Ritorno alla schiavitù
La presunta transizione a Cuba che stanno pianificando gli Stati Uniti, non solo avverrà con il controllo di questo paese ma inoltre l’Isola verrà poi governata dal poderoso vicino del nord, come si legge nel testo di 500 pagine elaborato dal detto “Comitato per una Cuba libera” che Bush ha reso noto ai primi di maggio.
Il presidente del Parlamento cubano , Ricardo Alarcón, ha analizzato il tema durante la Conferenza dei Filosofi e degli Scienziati Sociali cubani e nordamericani ed ha parlato del documento del quale si conoscono alcune misure per asfissiare l’economia dell’Isola e destabilizzare il governo; è evidente che l’intenzione del governo di Bush è colonizzare Cuba.
Mentre aumenta la tendenza alla normalizzazione delle relazioni, si nota la contraddizione tre il potere di questa amministrazione e il numero delle persone che si oppongono alla sua politica. Nessuno ha chiesto al Congresso o alla popolazione degli USA cosa pensano di queste proibizioni sui viaggi! Chi ha chiesto alla popolazione se vuole, a suo nome, colonizzare nuovamente Cuba proprio nell’anno in cui si compiono due secoli dalla fine della schiavitù? ha chiesto Alarcón.
Al di là della crudeltà delle misure che danneggiano le famiglie cubane e violano i diritti dei nordamericani, ha commentato, si deve analizzare il contesto nel quale si inseriscono. Oltre a terminare con il sistema cubano, l’altro compito proposto nella prefazione del documento è identificare i programmi del governo degli Stati Uniti che “potranno aiutare i popolo cubano durante la transizione”.
Dopo l’eliminazione della Rivoluzione - senza escludere l’opzione militare - i promotori hanno calcolato che si dovrà risolvere come priorità il problema dei reclami delle proprietà per cui il governo degli USA stabilirà i meccanismi immediati attraverso una commissione federale che verrà remunerata dai contribuenti.
Il documento rivela il livello dei vincoli dell’amministrazione di Bush con la mafia di Batista, annessionista, che sta usando il popolo nordamericano per recuperare le proprietà a Cuba. Bush sta attuando agli ordini di gangster e banditi della Florida.
Il documento, redatto dalla famosa Commissione, a proposito del tema delle proprietà si riferisce non solo e quelle commerciali ma anche alle residenze agrarie. Credo che i nostri contadini abbiano il diritto di sapere che verranno eliminate tutte le proprietà cooperative e si renderanno le terre ai latifondisti. A pagina 14 si descrive lo sgombero.
Nel Capitolo IIIº, ha segnalato Alarcón, si espone che “non sarà facile realizzare questi obiettivi”, per cui si annuncia la creazione di una forza di polizia perchè un’altra priorità saranno i meccanismi di repressione.
Senza usare un linguaggio sottile, ha commentato, si pianifica l’eliminazione dei sussidi statali e l’interruzione dei pagamenti ai pensionati. Capitolo per capitolo il documento tocca tutti gli aspetti della vita del paese, riferendosi ad azioni disegnate dal governo degli USA.
Dopo aver letto ogni pagina si può capire che è evidente un ritorno al capitalismo, ma dire questo è come insultare i capitalisti... si tratterebbe di un ritorno ad un regime nel quale, sparita l’istituzionalità democratica, ci si troverebbe di fronte all’eternità di un conflitto tra i due paesi, in una guerra perenne, prima di tutto per l’eliminazione del governo rivoluzionario, per le misure e le pressioni che non funzionano perchè non riescono a spezzare la Rivoluzione. Così dovranno usare l’aggressione militare e poi continuerebbe la guerra. Questa situazione, ha sostenuto Alarcón, costerebbe un prezzo molto alto per la società nordamericana, poiché la resistenza dei cubani sarebbe infinitamente superiore a quella che le truppe degli USA stanno affrontando in Iraq.
|
|
Le nuove restrizioni di viaggi a Cuba dagli Stati Uniti sono illegali e incostituzionali
23 maggio 2004
Quattro anni fa il Congresso nordamericano ha tolto al Presidente la facoltà di regolare i viaggi a Cuba, ha ricordato Ricardo Alarcon, e questa facoltà è rimasta esclusivamente al Congresso stesso.
