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N O T I Z I E d a l

 

G O L P E

Un'altra attivista dell'opposizione

uccisa in pieno giorno

 

28 febbraio 2010 - www.radiocittaperta.it

 

Il 24 febbraio, poco dopo mezzogiorno, nella città di San Pedro Sula, qualcuno ha bussato alla porta di Claudia Larissa Brizuela, che stava compiendo 36 anni. Aprendo ha ricevuto tre pallottole alla testa, morendo sul colpo. Claudia era militante nel sindacato del Comune dove lavorava e figlia di Pedro Brizuela, connotato dirigente locale del Fronte Nazionale di Resistenza Popolare (FNRP).


Questo nuovo omicidio terroristico è accaduto alla vigilia di una grande mobilitazione organizzata dal
FNRP nella capitale, Tegucigalpa, in rifiuto alla Commissione della Verità, considerata come la via d’uscita verso l'impunità per tutti i criminali coinvolti nel colpo di Stato e nella selvaggia repressione che è seguita. 


Claudia è la terza vittima mortale in questo primo mese di governo di Porfirio Lobo. Sono già stati assassinati in circostanze abbastanza simili Vanessa Zepeda e Julio Funes. 


Pedro Brizuela, padre di Claudia, ha relazionato l’omicidio di sua figlia con la sua partecipazione alle attività del
FNRP e al tentativo di terrorizzare chi continua a sostenere la lotta per la democrazia in Honduras. La repressione sembra ora essere diretta soprattutto contro le donne, poiché sono varie quelle che hanno denunciato di avere ricevuto in questi giorni minacce telefoniche, come per esempio essere perseguitate da telefonate di persone che non si identificano e che annunciano la morte dei loro figli o di altri parenti. Una di esse è stata inseguita da un’auto, mentre un’altra è stata assalita e colpita ripetutamente, provocandole gravi ferite a un occhio, la perdita di vari denti e una lesione alla colonna vertebrale. 

 

La violenza selettiva contro dirigenti di base del FNRP, sindacati ed organizzazioni sociali si è incrementata a partire dallo scorso 28 gennaio, giorno successivo all’insediamento di Porfirio Lobo. Il suo ministro della Sicurezza, Óscar Álvarez, ha espresso pubblicamente che è necessario sradicare la resistenza in quanto “non ha più ragione di esistere”. 

 

La strategia implementata dai Servizi Segreti honduregni consiste nel seminare il terrore mediante l’omicidio pubblico, quasi mediatico, dei e delle dirigenti di base, evitando – per adesso – le personalità più conosciute dell'opposizione. Questa strategia avrebbe il doppio effetto di installare una vera e propria “caccia all’uomo” di bassa intensità, con caratteristiche proprie del terrorismo di Stato per intimorire la popolazione e, allo stesso tempo, evitare maggiori scandali nazionali ed internazionali che provocherebbero gli omicidi di personalità conosciute. 

 

Questo regime non governa in democrazia, non è una democrazia. E sono già molte le persone che hanno pagato con la loro vita questa evidenza. Non è un caso, quindi, che il principale assessore del servizio di sicurezza di Porfirio Lobo sia José Félix Ramajo, istruttore dell'ISA (International Security Academy), con risaputi vincoli con i servizi segreti israeliani del Mossad

 

In Honduras si sta implementando una riedizione del terrorismo di Stato degli anni 80, ma con una variante: la selettività nel colpire la base. Non ci sono massacri collettivi, corpi mutilati, spezzati, abbandonati nelle periferie; non ci sono ancora “magnicidi”. Il concetto di repressione che si applica adesso è molto più perverso, perché utilizza la diffusione mediatica delle morti con un messaggio ben chiaro: “Il prossimo puoi essere tu, o tu, o i tuoi figli, parenti, amici o amiche". È la disseminazione di un terrore che l'impunità amplifica su scala quasi universale. 

 

Che genere di mente può produrre questo tipo di strategia? Solo enunciarlo fa venire la nausea. 

 

La Rel-UITA segnala nuovamente la responsabilità del presidente Porfirio Lobo in questi omicidi, così come quella dei governi che hanno sostenuto il processo che ha defenestrato Manuel Zelaya ed ha istaurato questa democratura terroristica. 

