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Un solo nome corretto: mercenari
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4 dicembre '09 - tratto da el moncada www.italia-cuba.it
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Salim Lamrani ha pubblicato il suo quinto libro ("Quello che i media non vi diranno"),che parla della disinformazione dei media occidentali su Cuba e illustra l’abisso che esiste tra la rappresentazione di Cuba fatta dalla nostra stampa e la realtà di questo paese. E Cuba diventa anche il pretesto per mettere in discussione il ruolo dei media: sono incaricati di fornire informazioni affidabili e obiettive ai cittadini o sono invece impegnati a difendere l’ordine stabilito, politico,economico e sociale? Il libro è in francese, ha il prologo scritto addirittura da Nelson Mandela, e pubblichiamo una anteprima in italiano dell’estratto dal quarto Capitolo: Mercenari della Casa Bianca.
“Mercenari della Casa Bianca”
I dissidenti cubani hanno una eccezionale copertura mediatica in Occidente, molto sproporzionata rispetto alle sue dimensioni e alla sua influenza. Non esiste alcuna opposizione in America Latina così amata dai media transnazionali. Secondo la stampa, questa dissidenza è brutalmente repressa dalle autorità cubane e non avrebbe alcun spazio di espressione. Eppure non passa settimana senza che i media occidentali pubblichino interviste con questi famosi oppositori, a cui il ‘regime castrista’ avrebbe messo la museruola. Sono rappresentativi della società cubana? Sono indipendenti da qualsiasi influenza straniera?
Gli “oppositori”
L’opposizione cubana ha uno status speciale. Da un lato, è molto apprezzato dalla stampa occidentale. Infatti, nessun gruppo di dissidenti in America latina, tranne forse l’opposizione venezuelana, godono della stessa aura mediatica. D’altra parte riceve somme colossali dagli Stati uniti, su cui i media tacciono, e gode di una liberà di azione da scandalizzare tutti i tribunali del mondo. Il 21 giugno 2007, la Camera dei Rappresentanti degli Stati uniti ha deciso di votare il bilancio di 45,7 milioni di dollari per il 2007-2008, presentato dal presidente Bush, e destinato alla dissidenza cubana. Così,254 delegati, di cui 66 Democratici, hanno sostenuto la strategia della Casa bianca per rovesciare il governo cubano. Il legislatore della Florida, Lincoln Díaz-Balart, diretto discendente dell’ex dittatore Fulgencio Batista, ha accolto l’aiuto con entusiasmo . “Questa vittoria è un sostegno per l’opposizione politica interna” cubana, ha detto. “L’assistenza ai dissidenti non è simbolica, ma concreta”, ha aggiunto. Ha anche pubblicato una lettera da parte di alcuni eminenti dissidenti cubani, che sostengono che gli aiuti degli Stati uniti sono “vitali per la sopravvivenza degli attivisti”1. Inoltre, per il periodo 2007-2008, l’Assemblea ha assegnato 33,5 milioni (6 milioni in più rispetto al 2006) a Radio e TV Martí. Entrambi questi media statunitensi trasmettono illegalmente a Cuba programmi sovversivi per incitare la gente a rovesciare l’ordine costituito 2. Quello stesso giorno, 21 giugno 2007, il capo della diplomazia degli Stati uniti a La Habana, Michael Parmly, ha ricevuto in pompa magna i celebri dissidenti René Gómez Manzano, Félix Bonne, Martha Beatriz Roque e Vladimiro Roca nella sua sontuosa residenza privata che erano andati a ringraziare il loro mecenate per la sua generosità 3. I media occidentali, normalmente così prolifici su Cuba, sono rimasti stranamente silenziosi su questi due eventi. Le ragioni sono relativamente semplici. I personaggi che per anni si sforzano di presentare come attivisti coraggiosi in cerca di democrazia sono in realtà volgari mercenari che si vendono al miglior offerente. Il termine mercenario non è una parola fuori luogo o esagerata. Secondo il dizionario ‘Littré’, si tratta di qualsiasi individuo “che lavora per soldi, disposto a fare tutto quanto gli si richieda in cambio di denaro”4. Manzano, Bonne, Roque e Roca rientrano appieno in questa definizione. Eppure non vi è nulla di nuovo in tutto questo. Per decenni, gli Stati uniti