Il presidente del parlamento cubano, Ricardo Alarcon de Quesada, ha affermato che le nuove restrizioni sui viaggi a Cuba approvate da Bush sono illegali e incostituzionali.
In un'intervista rilasciata all'Avana il 23 maggio e diffusa poi da Franceso Aruca, direttore e conduttore di Radio Progresso Alternativa, nel suo programma Ayer, a Miami, il presidente del parlamento cubano ha spiegato le sue dichiarazioni.
I precedenti
Per comprendere sino in fondo si deve ritornare al 6 ottobre del 2000, quando venne presentata una relazione durante una conferenza che riguardava la legge di finanziamento dell'agricoltura.
Prima, nelle due camere, quella dei rappresentanti e del senato, era stata approvata un emendamento relativo alle sanzioni unilaterali imposte dagli USA sul commercio di alimenti e medicinali, con l'obiettivo di eliminare queste sanzioni unilaterali.
Questo includeva Cuba e altri paesi. Dopo un processo molto complicato il Comitato della Conferenza cambiò drasticamente la natura e lo spirito del testo originale. Finalmente si autorizzarono le esportazioni degli alimenti nordamericani a Cuba, con condizioni molto vincolanti, pagamento in contanti, nessun credito e molte altre limitazioni.
Grazie allo sforzo di alcuni congressisti, soprattutto i cubano americani Lincoln Diaz Balard e Ileana Rossi Lethinen, che lavorarono assieme a Tom DeLay e ad altri leader della Camera dei rappresentanti, si ottenne di rafforzare l'embargo contro Cuba, non solo con le limitazioni che s'imposero a questo ristretto commercio, ma anche perché si codificarono i regolamenti dell'amministrazione relativi ai viaggi a Cuba.
Cioè quello che sino a quel momento era privilegio dei dirigenti divenne legge. Io ricordo, ha sottolineato Alarcon, che vidi la Sig. Ross Lethinen e il Sig. Diaz Balard in una TV di Miami, che sostenevano che non era solo una vittoria storica, ma che quella era la più importante vittoria della loro carriera. Avevano trasformato in legge quello che prima era facoltà del presidente.
Perché sino a quel momento i regolamenti sui viaggi erano la sola area, con riferimento a Cuba, restata nelle mani del presidente. La legge Helms Burton aveva tolto all'amministrazione la conduzione della politica verso Cuba trasformandola in una legge; questo vuol dire che prima di rivedere le relazioni diplomatiche qualsiasi amministrazione dovrà rivolgersi al Congresso e ottenere una modifica della Helms-Burton. Ma i viaggi non erano compresi nella legge. Non so perché, si é chiesto Alarcon, forse avevano tanta fiducia che si dimenticarono il tema e va ricordato che negli anni '90 l'amministrazione di Clinton, lo stesso presidente che poi firmò la Helms Burton, aveva creato una nuova area di viaggi, come la Popolo a popolo che lui pensava potesse servire agli interessi della politica degli USA, anche per non chiudere le porte tra i due paesi (senza però aprirle), facilitare i viaggi e altro.
Il 6 ottobre il Comitato della Conferenza presentò una legge sull'agricoltura, con la Sezione 910, che dichiarava che si autorizzavano i viaggi per vendere prodotti agricoli. Così dovette aggiungere una nuova licenza ai regolamenti esistenti. Immediatamente dopo diceva che oltre alle nuove categorie e a quelle esistenti per viaggiare a Cuba in quel momento, non se ne sarebbero aggiunte altre: nessun'altra categoria, nessun viaggio. Con quell'azione trasformarono in legge quello che sino all'ottobre del 2000 era privilegio dell'amministrazione e trasformarono l'area in una pietra come disse il presidente Clinton.