 

Poliziotti golpisti e manifestantiIl sangue di Claudia, di Vanessa, di Julio e di tutte le vittime del terrorismo di Stato in Honduras deve arrivare fino agli incontaminati uffici della Casa Bianca. Il pianto sconsolato di Eduard e Said, di otto e due anni rispettivamente, orfani di Claudia, deve rimbombare nei suoi ampi saloni e sui suoi ingioiellati muri e riempire di vergogna questo Presidente afroamericano che sparge la guerra e la morte parlando di pace. 

 

La Rel-UITA condanna questo e tutti gli omicidi perpetrati contro il popolo honduregno che lotta per la difesa dei suoi diritti, per la sua democrazia, e continuerà a denunciare permanentemente i veri responsabili di questi crimini di lesa umanità. 

 

La comunità internazionale deve reagire rapidamente ed energicamente, e condannare i governi che sostengono questo regime inumano.

 

FRONTE DI RESISTENZA DELL’HONDURAS


L’America Latina non riconosca il governo di Lobo

 

24 febbraio 2010 - www.granma.cu (teleSUR)

 

Nella cornice del Vertice dell’Unità dell'America Latina e dei Caraibi che si è appena svolto in Messico, il Fronte Nazionale della Resistenza Popolare dell’Honduras - FNRP - ha chiesto ai membri del Gruppo di Rio che hanno partecipato all’incontro, di continuare a non riconoscere  il governo di Porfirio Lobo, sino a che non si stabilirà l’ordine costituzionale in questa nazione.

 

Il Comunicato numero  48 del Fronte rende noto  il reclamo che questo governo è una continuazione della dittatura installata con il Colpo di Stato e convalidata da un processo elettorale illegale ed illegittimo, che non è stato osservato da nessun governo o meccanismo d’integrazione regionale o costituzionale credibile.

 

Nel messaggio l’organizzazione di resistenza popolare insiste nell’illegittimità di queste elezioni, ratificata con l’astensione della maggioranza della popolazione dell’Honduras che di conseguenza non riconosce questi risultati.

 

Per questo non è casuale che il popolo continui la lotta non violenta per sconfiggere il regime totalitario attuale e ritornare all’ordine democratico.

 

Il FNRP ha chiesto alle nazioni latinoamericane che condannino i continui abusi commessi contro i membri della resistenza, le violazioni dei diritti umani ed i crimini di lesa umanità, delitti instaurati nel paese centroamericano con il colpo di Stato militare del 28 giugno del 2009, che tolse dal potere legittimo il presidente costituzionale Manuel Zelaya,  instaurando il governo golpista dell’ usurpatore Roberto Micheletti.

 

Brutale repressione

in Honduras

 

23 febbraio 2010 - di Rubén Nieto da www.aporrea.org

 

Con la complicità dei governi e degli strumenti di comunicazione occidentali, il regime golpista si scatena contro la resistenza, assassinando e torturando i suoi militanti.

 
La dittatura honduregna, nonostante la nuova figura del golpista Pepe Lobo sia servita a paesi come la Spagna per riconoscere il regime, continua nella pratica del terrorismo di stato. Persecuzioni, sanzioni amministrative, assassini, sparizioni e torture vengono attuati sia dalla polizia che dai paramilitari, allo scopo di assecondare l’intenzione del governo di seminare la paura nella popolazione e di scardinare l’organizzazione della resistenza.
 

Il 15 febbraio è stato assassinato nella località Brisas de Olancho il militante del Fronte Nazionale di Resistenza Popolare (FNRP) Julio Fúnez Benítez, pochi giorni dopo aver partecipato all’Assemblea del Fronte, svoltasi a Siguatepeque. Benítez era anche sindacalista del Sindacato dei Lavoratori del Servizio Nazionale degli Acquedotti e delle Fognature (SANAA).

 

Julio Fúnez Benítez, sposato con tre figli, è stato assassinato appena uscito dalla propria casa, da tre colpi sparati, secondo i testimoni, da un’automobile. Secondo i familiari, Benítez aveva ricevuto minacce di morte nelle settimane che hanno preceduto l’assassinio, senza peraltro esserne intimidito: “lotterò anche per quelli che non vogliono lottare”, era solito dire.

