Mentre
in Newark, New Jersey,
gli avvocati di Posada manovrano per
In El Paso, la farsa non é
finita
Frattanto, in El Paso, la farsa continua. Il giudice federale David
Briones ha appena determinato che i processi per offesa di cinque complici
di Posada sono posposti al 20 agosto.
La decisione è stata presa su richiesta dell'accusato e patentato
terrorista Ernesto Abreu di prorogare il processo fino al 20 agosto alle 9
a.m.. Inizialmente il processo giudiziario contro di lui era fissato per
il 29 maggio.
Abreu, sarà processato con due altri stretti collaboratori di Posada,
Santiago Álvarez Fernández-Magriñá ed Osvaldo
Mitat, che scontano rispettivamente quattro e tre anni di prigione per
possesso illegale di armamenti.
Motivo della petizione ammessa da Briones: la difesa e la procura stanno
"negoziando una soluzione" al tema.
In un altro episodio di questa scandalosa farsa giuridica, la giudice
Kathleen Cardone che liberò, giorni addietro, Posada , sentenziò a favore di
prorogare il processo di José Hilario Pujol e
Rubén López Castro fino al 22 agosto.
Per lo stesso motivo!
"Negoziati" col pubblico ministero hanno permesso ad Álvarez e Mitat di
migliorare le loro prospettive di liberazione, riducendo la loro condanna
per la consegna "extra" di armi.
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evitare all'assassino l'accusa
di terrorismo che provocherebbe la sua detenzione, l'ex presidente
salvadoregno Francisco Flores, che a suo tempo lo favorì, si riuniva a Miami
coi capoccia della FNCA, quella stessa "fondazione" che diresse gli attentati
di L'Avana.
In un articolo che riferisce di un'intervista concessa dall'avvocato mafioso
Arturo Hernández, in presenza del terrorista, il passato 14 maggio, il
quotidiano di Miami El Nuevo Herald, confidente della fauna mafiosa, registra
che l'investigazione del Gran Giurì, riunita in Newark, si trova nella sua
tappa finale.
Precisa che, "secondo fonti legate al caso" Posada potrebbe essere accusato di
reati per finanziamento di azioni che trasgrediscono la legge di neutralità
statunitense.
L'omissione del giornale mafioso è più che significativa. Non allude alla
possibilità reale di un'accusa per terrorismo contro il delinquente
internazionale. A Posada ed ai suoi avvocati, converrebbe tale conclusione di
questa lunghissima investigazione dedicata agli attentati a L'Avana che lui
organizzò, per conto della Fondazione Nazionale Cubano Americana (FNCA),
dall'America Centrale.
MAS SANTOS A WASHINGTON
Giovedì 24 agosto 1998, i due principali leader della Fondazione Nazionale
Cubano Americana visitarono il Dipartimento di Stato al fine di negoziare, con
alti funzionari, l'imminente
messa in stato d’accusa
di due dei loro dirigenti in
relazione al complotto terroristico de La Esperanza.
Jorge Mas Santos,
figlio del fondatore della FNCA, ed il presidente della giunta direttiva di
questa organizzazione, Alberto Hernández, si riunirono con l'allora
sottosegretario di Stato, Stuart Eizenstat, per evitare che Francisco "Pepe"
Hernández e José
Antonio Llama, due dirigenti dell'organizzazione, comparissero tra gli
accusati.
Nonostante il fatto che gli stessi archivi dell'Ufficio Federale di
Investigazioni (FBI) indicavano dove e come aveva comprato la potente arma,
nel 1994, "Pepe" Hernández non fu mai incolpato.
Tutto indica che l'accordo, con
coloro che decidono davvero, fu tirare fuori Pepe, per salvare
l'immagine della Fondazione, e lasciare Antonio Llama, eterna vittima dei
cospiratori, "imbarcato" nel processo, per rendere credibile la posizione del
governo.
Tuttavia, rimaneva un altro problema, identico a quello che si osserva ora a
Newark. Gli avvocati dei processati speravano che le accuse presentate contro
i loro clienti fossero aver violato la Legge di neutralità degli Stati Uniti.