In effetti una piccola frase della Sezione 910 dice: Questo titolo entrerà in vigore il giorno dell'approvazione di questa legge e verrà applicato successivamente in qualsiasi anno fiscale. In altre parole si aggregava, come disse la rappresentante Ross Lethinen, un complemento necessario alla Helms-Burton per riempire una breccia che inavvertitamente era stata dimenticata. Era quella che si riferiva ai viaggi, i soli che erano rimasti a livello amministrativo sino all'ottobre del 2000.
Dodd aveva avvisato che se ne sarebbero pentiti
Alarcon, per sottolinearlo, ha citato le parole esatte del senatore Christoper Dodd. Rispetto la codificazione delle restrizioni esistenti sui viaggi dei nordamericani che desiderano visitare Cuba, io credo che quest'azione sia una cosa vergognosa e irresponsabile. Io pronostico agli autori di questa disposizione che giungerà il giorno in cui si pentiranno profondamente di aver eliminato questa e altre discrezioni dell'amministrazione. Quella fu la fine della discrezione dell'amministrazione, non in quell'anno fiscale, ma per tutti gli anni a venire e per tutti i presidenti successivi.
Dodd disse questo, ma ci furono altri, come il senatore Baucus del Montana, un altro democratico che aveva detto, per mettere sale sulle ferite, che I membri repubblicani del Comitato della Conferenza, hanno accordato di codificare in legge le attuali restrizioni amministrative sui viaggi a Cuba. Quest'azione ha eliminato la flessibilità di questo presidente e dei futuri presidenti per liberalizzare o meno le restrizioni in questione.
L'altra faccia della moneta
Vediamo adesso l'altra faccia della moneta.
I repubblicani. Il rappresentante Sanford che era membro del congresso nell'epoca e adesso governatore della Carolina del Sud è stato molto attivo, come altri repubblicani, nella lotta per porre fine alle proibizioni di viaggi e in generale per tutte. Le sue parole: Codificando le attuali restrizioni di viaggi si proibisce a questo presidente e a qualsiasi altro presidente futuro di realizzare cambiamenti nell'attuale regolamento sui viaggi.
Le dichiarazioni citate vennero espresse durante la sessione del Congresso nella quale venne presentata la relazione del Comitato della Conferenza. In quel momento i membri del comitato spiegarono il significato del progetto legge e le sue intenzioni. Era chiaro che le parti lo vedevano come uno strumento per togliere potere al presidente; lo stavano facendo proprio poco prima delle elezioni e le due parti volevano essere vincitrici. Stavano togliendo autorità al presidente e a coloro che lo avrebbero seguito perché, chiarirono bene, che non era una legislazione per un anno ma si applicherà successivamente in qualsiasi anno fiscale. A partire da quel momento nessun presidente degli USA avrebbe mai più avuto l'autorità d'eliminare o rafforzare, liberalizzare o meno i regolamenti sui viaggi a Cuba.
Diaz Balart cantava vittoria
Non voglio offendere, ha concluso Alarcon, ma tecnicamente quanto ha annunciato Bush è semplicemente illegale. L'amministrazione sta interferendo in un'area che le è proibita per legge, una legge che fu benvenuta per la stessa gente che adesso vuole privare i cubano americani dei diritti fondamentali.
Il The Washington Post dell'8 ottobre pubblicava un articolo sul tema, di una giornalista molto seria e molto rispettata, Karen de Young, che scriveva citando il rappresentante Lincoln Diaz Balart che aveva detto che quella era stata una tremenda vittoria... Karen spiegava che la vittoria era anche l'eliminazione delle facoltà del presidente per rendere più agevoli o per rafforzare le restrizioni dei viaggi ai nord americani, congelando le attuali proibizioni di regolazione per tutti i viaggi dei cubano americani meno uno annuale e diminuendo le licenze per tutti gli altri, congelando la legge, nonostante il voto di un'assoluta maggioranza della camera che era contrario. Bastava ricordare che quell'anno la camera aveva votato approvando decisamente l'eliminazione di tutte le proibizioni sui viaggi.