 

Un altro membro del FNRP, l’artista Hernán Reyes è stato sequestrato il 12 febbraio e trattenuto per un certo periodo da tre paramilitari che lo hanno torturato nell’intento di ottenere informazioni sull’Assemblea Nazionale del FNRP. Durante il sequestro ha quasi perso un occhio, sotto i colpi del filo spinato.

 

Il medesimo giorno l’abitazione di Porfirio Ponce, vicepresidente del Sindacato dei Lavoratori dell’Industria delle Bevande (STYBIS) e militante del FNRP, è stata perquisita illegalmente da soggetti che si spacciavano per poliziotti. Dopo aver messo a soqquadro la casa, costoro hanno rubato il suo computer. Inoltre, ha dichiarato Porfirio Ponce “hanno perquisito gli armadi della camera da letto e di quella dei bambini, imbrattando l’arredo e la stanza matrimoniale”.

 

Il 10 febbraio, Sula Edgar Martínez, anch’egli militante del FNRP a San Pedro, è stato sequestrato insieme alla moglie, ai familiari e a un’amica e per due giorni hanno subito torture da parte delle forze di polizia honduregne.

 

Nei giorni precedenti, due giornalisti vicini alla resistenza sono stati sequestrati, brutalmente torturati e obbligati a collaborare con la dittatura contro il Fronte, sotto la minaccia dell’uccisione dei loro familiari più prossimi.

 

Inoltre il movimento contadino che, grazie alla riforma agraria contro il latifondo, aveva preso possesso delle terre improduttive durante il governo di Zelaya, è perseguitato in questo momento dalle forze di polizia, che si sono messe al servizio di grandi latifondisti come René Morales, resosi responsabile di un massacro di contadini poche settimane fa.

 

Attualmente decine di contadini stanno subendo processi con l’accusa di usurpazione e vengono perseguitati e puniti da parte della dittatura diretta dal golpista Pepe Lobo.

 

Questi contadini appartenenti a vari sindacati riuniti nel Movimento Unificato dei Contadini dell’Aguan (MUCA), aderente al FNRP, ricordano che “esiste un accordo tra il presidente Zelaya e i gruppi contadini dell’Aguan, firmato all’inizio del mese di giugno del 2009 prima del colpo di Stato, in cui si conveniva che una commissione tecnico-giuridica avrebbe indagato in merito alla legalità della proprietà di queste terre e pagato ai supposti proprietari Miguel Facusé, René Morales e Reinaldo Canales le migliorie che essi avrebbero apportato; con l’impegno però al trasferimento di proprietà di queste terre”.

 

Le organizzazioni per i diritti umani honduregne si dichiarano molto preoccupate per questa situazione, attribuendone la colpa alla dittatura.

 

FNRP : agenda di

mobilitazioni per il 2010

 

20.02.10 N.Pitts www.resistenze.org fonte Adital.com.br (Rebelion.org) Traduzione di A. Bottero

 

A circa otto mesi dal colpo di stato che strappò il potere al Presidente honduregno Manuel Zelaya, le forze di resistenza continuano a mobilitarsi. Con la realizzazione delle elezioni presidenziali, ci si aspettava che il golpe fosse dimenticato e che il paese tornasse alla normalità costituzionale. Nondimeno l'agenda delle attività per il 2010 è già predisposta, per consentire alla popolazione honduregna di continuare a resistere.

 

Il Fronte Nazionale di Resistenza Popolare (FNRP), è una delle organizzazioni-guida delle mobilitazioni. In questo momento, le attività organizzate sono volte a combattere l'attuale regime politico militare e a lottare per una nuova proposta politica elettorale che garantisca la piena partecipazione popolare. In cima alla lista delle istanze vi è la convocazione dell'Assemblea Nazionale Costituente per approvare una Costituzione popolare, giusta ed includente.

 

Durante i mesi di febbraio e marzo, il Coordinamento Nazionale Provvisorio percorrerà tutte le regioni dell’Honduras con l'obiettivo di eleggere i Coordinamenti Dipartimentali e definire le date delle assemblee municipali per designare i Coordinamenti Comunali.