Le condanne per tale delitto si negoziano sempre con meno di cinque anni di
prigione.
Il pubblico ministero, rappresentato da un magistrato conosciuto come
incorruttibile, Miguel Pereira, mantenne una posizione ferma ed accusò i
cospiratori del tentativo di assassinio di un capo di Stato e di cospirazione
in assassinio: questa accusa implica una sentenza, massima, all' ergastolo.
Come un'accusa di terrorismo.
Per certo, il tribunale, manipolato da quella stessa rete mafiosa che coprì
sempre Posada — implicato nel complotto ma mai denunciato davanti alla
giustizia — liberò tutti gli accusati sotto cauzione, e finalmente, li
esonerò.
Uno degli accusati di La Esperanza, Angelo Alfonso Aleman, è oggigiorno
consulente del congressista Albio Sires che fu, per anni, sindaco della città
di West New York, conosciuta per essere, nella regione, il santuario del
malavita cubano americana.
CHE COSA ACCADRA' ALLORA
IN NEWARK?
È ben risaputo che l'FBI possiede molte prove che dimostrano che Luis Posada
Carriles ed i suoi complici realizzarono atti di terrorismo che provocarono la
morte di un giovane turista,
Fabio di Celmo,
numerosi feriti ed ingenti danni materiali.
Apparirà
un'accusa di terrorismo o di cospirazione per aver commesso atti di terrorismo
o ... la Procura, diretta dal Dipartimento di Giustizia di
Alberto Gonzales, si limiterà ad un'accusa di
violazione della Legge di neutralità?
Tutto indica che la gestione delle influenze politiche e mafiose nel dossier
sono già state intraprese dalla mafia anticubana e dal lui personalmente.
Come in El Paso — dove all'inizio, si ricorderà, l'avvocato Eduardo Soto
neppure si presentava col pretesto di stare in attesa di risposte da
Washington alle sue offerte — in Newark, gli stratagemmi si sviluppano tanto
attorno al Gran Giurì e alla Procura del New Jersey come nella capitale
federale.
Se nel New Jersey, lo "staff" giuridico della mafia non riuscirà a "negoziare" con
lo stesso successo come in El Paso,
il clan Bush dovrà ricorrere gli abituali
procedimenti dilatori per portare il tema fin dopo le elezioni del 2008, col
segreto desiderio che, frattanto, il terrorista esca dal paese o che la natura
archivi definitivamente il caso.
FLORES COI SUOI COMPLICI
Casualità,
senza dubbio, la FNCA che organizzò, diresse e finanziò gli attentati di
L'Avana, riceveva questo sabato a Miami, nel suo banchetto annuale del 20
maggio, l'ex presidente di El Salvador, Francisco Flores, che, per anni, diede
copertura alle attività terroristiche promosse contro Cuba.
Perché questo "ex" é venuto in Florida?
El Salvador, dove Posada cospirò durante più di una decade, beneficiando di
protezione ed impunità, rimane come alternativa per un'uscita intempestiva —
legale o illegale — dell'agente della CIA, ex assessore della sicurezza del
presidente Napoleón Duarte.
Flores sarà sempre ricordato per essere stato il primo presidente ad avallare
il governo golpista di Pedro Carmona, in Venezuela. Lo fece con lo stesso
servilismo che l'aveva portato a presentare, su richiesta di José María Aznar,
un'equivoca condanna del terrorismo basco nella Conferenza Ibero-americana del
2000 a Panama, mentre si arrestava Posada.
Questo fine settimana, Flores ha ricevuto una rumorosa accoglienza da parte
della cupola della FNCA ed abbracciò con effusione Jorge Mas Santos, il
presidente della sua giunta direttiva e suo alter ego... José "Pepe" Hernández.
Questo è lo stesso Pepe che si salvò, opportunamente, nel 1997, dalla saga
assassina de La Esperanza, e che offrì a Percy Alvarado, l'agente Frayle del
controspionaggio cubano, 10000 dollari per far "esplodere" il cabaret
Tropicana.