Un editoriale del Sun Sentinel del 19 ottobre descriveva quello che sarebbe successo con queste parole: La proposta toglie al presidente il potere per stabilire le restrizioni sui viaggi e la consegna al Congresso. Questa è una maniera semplice e diretta per dirlo. Va ricordato che la legislatura era un emendamento alla legge di finanziamento all'agricoltura. Non c'era niente di raccomandabile per un politico, soprattutto nell'ottobre di un anno di elezioni nell'opporsi a una legge che implicava decine di migliaia di milioni di dollari per la comunità agricola... Quella era una parte del trucco. Ma il Sun Sentinel considerava di vitale importanza il tema dei viaggi e lo considerava pertinente, tanto che invitò Clinton a vietare la legge. Permettetemi di citare l'ultima parte dell'editoriale, ha aggiunto Alarcon.
Il presidente Clinton si deve mantenere fermo contro questa cattiva idea, anche se questo significa vietare la legge delle spese per l'agricoltura!
I cubani vengono discriminati negli USA
Ci sono molti temi fondamentali implicati, ovviamente. Il più importante la violazione dei diritti umani, dei diritti individuali, familiari dei cubani, a Cuba e negli USA. Si tratta di una violazione della costituzione degli Stati Uniti. I cubani e i cubano americani vengono discriminati e la Costituzione degli USA proibisce qualsiasi discriminazione tra i cittadini nordamericani e residenti legali nell'Unione. Il cubano è il solo gruppo etnico con limitazioni, anche prima di questa nuova crudele intenzione. Legalmente esiste la possibilità di visitare il paese di origine una volta l'anno con un permesso generale... Inoltre i cubani possono chiedere permessi speciali per andare a Cuba. Questo è stato codificato dal Congresso nell'ottobre del 2000 e si tratta di una situazione legale.
Questa situazione legale, la situazione attuale, continua ad essere una violazione ai diritti perché il governo federale non interviene nelle relazioni di altre comunità etniche, irlandesi- americani, italo americani, etc. Costoro possono andare e venire nel loro paese di origine quante volte desiderano, inviare denaro, cose o quello che vogliono.
I cubani sono discriminati e questi metodi che l'amministrazione vuole imporre adesso contro la legge saranno ancora più crudeli e violeranno ancora di più i diritti di questi cubani. Però credo che sia importante comprendere l'importanza del tema per i cubani che vivono nei due paesi perché è una violazione ad altri principi costituzionali.
Una chiara violazione delle prerogative del Congresso. La base della Costituzione degli USA è la separazione dei poteri! Il Congresso esercita il suo potere e nel 2000 ha tolto al presidente la facoltà di apportare cambiamenti o modificazioni ai regolamenti sui viaggi a Cuba, ma se il presidente oggi vuole imporre la sua volontà attacca le prerogative del Congresso e crea un precedente molto pericoloso che va al di là del tema Cuba. I nordamericani dovrebbero preoccuparsi di vivere in un paese dove le leggi non significano nulla, dove un'amministrazione come quella attuale può ignorare e violare quello che chiaramente è divenuto legge e può anche attaccare un principio fondamentale come quello delle prerogative del potere legislativo. I senatori, i deputati, l'opinione pubblica nordamericana possono sopportare tutto questo? |
Intervista a Ricardo Alarcón, Presidente del Parlamento cubano
"Sadici senza redini né freno"
Liset García - Bohémia, 21 maggio di 2004
Il presidente dell'Assemblea Nazionale del Potere Popolare, Ricardo Alarcón, analizza, in esclusiva per i lettori di Bohémia, le ripercussioni delle misure annunciate da Washington ed i pericoli che incombono su Cuba. A poche ore dalla conclusione della straordinaria marcia degli abitanti di l'Avana di fronte all'Ufficio d’ Interessi degli Stati Uniti, svoltasi venerdì 14 di maggio, Bohémia ha conversato con Ricardo Alarcón di Quesada, Presidente del Parlamento che, ancora colpito da questa dimostrazione popolare, valuta il momento attuale che vive la nazione cubana.