 

In marzo, si realizzerà il Secondo Incontro per la Rifondazione dell’Honduras. Convocato dal Fronte di Resistenza e dal Consiglio Civico di Organizzazioni Popolari ed Indigene dell’Honduras (COPINH), la riunione vuole simulare la realizzazione dell’agognata Assemblea Nazionale Costituente.

 

È anche prevista per il prossimo mese l'elaborazione del Piano Nazionale di Formazione Politica. Da aprile a giugno si realizzerà il primo ciclo del Piano di Formazione, quando saranno consolidati tutti i nuclei di resistenza nei quartieri honduregni.

 

Il 28 giugno, ricordando un anno dal golpe, il Fronte Nazionale di Resistenza Popolare realizzerà una consultazione in tutto il paese per la convocazione dell'Assemblea Costituente. I mesi di luglio e settembre saranno segnati dalle elezioni dei rappresentanti municipali, dipartimentali e nazionali. Il 15 settembre il FNRP realizzerà la prima Assemblea Nazionale dei delegati della Resistenza. Nell'occasione si definiranno il programma politico e il Coordinamento Nazionale.

 

Nonostante le persecuzioni e violenze che continuano dopo l'assunzione dei poteri da parte di Porfirio “Pepe” Lobo, si realizzeranno durante tutto l'anno 2010, congiuntamente a Manuel Zelaya e alla sua squadra, incontri di affermazione e consolidamento delle forze che compongono il Fronte. Durante gli incontri le organizzazioni in resistenza intensificheranno la posizione di ripudio della continuità del governo di fatto, capeggiato dall'attuale presidente Pepe Lobo.

 

Tutte le attività e mobilitazioni proposte dal Fronte di Resistenza e da altre entità contrarie al golpe, convergono nella lotta per la libertà ed il riscatto della dignità del popolo honduregno. Dopo il colpo di stato militare e l'installazione del governo di fatto guidato da Roberto Micheletti, honduregni/e sono stati sottoposti ad innumerabili violazioni dei loro diritti, oltre ad essere discriminati, aggrediti ed assassinati per le loro scelte di vita.

 

Affinché gli orrori commessi durante il golpe non rimangano impuniti, né cadano nell’oblio nazionale e mondiale, il Fronte è impegnato a realizzare, per lo meno una volta al mese, ogni giorno 28, mobilitazioni di lotta per l'Assemblea Nazionale Costituente e per la condanna della dittatura.

 

 

Comunicato n. 48 del FNRP

 

sul Vertice di Rio in Messico

 

 

20.02.10 N.Pitts www.resistenze.org (Voselsoberano.com) traduzione di A.Bottero

 

 

Ai rappresentanti dei Governi e degli Stati che compongono il Meccanismo Permanente di Consultazione e Concertazione Politica riuniti a Cancún, Messico, in occasione del ventitreesimo Vertice del Gruppo di Rio, comunichiamo:

 

1. L’Honduras continua ad essere sottoposto ad un regime di fatto, installato e sostenuto con la forza delle armi dal 28 giugno 2009 fino ad oggi, periodo durante il quale il popolo honduregno è stato vittima di costanti violazioni dei diritti umani.

 

2. L'illegittimità e l’illegalità dell'attuale regime si vogliono negare, invano, cambiando le facce dei personaggi che amministrano lo Stato, ma non si riesce ad ingannare nessuno: è, infatti, di dominio pubblico che essi obbediscono agli stessi gruppi di potere che comandano la repressione e l'assassinio e che ostacolano lo sviluppo di una vera democrazia.

 

3. Il processo elettorale, con cui si pretende riconoscere autorità ai nuovi mandatari della dittatura, fu illegale sotto tutti i punti di vista, poiché diretto ed amministrato da autorità complici nel colpo di stato, che ostacolarono la libera partecipazione degli oppositori ed ignorarono il clima di terrore imperante. Ragion per cui nessun governo, meccanismo d’integrazione regionale o istituzione di provata credibilità inviarono osservatori al suddetto processo.

 

L'illegittimità di tale processo venne ratificata dall'astensionismo della stragrande maggioranza della popolazione honduregna, che di conseguenza ne disconosce i risultati. Non a caso il popolo continua la lotta non violenta per sconfiggere il regime totalitario attuale e ristabilire l'ordine democratico.