hanno cercato con ogni mezzo di produrre e dirigere un opposizione interna a Cuba per far crollare il processo rivoluzionario cubano. Gli archivi statunitensi sono eloquenti al proposito. Inoltre, molti documenti USA, ufficiali e pubblici, attestano questi fatti che nessun giornalista e analista politico degno di questo nome può ignorare. La Legge Torricelli del 1992, in particolare l’articolo 1705, afferma che “gli Stati Uniti forniranno assistenza alle organizzazioni non governative atte a sostenere gli individui e le organizzazioni che promuovono un cambiamento democratico non violento a Cuba”5. La legge Helms-Burton del 1996 prevede, all’articolo 109, che “Il presidente [USA] è autorizzato a fornire assistenza e offrire ogni tipo di sostegno alle persone e alle organizzazioni non governative indipendenti per costruire la democrazia a Cuba”6. La prima relazione della Commissione di Aiuto ad una Cuba Libera, approvato il 6 maggio 2004, prevede l’istituzione di un “solido programma di aiuto alla società civile cubana”. Tra le misure previste c’è un finanziamento di 36 milioni di dollari destinato a “sostenere l’opposizione democratica e il rafforzamento della società civile emergenti” 7. La seconda relazione della stessa Commissione, pubblicata il 10 luglio 2006, contempla anche un bilancio di 31 milioni di dollari per finanziare ulteriormente l’opposizione interna 8. Nel 2003, la giustizia cubana aveva condannato 75 mercenari pagati dagli Stati uniti, suscitando la condanna internazionale dei media. In qualsiasi altro paese al mondo, persone come Manzano, Bonne, Roque e Roca oggi si troverebbero dietro le sbarre 9. Ricardo Alarcón, presidente della Assemblea Nazionale cubana ha messo in guardia i membri della “dissidenza” sul fatto che coloro che cospirano con Washington e ne accettano lo stipendio dovranno “pagarne le conseguenze” 10. “Mentre esiste questa politica, ci saranno persone coinvolte […] che cospirano con l’America del Nord [e] accetteranno denaro. Questo è un crimine per la legge cubana. Io non conosco alcun paese che non qualifichi tale attività come un crimine”, ha detto Alarcón. “Immaginate che qualcuno negli Stati uniti sia sostenuto, addestrato, equipaggiato e consigliato da un governo straniero. Questo costituisce un delitto. Negli Stati uniti è un crimine molto grave che può costare molti anni di prigione, molto più di quelli previsti qui a Cuba”, ha aggiunto 11. È lo stesso in Francia, come prevede l’articolo 411-4 del codice penale e un caso che si è verificato nel 2004, illustra in modo eloquente questa realtà. Il 28 dicembre 2004, le autorità francesi hanno arrestato Philippe Brett e Philippe Evanno, due collaboratori di Didier Julia. Erano stati considerati responsabili dell’intento fallito di liberare due sequestrati in Iraq, Christian Chesnot e Georges Malbrunot, nel settembre 2004. Queste due persone sono state accusate di “collaborazione con una potenza straniera con l’obiettivo di attentare agli interessi fondamentali della nazione”. Sono comparsi davanti ai giudici dell’antiterrorismo Jean-Louis Bruguiere e Marie-Antoinette Houyvet che si occupano dei casi legati alla sicurezza dello Stato. Erano accusati di aver preso contatto con la resistenza irachena e di aver ricevuto l’assistenza logistica dalla Costa d’Avorio. La pena era di dieci anni di carcere e 150000 euro di multa. Didier Julia è sfuggito alla giustizia grazie alla immunità parlamentare. La gravità delle accuse contro di loro non ha provocato alcuna emozione nella stampa occidentale 12. La relazione del 2006 prevede anche 24 milioni di dollari aggiuntivi per Radio e TV Martí, per amplificare la trasmissione di programmi sovversivi a Cuba, in violazione del diritto internazionale. I membri della “dissidenza” cubana riceveranno parte di questo denaro per acquistare e distribuire apparecchi radiofonici e televisivi per ricevere i programmi trasmessi dagli Stati uniti. Altri paesi sono stati invitati a trasmissioni sovversive a Cuba. La relazione prevede anche “la formazione e l’equipaggiamento di giornalisti indipendenti nella stampa scritta, radiofonica