- Che implicazioni ha, in termini politici, il denominato progetto per la transizione, annunciato dall'amministrazione Bush? Quale può essere il suo impatto tra i cubani?
- Si tratta di un documento appartenente alla categoria dell'Emendamento Platt, con intenzioni essenzialmente annessioniste. In quasi 500 pagine, espone nient'altro e niente meno che un progetto d’organizzazione della società cubana sotto l'occupazione nordamericana. Dal sistema politico, l'organizzazione sociale, il suo ordinamento giuridico, i servizi sociali; tutta la vita del paese appare irregimentata e controllata dagli Stati Uniti. È la continuazione ed applicazione della Helms - Burton che prevede tutto questo. "In quella legge si contempla che in qualsiasi momento si sarebbe designato un coordinatore nordamericano. Come Bremer in Iraq, così anche per Cuba. Ma annuncia che Bush lo nomina ora e che già incomincia ad agire, col fine di provocare la fine della Rivoluzione e dirigere tutto il processo successivo. "Nel documento si annuncia come questa Cuba sarebbe: privatizzazione dell'economia; riconvertirla al modello neoliberale, incominciando da quello che qualificano come una delle priorità principali cioè la rapida devoluzione di tutte le proprietà nazionalizzate dalla Rivoluzione. "Un paragrafo molto grave, rischioso, una provocazione, è utilizzare un aereo militare per trasmettere i segnali della radio e della televisione, malamente chiamati Martí, come strumenti di propaganda contro Cuba. Ciò non si è mai accaduto nel mondo in condizioni di pace. Significa un’evidente violazione del diritto internazionale e delle norme dell'Unione Internazionale di Comunicazioni, le quali proibiscono l'impiego d’imbarcazioni aeree e marittime per trasmissioni, perché interferiscono nello spettro radioelettrico internazionale di qualunque paese, ostacolano la sicurezza aerea e la navigazione. Ovviamente, è una violazione della sovranità cubana, perché questo spazio è tanto parte del territorio come l'acqua, la terra, i fiumi. "Altri paragrafi molto menzionati dai mezzi internazionali sono i viaggi e le rimesse. Si tratta di misure evidentemente dirette contro una parte dei cubani e della popolazione di origine cubana che vive negli Stati Uniti. Portano un carico dispregiativo speciale, di odio, contro gli emigrati degli ultimi dieci anni, come si riflette nel discorso di Roger Noriega, assistente del Sottosegretario di Stato, durante la presentazione pubblica del documento. Sono una quantità rispettabile, circa 20000 all' anno, dopo la stipula degli accordi migratori. Sono emigrati pacificamente, in maniera civile e legalmente, per ragioni familiari ed economiche, senza che possano essere individuati come elementi negativi, né terroristi, né batistiani. Stanno togliendoli il diritto di visitare il loro paese fino a che non trascorrano tre anni da quando sono usciti da Cuba, e gli permetterebbe di visitare Cuba solo una volta ogni tre anni. "È evidentemente un'azione discriminatoria contro i cubani, poiché negli Stati Uniti, eccetto gli aborigeni ed i loro discendenti, tutti gli altri sono persone che sono arrivate da tutte le parti del mondo. E’ una società multi culturale. Ci sono persone di tutte parti. A nessun il governo regola quante volte può viaggiare al suo paese d’origine o che aiuti finanziari inviare. "Ai
cubani mettevano la limitazione di viaggiare solo una volta all'anno per ragioni
umanitarie, ora sarà una volta ogni tre, con restrizioni addizionali nel
bagaglio e nelle rimesse. Questo è l'unico gruppo etnico, dei 280 milioni di
abitanti di questo paese, che vive con questa punizione del governo federale;
una punizione stupida che ha provocato una reazione di rifiuto a
Miami, con
decine di migliaia di persone colpite nelle sue relazioni familiari."
