10 giugno 2004 - J.G.Allard www.granma.cu

 

 

 

Roger Noriega e la mafia cubano -americana

 


Una foto vale più

di mille parole

 

Dr. Angel Garrido, Luis Zúñiga, Roger Noriega, Horacio García, Ricardo Mayo y Feliciano Foyo

 


“Una delegazione del Consiglio per la Libertà di Cuba, CLC, ha tenuto riunioni ad alto livello a Washington DC – a proposito della raccomandazioni del 10 aprile del 2003 fatte dall’amministrazionninoska pereze Bush, con l’obiettivo di imporre nuove sanzioni al regime di Fidel Castro”, come annunciava trionfalmente un comunicato del CLC del 2 maggio del 2003 firmato da Luis Zuñiga e da Ninoska Pérez Castellón.

 

È cominciato così la spettacolare assurdità della Casa Bianca che non solo sta maneggiando adesso l’insieme della politica di ostilità contro Cuba, ma minaccia persino direttamente la stessa rielezione di Bush.

 

Non si possono avere dubbi: il recente annuncio di una serie di restrizioni che colpiscono con crudeltà le famiglie cubane non sono il prodotto di un’ispirazione repentina della Casa Bianca e dei think tancks che la ispirano... Si tratta del risultato diretto della cospirazione che ha portato al Rose Garden i capi del Cuban Liberty Council, il nuovo gruppo formato dagli estremisti più fanatici di Miami, tutti vincolati al terrorismo contro Cuba. Una piccola truppa di mafiosi, un Ku Klux Klan versione Bacardí che è penetrato e ricatta le più alte sfere dell’amministrazione nordamericana e propone persino la distruzione militare dell’Isola.

 

Il comunicato di quel giorno di maggio del 2003, sosteneva la delegazione composta dai membri del direttivo del CLC Elpidio Nuñez, Horacio García, Luis Zuñiga e Angel Garrido, si è era incontrata nel Dipartimento di Stato con Dan Fisk, vice segretario aggiunto per gli affari dell’emisfero occidentale del dipartimento di stato e con Otto Reich, inviato speciale dell’amministrazione per l’emisfero occidentale.

 

Inoltre la delegazione aveva avuto incontri nella Casa Bianca con membri del Consiglio di Sicurezza Nazionale, per discutere quattro punti proposti precedentemente, che includevano:

 

La sospensione dell’invio di rimesse a Cuba.

 

La sospensione di tutti i viaggi a Cuba.

 

L’imposizione di sanzioni multilaterali.

 

L’emissione di avvisi preventivi nel caso di un esodo massiccio di cubani verso gli USA.

 

La delegazione del CLC aveva avuto l’opportunità di incontrare congressisti e senatori presenti alla nomina di Roger Noriega quale vicesegretario di stato per l’America Latina.

 

Questo è il jolly delle misure che hanno provocato adesso l’ondata di scontento nella comunità, che sta facendo tremare lo stesso presidente che si rende conto che gli sta sfuggendo stavolta, e forse definitivamente, il voto di Miami Dade per colpa di una banda di mafiosi. Bush forse si dovrà ritirare nella sua fattoria del Texas.

 

Lo stesso 2 maggio dell’anno scorso i capi del CLC ritornarono in Florida con un volo 207 della US Airways a Fort Lauderdale, bevendo champagne, con la convinzione di aver vinto la lotteria quando avevano spinto il presidente in quello che un buon cubano chiama “tremendo embarque” ( terribile impegno).

 

 

Quando termina la guerra contro il terrorismo

 

 

Il comunicato del CLC contiene senza dubbio un’eloquente omissione: la delegazione del CLC era andata a reclamare l’eliminazione dei vincoli familiari tra i cubani degli Stati Uniti e quelli dell’Isola e non si componeva solo dei quattro individui nominati...

 

Erano presenti nella comitiva mafiosa anche Alberto M. Hernández, Feliciano Foyo, Ricardo Mayo e Ignancio Sánchez.

 

È molto interessante la foto scattata da Edgar Becerra nello stesso salone di protocollo del Dipartimento di Stato, nella quale si notano anche alcuni distinti “desaparecidos”. Si vedono Angel Garrido, Luis Zuñiga, Roger Noriega, Horacio García, Ricardo Mayo, Feliciano Foyo, ma non appaiono Alberto M. Hernández, Elpidio Nuñez e Ignacio Sánchez, che avevano preferito restare al di là delle cortine!

