Haiti: terremoto
- riflessioni
- la solidarietà di Cuba -
l'invasione USA?
Esigono la partenza degli eserciti stranieri
principalmente di USA e Brasile
I sostenitori dell’ex presidente haitiano Jean-Bertrand Aristides hanno
iniziato una campagna di mobilitazione per esigere che gli eserciti esteri
vadano via, principalmente statunitensi e brasiliani, insidiatisi nel paese
dopo il terremoto del 12 gennaio che, in base ai dati del Governo, ha
causato la morte di più di 150000 persone.
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L’opposizione
alla presenza militare internazionale si nutre principalmente dei
sostenitori di Aristide, fatto cadere nel 2004 e nel 1991 provocando
interruzioni gravi all’ordine costituzionale e che si attribuiscono
all’influenza di Washington, ed ha le sue basi nei quartieri di Citè
Soleil o Bel Air, dove i graffiti con la faccia di Aristide convivono
insieme a quelli di Bob Marley o Martin Luther King.
“Aristide ha costruito tutto qui, i brasiliani lo hanno distrutto”, ha
affermato un uomo chiamato Jean in una delle rumorose vie di Bel Air
durante le dichiarazioni fatte all’inviato del giornale brasiliano
“Folha de Sao Paolo”.
I brasiliani costituiscono il principale contingente della
Missione di
Stabilizzazione delle Nazioni Unite in Haiti (MINUSTAH).
Altri settori della popolazione sono più favorevoli alla presenza della
MINUSTAH,
la cui guida militare dipende dal Brasile, ma l’inviato speciale della
“Folha”
sottolinea che quel “settore radicalizzato” esiste, qualcosa che hanno ben
presente nella missione internazionale.
“Non smetteremo di controllare attentamente e con preoccupazione l’azione
dei seguaci di Aristide, nonostante la sua debole posizione”, ha spiegato
il capo delle comunicazioni del battaglione brasiliano della
MINUSTAH,
il colonnello Alan Santos.
Tutti gli anni i sostenitori di Aristide manifestano il 28 febbraio a Port
au Prince per ricordare il colpo di Stato contro Aristide nel 2004 e la
richiesta della partenza della MINUSTAH, e quest’anno conteranno su circa
5.5000 ex membri di gruppi armati che sono riusciti a scappare dalle
prigioni durante il terremoto del 12 gennaio.
Lo stesso ex presidente si trova in esilio in Sud Africa e chiede da lì di
ritornare ad Haiti sotto la promessa di non presentarsi alle elezioni
presidenziali. Ma, il suo partito,
Fanmi Lavalas,
continua a contare su un’importante influenza, principalmente tra gli
haitiani più poveri. “Siamo in tutto il paese. Il nostro è il partito
della maggioranza”, sostiene la presidentessa del partito, Maryse Narcisse.
L’ex ministra è più diplomatica parlando dei brasiliani, anche se richiede
che ci sia una data per il loro ritiro, qualcosa che l’ONU sostiene che
non succederà se non tra “molti anni”.
“Non possiamo credere che la
MINUSTAH
rimanga per sempre. Abbiamo bisogno della solidarietà internazionale, ma
dobbiamo avere dignità verso noi stessi”, ha affermato.
Titolo originale: "Movilización popular
en Haití"
Fonte: http://www.iarnoticias.com
Link 31.01.2010
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di VANESA
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