e televisiva a Cuba” 13. La stampa occidentale che ha censurato questa realtà, aveva bollato le azioni delle autorità cubane, denunciando le sanzioni contro “militanti pacifici e giornalisti indipendenti”. Ha detto che gli imputati sono stati puniti per aver apertamente espresso il loro disaccordo con la linea ufficiale e per aver pubblicato articoli diffamatori sulla stampa di estrema destra di Miami 14. È bene fermarsi un attimo su queste accuse. I due cubani “dissidenti” con la maggior influenza mediatica a livello internazionale, che lanciano le invettive più aspre contro la Rivoluzione cubana e godono maggiormente della simpatia degli estremisti di origine cubana di Miami sono Oswaldo Payá e Elizardo Sánchez 15. Di fronte a loro, Raúl Rivero è un oppositore quasi timido e moderato 16. Ma era stato condannato a vent’anni di reclusione. Payá e Sánchez non hanno alcun problema con la giustizia, nonostante i loro scritti politici siano molto più virulento di quelli di Rivero. La spiegazione è semplice: Payá e Sánchez hanno sempre rifiutato il finanziamento generosamente fornito da Washington, mentre Rivero ha commesso l’errore di approfittare della prodigalità economica della amministrazione Bush. Per questo è stato condannato, non per una produzione letteraria o politica presumibilmente eterodosse. Appartenere al mondo della “dissidenza” è un affare redditizio. I benefici economici di questa professione sono sostanziosi e stimolano l’avidità di individui senza scrupoli. Le 75 persone condannate non esercitavano alcun lavoro e vivevano sugli emolumenti offerti dalle autorità statunitensi in cambio del lavoro svolto. Lo stipendio notevole, per il livello di vita della società cubana, ha fatto sì che alcune persone accumulassero piccole fortune personali, sui 16mila dollari in contanti, mentre il salario medio oscilla tra i quindici e i venti dollari mensili 17. In questo modo mantenevano uno stile di vita ben superiore a quello degli altri cubani, beneficiando comunque dei privilegi offerti dal sistema sociale cubano. Per apprezzare a fondo l’importanza di tale somma, è necessario ricordare il valore del dollaro a Cuba. Per l’equivalente di un dollaro, un cubano può permettersi di scegliere tra centoquattro litri di latte, quarantacinque chili di riso, ventisei biglietti per le partite di baseball, tra i cinque e i ventisei ingressi a teatro o al cinema, 5200 kilowatt di energia elettrica o cinque corsi di inglese a distanza di cento e sessanta ore ciascuno. Il resto di alimenti di prima necessità (pane, fagioli, olio) è nello stesso ordine di prezzi. A questo vanno aggiunte le gratuità dei servizi educativi e sanitari. Dato che l’85% dei cubani è proprietario dell’alloggio, non c’è neppure l’affitto. Inoltre, a Cuba non si pagano le tasse. Altro fatto unico al mondo: le medicine acquistate in farmacia costano due volte meno di cinquanta anni fa 18. Tutto ciò è possibile grazie alle sovvenzioni concesse annualmente dal governo cubano, tanto vituperato dagli stessi ‘dissidenti’ che però non esitano ad approfittare delle condizioni favorevoli di vita offerte dalla società cubana. Dopo l’intervento diplomatico della Spagna, diversi persone detenute dal marzo 2003, compreso Raúl Rivero sono state liberate a fine novembre 2004 per motivi umanitari 19. Va notato che Rivero ha beneficiato di una mediazione internazionale solo perché era, con Oscar Elias Biscet, l’unica persona su 75 in carcere, che aveva effettivamente lavorato come giornalista. Il suo caso è interessante poiché mette in luce la portata della campagna di disinformazione lanciata contro Cuba. In un’intervista con Reporters Sans Frontières, Blanca Reyes, moglie di Rivero, ha detto che era in “condizioni di detenzione disumane e inaccettabili”. Ha aggiunto che aveva perso quaranta libbre (19,5 kg). “Ha fame. Voglio che si sappia che - Raúl Rivero soffre la fame”, ha lamentato in un impeto di circostanze melodrammatica 20. Questa informazione è stata ripresa a bomba da tutta la stampa internazionale. Tuttavia, una volta uscito dal carcere, Rivero è apparso in ottima salute, con