 

1. La situazione dei diritti umani è grave e sta peggiorando. Nelle ultime settimane si sono registrati altri assassini, persecuzioni e molestie contro le persone organizzate nella Resistenza Popolare. E da parte dei dirigenti degli organi di sicurezza dello stato si annuncia un'offensiva militare per annientare l'opposizione al regime.

 

2. Diversi settori della comunità internazionale, governi amici, organizzazioni sociali e in difesa dei diritti umani, hanno sconfessato apertamente l'attuale regime.

 

Per tali ragioni:

 

1. Sollecitiamo i rappresentanti dei Governi e Stati membri del Gruppo di Rio a mantenere la loro posizione di non riconoscimento della dittatura honduregna, fintanto che non si ristabilisca l'ordine costituzionale democratico e non cessino le violazioni dei diritti umani.

 

2. Continueremo la nostra lotta a prescindere dalle azioni terroristiche dello stato controllato dai golpisti.

 

3. Ringraziamo i Governi e le organizzazioni sociali amiche per la loro preoccupazione per la grave situazione che attraversa il nostro paese e per le azioni di solidarietà volte a superare la crisi.

 

Tegucigalpa 19 febbraio 2010

 
 

Definizione e struttura organizzativa del

 

Fronte Nazionale di Resistenza Popolare

 

19 febbraio 2010 - www.resistenze.org da voselsoberano.com traduzione di Adelina Bottero

 

Il FNRP è un'organizzazione ampia di lotta politica e sociale, anticapitalista, antineoliberista, antioligarchica, antimperialista, antipatriarcale ed antirazzista, che mira alla trasformazione delle strutture sociali, politiche, economiche, educative e di dominazione culturale, attraverso l'installazione dell'Assemblea Nazionale Costituente, includente e popolare, che approvi la prima costituzione politica fatta dal popolo per rifondare lo Stato dell’Honduras, eliminando le relazioni di dominazione e sfruttamento attuali e creando un sistema di giustizia sociale che garantisca il benessere, la libertà, e dignità di tutte e tutti.

 

Il FNRP cerca di rafforzare l'integrazione centroamericana e latinoamericana, nell’ambito della libera autodeterminazione dei popoli; respinge qualunque tipo di dominazione o ingerenza straniera nelle questioni interne del paese.

 

Il FNRP è uno strumento di costruzione del potere popolare con piena indipendenza politica ed ideologica da partiti politici, confessioni religiose ed altre organizzazioni o persone, ed è composto da movimenti popolari, organizzazioni sociali ed istanze politiche che ricercano la trasformazione sociale del paese. In esso sono rappresentati abitanti, contadini, operai ed operaie, micro piccoli e medi imprenditori ed imprenditrici, movimenti ambientalisti, studenteschi, ONG progressiste, forze politiche progressiste e democratiche, insegnanti, professionisti, gruppi dei diritti umani, giovani, donne, artisti, popoli indigeni e neri, gruppi, comunità lesbiche, gay, transessuali e bisessuali (LGTB), chiese popolari, emigranti ed altri settori organizzati e non organizzati.

 

Il Fronte Nazionale di Resistenza Popolare ha, come linee fondamentali di lotta, la formazione politica come fattore determinante per la costruzione della democrazia partecipativa; l'organizzazione come fattore chiave per il consolidamento di forze al livello locale, regionale e nazionale; la mobilitazione permanente in difesa e protezione dei diritti del popolo.

 

Descrizione generale della struttura organizzativa.

 

1. Collettivi di Resistenza (Quartieri, comunità rurali, organizzazioni popolari, organizzazioni sociali)

 

2. Assemblea municipale dei rappresentanti dei collettivi di Resistenza

a. Organo esecutivo - Coordinamento della Resistenza Municipale

 

3. Assemblea dipartimentale dei rappresentanti della Resistenza Municipale

a. Organo esecutivo - Coordinamento della Resistenza Dipartimentale

 

4. Assemblea Nazionale dei rappresentanti della Resistenza Dipartimentale più i rappresentanti delle forze sociali e politiche (organizzazioni popolari, sociali e politiche)

a. Organo esecutivo - Coordinamento Nazionale

 

Altri appunti sull'organizzazione.

