, del National Security Archive che si è
incontrato nel 2012 a Cuba con il prigioniero Gross, aveva
consigliato al governo Obama di negoziare e risolvere il
caso Gross con le autorità cubane condividendo la
preoccupazione della DAI “in quanto lo sviluppo della
storia, in questo caso durante le more del giudizio,
potrebbe creare rischi significativi per gli interessi della
sicurezza nazionale, per la politica estera e per i diritti
umani del governo degli Stati Uniti”.
L’avvocato Pertierra che si occupa dei rapporti fra Cuba e
gli Stati Uniti, in un’intervista al quotidiano messicano
“La Jornada” è sicuro che si è solo all’inizio di una serie
di rivelazioni che dimostrano che Gross non era a Cuba solo
per consegnare materiale elettronico alla comunità ebraica,
ma aveva la missione di stabilire una rete alternativa di
dissidenti funzionale agli interessi degli Stati Uniti,
aveva, cioè, una missione destabilizzatrice.
Il caso Gross potrebbe servire per ottenere, finalmente, il
ritorno in patria dei
Cinque
cubani i quali, contrariamente
a Gross non avevano lo scopo di destabilizzare gli Stati
Uniti, ma quello di evitare gli atti di terrorismo che dagli
Stati Uniti continuano a mantenere inquieta la società
cubana.