Immorale, inaccettabile ed illegale. "La restrizione che si vuole imporre è illegale. La questione dei viaggi a Cuba non è una misura amministrativa che un presidente possa variare. È codificata, cioè, convertita in legge degli Stati Uniti. Gli antecedenti stanno nell'anno 2000, quando si approvò una legge la cui proposta originale, alla sua approvazione, avrebbe eliminato tutte le sanzioni economiche di carattere unilaterale, tra esse il blocco a Cuba. Si approvò a maggioranza nella Camera dei Rappresentanti ed al Senato. Giunta a quello che essi chiamano Comitato di Conferenze, la destra repubblicana, che controlla entrambe le camere, e gli elementi della mafia, si opposero ostinatamente a che Cuba stesse tra i paesi rispetto ai quali si eliminavano le restrizioni commerciali, ed imposero altre regolazioni per intorpidire queste relazioni. Non poterono opporsi alle vendite perché gli esportatori nordamericani erano molto interessati, soprattutto gli agricoli. "Allora, la mafia cantava vittoria perché imposero nel testo finale la codificazione dei viaggi. Fino a quel momento, ciò stava a livello amministrativo. "Nel periodo di Clinton si flessibilizzarono i viaggi, con nuove licenze e categorie per autorizzare scambi accademici. Poiché la destra temeva che Clinton facesse altri passi in questo senso, imposero in questa legge togliere al presidente la capacità di modificare le regolazioni dei viaggi. Cioè si può cambiare quanto in vigore solo con un'altra legge del congresso nordamericano. È illegale, pertanto, impedire che un cubano visiti il suo paese per lo meno una volta all’anno, d’accordo con la norma attuale. "Costa loro molto lavoro cambiarla, perché il Congresso negli ultimi anni ha approvato testi secondo i quali si mette fine alle restrizioni dei viaggi verso Cuba, non solo dei cubani, bensì degli statunitensi. Non si è trasformata in legge perché Bush ha minacciato di porre il veto. "Inoltre, il pacchetto di misure prevede d’aumentare le risorse e i mezzi per finanziare i gruppuscoli controrivoluzionari. L’entità era di sette milioni. Ora arriverà a 36 milioni, senza contare la pretesa di chiedere ad istituzioni non governative ed altri governi che contribuiscano a questo finanziamento. Come togliere qualsiasi dubbio che questa gente è sostenuta, organizzata e diretta per il Governo degli Stati Uniti."
- Le misure annunciate da Bush hanno la finalità di cercare appoggio per essere rieletto?
- Si parla di finalità elettorale delle misure, tuttavia, proibire ad un numero considerevole di elettori che invino aiuto ai loro parenti e dir loro che non possono visitarli, costituisce una punizione. Per questo motivo, devono esserci migliaia di cubani indignati. "In una democrazia, a meno che il candidato sia pazzo, non può succedere che castighi gli elettori. I politici fanno loro promesse, non li puniscono. È interessante da questo punto di vista, perché illustra da vicino la natura del sistema elettorale nordamericano. "Queste misure sono state reclamate dal settore batistiano che controlla la città di Miami, quello che chiamiamo la mafia. Questa gente è stata contro i viaggi, le rimesse, e contro qualsiasi tendenza alla normalità tra i cubani e Cuba. E’ per la guerra, per la distruzione di Cuba. Controlla i mezzi e la direzione amministrativa della città e varie imprese con potere economico. Pertanto, dette misure hanno avuto il plauso di questa minoranza forte di Miami. "Sappiamo come Bush venne eletto presidente; grazie alla frode, al furto di voti, ed altri artifici utilizzati dalla mafia. Non a caso è il secondo stato (la Florida ndt) da lui più visitato nel suo periodo presidenziale. La prima volta che andò lì promise di non dimenticare l'aiuto che gli diedero."