 

1. Ogni regione avrà autonomia nel definire la propria struttura organizzativa interna. Mentre è in corso il processo di consolidamento dei Fronti locali, municipali e dipartimentali della Resistenza, si stabilirà un Coordinamento Nazionale Provvisorio.

 

2. Ad ogni livello dell'organizzazione saranno coinvolti rappresentanti delle organizzazioni popolari e movimenti politici che formano il FNRP

 

3. Ogni livello dell’organizzazione definirà le commissioni di lavoro necessarie per essere operativa.

 

4. La conduzione di ogni istanza deve essere orizzontale, democratica ed includente, rispettosa della dichiarazione dei principi.

 
 

Questo paese non potrà mai

tornare ad essere lo stesso

 

19 febbraio 2010 - http://prensa-latina.it

 

“L’educazione è l’anima dei popoli e la garanzia degli eserciti della libertà”
Francisco Morazan
 

“In Honduras, di solito, quando un presidente sta per terminare il suo mandato, viene odiato dal popolo, perché sempre pensiamo a tutti i soldi che ci ha rubato, a tutte le bugie che ha raccontato, a tutte le promesse elettorali che non ha compiuto: con Manuel Zelaya è successo tutto il contrario, proprio per quello che ha fatto mentre era nella presidenza, quel giugno del 2009, stava terminando il suo periodo presidenziale già come un vero e grande leader del popolo!”. Chi mi sta raccontando questo è Alfonso Lacayo, uno degli psicologi della brigata medica della Resistenza in Honduras, uno dei tanti “operai della sanità” (come gli piace definirsi) che agiscono nel Fronte Nazionale di Resistenza Popolare.

Alfonso è un garifuna, che significa un discendente del gruppo di meticci afro-indigeni che sono arrivati in Honduras, sulla costa atlantica.

Raccontano gli storici, che nel 1522, nell’isola di Spagnola, formata da Haiti e Santo Domingo, è avvenuta la prima ribellione dei negri schiavi del continente americano, che cominciarono ad emigrare nei Caraibi in cerca della libertà. Il gruppo di negri che darà origine alla cultura Garifuna si stabilirà nell’isola di San Vicente e creerà una popolazione meticcia con gli indigeni Caribe. L’Inghilterra dichiarerà guerra a questi negri ribelli che rappresentavano un pericoloso esempio, e dovrà combattere per più di trenta anni per poter sconfiggere questa popolazione così coraggiosa.

I prigionieri di guerra che venivano catturati erano mandati sull’isola di Roatan, in Honduras, dove i Garifuna fondarono il loro primo insediamento nel 1797.

Oggi sono soprattutto radicati sulla costa atlantica di Honduras e sono tra i più emarginati e poveri del paese.
Alfonso è figlio di un personaggio illustre del suo popolo, infatti suo padre è stato il primo garifuna che si è laureato in medicina ed è riconosciuto ancora oggi soprattutto per la sua preoccupazione di servire il suo popolo.
Voglio ricordare che i Garifuna hanno oggi giorno un altro medico illustre, laureato a Cuba, Luther Castillo, che è riuscito a fondare nel 2007, insieme al suo popolo, ai medici cubani ed agli aiuti monetari di un sindacato della California, il primo ospedale popolare garifuna di Ciriboya e naturalmente milita nel
Fronte Nazionale di Resistenza Popolare.

“Ti racconto che la brigata medica del Fronte è nata dall’idea di un gruppo di infermiere che io ho conosciuto mentre stavo raccogliendo viveri per la gente ferma al confine con Nicaragua, mentre si aspettava Mel”, mi dice Alfonso.

“Non abbiamo un gerarchia fissa, un coordinatore principale: chiunque può essere il dirigente nel momento che sia necessario”.

A me queste parole colpiscono molto e mi fanno riflettere sul fatto che questo movimento della Resistenza in Honduras sta segnando un enorme svolta nel campo delle lotte per la rivendicazione dei diritti del popolo.

Come mi dice Alfonso, “dopo tutti questi mesi di lotta, abbiamo dato uno schiaffo morale al primo mondo, quello che si crede depositario della democrazia, noi, gli honduregni, figli di un paese trai più poveri di America Latina abbiamo dimostrato che possiamo resistere e dire a no al capitalismo fascista”.