 

Inoltre manca l’altro complice del CLC a Washington, il Segretario alla Casa e Sviluppo urbano, Mel Martínez, che aveva incontrato Luis Zuñiga in una riunione privata nello stesso giorno durante il quale si era insistito sulla necessità di imporre le disastrose misure contro le famiglie, proposte dal CLC.

 

Ma perché giocavano a nascondersi? Cose da mafiosi e da terroristi!

 

Tutti questi personaggi hanno vincoli, in un modo o in un altro, con il terrorismo contro Cuba che fin dal trionfo della Rivoluzione è stato maneggiato a Miami e che è costato migliaia di vittime.

 

I casi più famosi sono quelli di Zuñiga, Hernández, García, Foyo e Sánchez.

 

In poche parole - si potrebbe scrivere un libro sul tema – Zuñiga, da sempre attivo nella CIA, se ne andò da Cuba nel 1970 dalla la Base Navale di Guantanamo e poi venne catturato nel 1974 mentre cercava d'infiltrasi nell’Isola. Liberato nel 1988 ritornò a Miami negli anni’90. Lavorava per la Commissione di sicurezza, un comitato paramilitare della FNCA, incaricato delle attività di terrorismo. Egli aveva reclutato allora dei cubani che viaggiavano negli Stati Uniti per la realizzazione di sabotaggi nell’Isola. Questo sinistro personaggio è colui che ha reclutato il guatemalteco Percy Alvadarado Godoy per realizzare azioni di terrorismo contro Cuba. Alvarado in realtà era l’agente Frayle della sicurezza cubana.

 

Hernández è stato un membro della Commissione di Sicurezza della FNCA che ha diretto, dopo la morte del fondatore e operativo della CIA, Jorge Mas Canosa. Hernández è stato in El Salvador nella prima settimana di agosto del 2000 per incontrare il terrorista internazionale Luis Posada Carriles. Egli propose allora a Posada l’esecuzione di un piano per assassinare il Presidente Fidel Castro, approfittando del Summit ispano - americano di Panama. Pagava tutte le spese, come l’acquisto degli esplosivi e delle armi, i viaggi, le comunicazioni, l’affitto di abitazioni e il pagamento degli esecutori. Posada venne arrestato mentre andava a distruggere l’anfiteatro dell’università di Panama; uno dei complici di Posada, l’assassino Gaspar Jiménez che è detenuto a Panama a sua volta, gli faceva da guardia del corpo.

 

García è un super milionario, padrone di ristoranti Mc Donalds, vincolato al contrabbando di opere d’arte. È stato uno dei capi della Commissione di Sicurezza della FNCA ed ha finanziato direttamente operazioni di terrorismo ed ha partecipato anche al traffico di dollari falsi verso Cuba.

 

Foyo e lo stesso Posada Carriles hanno raccontato al New York Times in una serie di articoli pubblicati il 11, 12 e 13 luglio del 1998 chi era che procurava le decine di migliaia di dollari per le loro operazioni contro Cuba.

 

Di Sánchez basta dire che è l’avvocato della fabbrica di rum Bacardí, il cui defunto zar, José Pepín Bosch, aveva sognato di bombardare le raffinerie cubane di petrolio nazionalizzate ed aveva creato un gruppo terrorista, il RECE, per il quale aveva designato come capo militare nientemeno che Luis Pasada Carriles in persona. Il contributo di Sánches alla legge genocida Helms Burton è stato così notevole che un senatore, con molta ironia, ha detto che la legge si dovrebbe chiamare Helms Bacardí Protection Act!

 

Nuñez, socio di Orlando Bosch e di Luis Posada, ha realizzato gestioni in molte opportunità; Mayo è vincolato alla Bacardí terrorista; Garrido raccoglie gli assegni dei dissidenti attraverso la Fundacion Lawton, ma si mette il denaro nelle tasche e manda una miseria ai mercenari.

 

Tutti costoro hanno sostenuto la liberazione di Orlando Bosh, il terrorista più pericoloso del continente secondo il FBI. Tutti si sono opposti istericamente al ritorno di Elian González a Cuba, con suo padre e tutti attualmente partecipano con il terrorista Santiago Álvarez, alla raccolta di fondi per sostenere Luis Posada Carriles e i suoi complici detenuti a Panama.

 

Tutti vogliono che Cuba diventi un secondo Iraq

 

Nessuno ha famiglia nell’Isola.

 

Costoro sono quelli che impongono al popolo nordamericano una politica su Cuba che lo stesso capo di gabinetto della segreteria di stato, Larry Wilkerson ha definito recentemente “la più stupida sulla faccia della terra!”

 

Una politica che ovviamente costerà molto cara a Bush nel momento del voto!