un sovrappeso significativo, come hanno mostrato le foto scattate dalla stampa, e come avevano sempre dichiarato le autorità cubane 21. Mentre Washington e i suoi strilloni denunciavano, con grande ripercussione mediatica le “terribili condizioni di vita” dei prigionieri, lo stesso Rivero ha confessato di aver avuto libero accesso alla lettura e con entusiasmo ha divorato l’ultimo romanzo dello scrittore colombiano Gabriel García Márquez, ‘Historias de mis putas tristes’, opera al momento difficile trovare nelle librerie francesi 22. In effetti Rivero non ha certo vissuto in un albergo a quattro stelle, ma neppure in un gulag “tropicale”, come vengono definite dai ‘perbenisti’ le prigioni cubane, penitenziari come se nel resto del mondo i penitenziari fossero dei resort per le vacanze 23. Senza dubbio era più comoda la prigione di Abu Ghraib in Iraq, dove la tortura dei prigionieri di guerra era stata istituzionalizzata da Washington. Che dire del carcere di Guantánamo, terra senza legge e dove la tortura applicata ai prigionieri è tale che molti tentativi di suicidio si sono verificati tra i più devoti al fatto che porre fine alla propria vita è il peggiore dei peccati 24? In tutti i casi, ben pochi prigionieri possono vantare l’accesso agli ultimi romanzi di García Márquez, prima ancora delle librerie specializzate europee. Ma anche in questo caso, nulla di nuovo. Infatti, la trasformazione dei criminali in “dissidenti” non inizia oggi. La storia di Armando Valladares, il poeta “paralitico condannato per reati di opinione”, come propagandato da Washington, è istruttivo. Arrestato nel 1960 per terrorismo, questo ex poliziotto della dittatura di Batista era sostenuto da una vasta campagna internazionale lanciata dalla estrema destra cubana della Florida negli anni ’80. Dopo trattative condotte dal governo francese di François Mitterrand, sotto gli auspici di Regis Debray, il prigioniero venne liberato perdendo, al tempo stesso, il suo talento come poeta e l’emiplegia. In cambio gli rimasero le sue doti di attore e, dopo aver ottenuto la cittadinanza americana, si arruolò con il governo di Ronald Reagan, diventando ambasciatore alle Nazioni Unite. Seccato, Regis Debray ha scritto nel suo libro Les Masques: “L’uomo non era un poeta, il poeta non era paralizzato e il cubano oggi è americano” 25. Luis Ortega Sierra è un giornalista cubano, che andò in esilio negli Stati uniti nel 1959, dopo il trionfo della Rivoluzione. Era un feroce oppositore del governo di La Habana, come illustrato dai suoi scritti. Era legato all’ex dittatore cubano Fulgencio Batista, che finanziava le sue attività. In una lettera del 22 settembre 1961 per l’ex uomo forte di Cuba, Ortega esprimeva la sua “simpatia” e “ammirazione” nei suoi confronti 26. A proposito dei dissidenti cubani, Ortega ha dichiarato: “I dissidenti a Cuba sono persone senza importanza politica, e tutti ne sono d’accordo, anche quelli che vivono a loro spese. Sono burattini della mafia di Miami. Servono la Sezione di Interesse degli Stati uniti che li sposta da un posto all’altro [...]. Sono persone che ricevono uno stipendio e l’orientamento ideologico del governo americano. Non è un segreto per nessuno. È il governo degli Stati uniti che dà loro il denaro per finanziare la loro attività sull’isola. Pensare che possano costituire un potente movimento di opposizione al governo è una sciocchezza 27”. Se l’Iran o la Cina finanziassero oppositori negli Stati uniti, in Gran Bretagna o in Francia, questi cadrebbero immediatamente sotto il peso della legge. Se i media occidentali fossero intellettualmente liberi, utilizzerebbero un solo termine per riferirsi a coloro che si presentano come oppositori del governo cubano: mercenari.
Note: 1 Wilfredo
Cancio Isla, «La Cámara da sólido apoyo a la democracia en Cuba», El Nuevo
Herald, 22 juin 2007. 2 Ibid. 3 Andrea
Rodriguez, «Disidentes cubanos usan casa de diplomático de EEUU», The
Associated Press,21 juin 2007. 4 Le Littré,
V. 1.3. 5 Cuban
Democracy Act, Titre XVII, Section 1705, 1992. 6
Helms-Burton Act, Titre I, Section 109, 1996. 8 ottobre 2007. 7 Colin L.