- La storia cubana ci dice che l'annessionismo è stato come un'onda che va, viene e si rinnova spesso. Siamo ora in presenza di nuove correnti di questo male?
- L'annessionismo è un tratto specifico del caso cubano, non si verificò in altri paesi latinoamericani, eccetto in Porto Rico, dove apparve più tardi e con minore intensità. In Cuba è perfino anteriore al movimento patriottico. Le prime azioni risalgono al principio del secolo XIX, quando ancora non era nata la maggioranza dei mambises (patrioti della guerra d’indipendenza ndt). "Al Trionfo della Rivoluzione nel 1959 e ottenuta la vera indipendenza, gli Stati Uniti tracciarono un piano per ristabilire il suo dominio sul paese. Il Progetto Cuba, così denominato in quell’anno e che esiste ancora, ha come obiettivo creare un'opposizione dentro il nostro territorio ed organizzare i cubani fuori dall'Isola. È ciò che stanno facendo da 45 anni. "Chi promuove queste azioni sono esattamente i prosecutori, la clonazione dei vecchi annessionisti, con una differenza fondamentale. Alcuni dei vecchi annessionisti si giocarono la pelle, combatterono per separare Cuba dalla Spagna. Quelli di ora sono annessionisti parassiti, hanno vissuto alle spalle del bilancio nordamericano. Aspirano a che gli Stati Uniti trasformino Cuba in un stato associato o in una pseudo repubblica, dove loro sono i soci minori del padrone. "L'annessionismo ebbe una nuova ondata a partire dal Governo di Reagan, con la creazione della Fondazione Cubano Americana. Dalla testa ai piedi la visione ed il programma di quella gente è annessionista. Sono cittadini degli Stati Uniti, attivi politicamente e associati nelle cose peggiori di questa nazione. Stanno vincolati ai peggiori scandali:l'attentato a Kennedy, passando per il Watergate, allo scandalo degli aiuti illegali alla contra nicaraguense e all'introduzione di droga dall'America Centrale agli Stati Uniti. In tutti questi casi gli autori sono stati persone di quella mafia, nordamericani della peggiore specie, parassiti e gangster.
"L'annessionismo del secolo XIX si nutriva in parte di un'idea ingenua, comprensibile, di quello che fu la società nordamericana. Allora Cespedes e Martí avvertirono questo pericolo; la storia raccoglie le polemiche che loro e José Antonio Saco ebbero con alcuni annessionisti, era gente che pensava. Gli annessionisti di oggi sono agenti allenati, pagati ed organizzati dalla CIA, a partire dai batistiani - ladri, assassini e torturatori - e i loro discendenti."
- Alcuni studiosi hanno stabilito un parallelo tra questa tappa ed il riconcentramento di Weyler. Alla luce della storia, che similitudini possono stabilirsi?
- I riconcentramenti sono anteriori perfino a Weyler. Anche nella guerra del 68 si ebbero riconcentramenti nella parte dove si combattè, verso l'est del paese. Cespedes la denunciò. "Fu
molto forte nella parte occidentale all'epoca di Weyler. La gente moriva di fame
per le strade. Dal principio della Rivoluzione nel 1868, il popolo ha
partecipato ed è stato punito. L'idea era annichilirlo, dominarlo, mediante la
fame e le malattie. C'è un documento del Dipartimento di Stato, del 1959, che definì gli scopi delle prime misure economiche contro Cuba con queste parole: 'causare fame e disperazione'. La stessa cosa che provocò il riconcentramento e tutto ciò che gli spagnoli misero in pratica, e che con Weyler arrivò al parossismo. "Sicuramente, di quelli riconcentramenti del XIX, gli yankee erano complici. Cespedes lo denunciò in vari messaggi al Congresso statunitense. Mentre gli spagnoli imponevano queste condizioni dentro Cuba, esternamente mantenevano un blocco navale, con navi ottenute ed armate negli Stati Uniti. Cercavano di ostacolare il movimento dei mambises. Allo stesso tempo, in quel paese perseguivano l'emigrazione patriottica. "Quella realtà porta il Padre della Patria a dire che 'il segreto' di quella politica nordamericana 'è impadronirsi di Cuba'. più tardi Martí giunse ad uguale conclusione. "Col risultato che quando gli Stati Uniti intervennero nella Guerra di Indipendenza, dichiarò la guerra alla Spagna, bloccò le coste cubane ed acutizzò la miseria della gente riconcentrata. Le descrizioni della miseria che fece nel suo diario Massimo Gómez, sono simili a quelle di Cespedes 30 anni prima: la gente - includendo l'Esercito Liberatore - morendo di fame nella peggiore situazione. I nordamericani furono complici di ciò e lo copiarono molto bene. La "sua politica attuale contro Cuba è animata dalla stessa filosofia; sicuramente, è hitleriana, fascista e inoltre genocida. Nel 1959 stavano parlando della soppressione della quota di zucchero, uno dei primi passi della guerra economica. Hanno fatto molte più cose in 45 anni per farci arrendere per fame. Inoltre, hanno portato a termine l'impegno di dividere, confondere, di indurre alla paura, alla disperazione, mediante la propaganda. Alcuni cubani andarono via da Cuba, per paura, per le difficoltà economiche, per poi, dopo che emigrarono, impedir loro la comunicazione. "Chomsky che è linguista ed utilizza i vocaboli esatti, definì la politica nordamericana verso Cuba come sadica. Non solamente cerca obiettivi politici, bensì causare male, danno alle persone. Le misure ora adottate rivelano questo proposito con molta chiarezza. Il loro obiettivo è colpire le entrate finanziarie provenienti dalle rimesse e dai viaggi, ma questo danno al paese passa per il danno alle persone. È necessaria una dose alta di sadismo per ricorrere a questo tipo di punizione. Weyler si immaginò che così avrebbe vinto la guerra."
- Si potrebbe dire che stiamo vivendo il peggiore momento delle relazioni Cuba - Stati Uniti, dopo la Crisi di Ottobre?
- Durante la Crisi di Ottobre corremmo il rischio dello sterminio nucleare. Ma, allora, alla Casa Bianca il governante era più colto, non aveva rubato la presidenza e contava su assessori che erano persone più ragionevoli. Quello non era un Governo con seri vincoli coi mafiosi. "Allora il mondo non era unipolare. Precisamente quella fu una crisi dovuta al confronto tra due superpotenze. Ora c'è una sola superpotenza in mani di un gruppo di ignoranti, irresponsabili ed arroganti che hanno imposto una dottrina di guerra preventiva, a sorpresa, senza giustificazione e senza contare su nessuno, né tanto meno con le Nazioni Unite. La Crisi di Ottobre si discusse nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU. "Questo è un momento più pericoloso in termini generali, a causa della dottrina Bush e la sua strategia di sicurezza. Sono un impero senza redini né freni che non ha smesso di collocare Cuba nella lista dei paesi contro i quali pensa di agire. "Il famoso documento è una prova di questo. Si tratta di un piano per cambiare il regime cubano. Quando hanno domandato ai rappresentanti dell'attuale amministrazione se per riuscire in questi propositi ricorrerebbero alla forza militare, hanno detto che non escludono questo metodo. Il più conciliante ha detto che ora non hanno questo obiettivo. Per primo faranno altre cose. Lo stanno facendolo con l'accentuazione del blocco, la pressione economica, la sovversione, la propaganda, la pressione diplomatica ed il terrorismo. Ma il giorno in cui quei mezzi non siano sufficienti, non scartano l'impiego della forza militare che dipenderà anche dai fattori internazionali, delle situazioni che tengono in altre parti del mondo. Al di sopra di qualunque altro, visti nel suo insieme, io direi che questo è il momento più complicato e pericoloso per Cuba."
|