Powell, Commission for Assistance to a Free Cuba, (Washington : United
States Department of State, mai 2004).
www.state.gov/do c u m e n t s / o r
g a n i z a t i o n /32334.pdf (site consulté le 7 mai 2004), pp. 16, 22. 8 Condolezza
Rice & Carlos Gutierrez, Commission for Assistance to a Free Cuba,
(Washington:United States Department of State, juillet 2006).
www.cafc.gov/docu ments/organization/68166.pdf (site
consulté le 12 juillet 2006), p. 20. 9
10 BBC, «Cuba Warns Dissidents Over US Aid», 12 juillet 2006.
11 Ibid.
12 Salim Lamrani, Fidel Castro,Cuba et les Etats-Unis, op. cit.
13 Condolezza Rice & Carlos Gutierrez, Commission for Assistance to a Free Cuba, (Washington : United States Department of State, juillet 2006). www.cafc.gov/docu ments/organization/68166.pdf (site consulté le 12 juillet 2006), p. 22.
14 Reporters sans frontières, «Un an après l’arrestation de 75 dissidents, Reporters sans frontières mobilise l’Europe contre la répression à Cuba », 18 mars 2004. www.rsf.org/ar ticle.php3?id_article=9547 (site consulté le 20 mars 2004).
15 Oswaldo Paya, «Mensaje de Oswaldo Paya Sardiñas a Vaclav Havel, Presidente de la República checa en su visita a la ciudad de Miami, Florida», 23 septembre 2002. www.pdccuba.org/paya_havel.htm (site consulté le 25 septembre 2004) ; El Nuevo Herald, «Piden a Europa más firmeza contra el régimen», 7 octobre 2004. www.miami.com/mld/elnuevo/news/world/cuba/9853178.htm (siteconsulté le 8 octobre 2004).
16 Raúl Rivero, «El Bicartel del queso blanco», Luz Cubana, Janvier/Février 2003, n°1 : 9-10.
17 Felipe Pérez Roque, «Conferencia a la prensa nacional y extranjera», MINREX, 25 mars 2004:5-7.
18 Gouvernement révolutionnaire de Cuba, «Documents», 18 avril 2003.www.cuba.cu/gobierno/docu mentos/2003/fra/n180403f.ht ml (site consulté le 2 décembre 2004).
19 Andrea Rodríguez, «En libertad el poeta y disidente cubano Raúl Rivero», El Nuevo Herald, 30 novembre 2004. www.miami.com/mld/elnuevo/n e w s / w o r l d / c u b a / 10303056.htm (site consultéle 1 décembre 2004).
20 Reporters sans frontières, «La mujer del periodista encarcelado Raúl Rivero denuncia unas condiciones de detención ‘inaceptables’», 5 août 2003. www.rsf.org/imprimir.php3?id_article=7698 (site consulté le 17 décembre 2004).
21 Nancy San Martin, «Cubans Tell Rivero to Consider Leaving », The Miami Herald, 1 décembre 2004. www.mia m i . c o m / m l d / m i a m i h e rald/10308130.htm?1c (site consulté le 2 décembre 2004).
22 Nancy San Martin, «Cubans Tell Rivero to Consider Lea ving», The Miami Herald, 1 décembre 2004. www.mia m i . c o m / m l d / m i a m i h e rald/10308130.htm?1c (site consulté le 2 décembre 2004).
23 Olivier Languepin, «Dans les prisons de Castro», Le Monde, 31 décembre 2004.
24 Robert Scheer, «A Devil’s Island for Our Times», Los Angeles Times,28 décembre 2004.
25 Gianni Minà, Un Encuentro con Fidel (La Havane : Oficina de Publicaciones del Consejo de Estado, 1987), pp. 43-60 ; Jean-Marc Pillas, Nos Agents à La Havane. Comment les Cubains ont ridiculisé la CIA (Paris : Albin Michel,1995), pp. 145-51.
26 Ivette Leyva Martínez, «Despierta singular interés vida y obra de Batista», El Nuevo Herald, 3mai 2008.
27 ) Luis Ortega Sierra, «Fidel rebasó la historia», in Luis Báez, Los que se fueron (La Havane : Casa Editora Abril, 2008), p. 221.
Salim Lamrani “Ce que les médias ne vous diront jamais” Editions Estrella,2009 Paris. 300 pagine - 18 euro Per ordinare il libro:lamranisalim@yahoo.fr |
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