“Il miracolo che ha fatto Mel è stato quello di renderci responsabili, di darci una coscienza, di semplicemente essere in grado di dire no a quello che ci danneggia”.

Un uomo che aveva vinto le elezioni con solo il 49,9% effettivamente ha saputo risvegliare negli honduregni la voglia di difendere i propri valori, ha saputo mantenere la sua identità di honduregno, per la prima volta nella storia del paese, è stato un presidente che ha detto no agli yankee, e gli è costato molto caro.

Praticamente, io credo che Zelaya ha insegnato al suo popolo che per essere un leader non devi solo avere dei soldi o un titolo di studio, ma principalmente devi lavorare, gomito a gomito, per quelli che ti hanno votato, bisogna letteralmente guadagnare questo titolo sul campo.

“In questo momento la Resistenza ha molti leader che seguono i diversi campi del Fronte, non abbiamo bisogno di una persona fisica che prevalga sulle altre, il nostro leader è una meta, cioè ottenere un’Assemblea Costituente”. “E quando arriveremo a questo, perché ci arriveremo sicuramente, da lì sappiamo che sarà un punto di partenza per costruire uno stato di giustizia sociale e potremo perfino assaltare il cielo”.

Alfonso continua scaldandosi e mi dice che il popolo honduregno si è risvegliato è sa che non può perdere questa occasione che gli hanno dato per riscattare le ingiustizie sociali, di un paese così fascista dove solo una decina di famiglie sono le padrone di tutto.

“I golpisti, quella destra oligarchica che crede di poter riportare Honduras all’epoca dell’oscurantismo fascista, prima della presidenza di Mel, non ha capito nulla, sono persone che hanno le emorroidi nel cervello, e moriranno di una diarrea cerebrale quando si vedranno definitivamente sconfitte perché la nostra lotta non si fermerà”.

“Il movimento della Resistenza è molto umano, si preoccupa dei suoi membri e noi psicologi cerchiamo di infondere nella gente il senso di saper riconoscere da sola le proprie esigente, non perché ci sia un “pincopallino” qualsiasi che pretende di sapere quali sono le esigenze degli altri”.

“Ad esempio, io non tratto i miei pazienti in uno studio, io condivido le marce con loro, condivido anche i gas lacrimogeni e gli attacchi della polizia e sono loro, i camminanti, che si avvicinano e cominciano a parlarmi dei loro problemi”.

“Siamo anche riusciti ad eliminare i settarismi, le infermiere in certi momenti dirigono i medici e perfino gli avvocati accettano che queste operaie della sanità gli spieghino cosa fare in certi momenti, come quando andiamo alla polizia per cercare di far liberare un compagno che è stato arrestato, questo piccolo dettaglio sembra insignificante, ed invece non lo è”.

Quello che riesce a comunicarmi Alfonso è che nel Fronte sono riusciti a creare un unione molto forte tra gente di diverse classi sociali senza che nessuna cercasse di prevalere sull’altra.

“Nelle marce si possono vedere sfilare tutti insieme (e perfino scambiarsi le bandiere!) militanti di partiti che prima del golpe si odiavano e si aggredivano per la strada, gli omosessuali, le femministe (ricordo che le donne sono la maggioranza del movimento), nullatenenti, borghesi progressisti e perfino stranieri!!!”.

Mentre Alfonso dice questa frase e sorride, si rivolge a me direttamente ed afferma che questa lezione tanto grande che ha dato il suo movimento ha motivato perfino un’europea come me a marciare con loro, a distribuire i viveri ed a ricevere i gas lacrimogeni negli attacchi.

“Ida, non credi che questo sia il vero socialismo?”.

Bhè, io non so cosa rispondere, posso solo dire che ho imparato ad amare il popolo honduregno perché mi ha rapito il cuore con la sua lotta tanto nobile, ho imparato a rispettarlo per la sua forza morale e la sua decisione; la Resistenza può contare con tutta la mia energia, perché come diceva il Che “sappiamo che il cammino è lungo ed in parte sconosciuto, però sappiamo quali sono le nostre limitazioni, faremo l’Uomo Nuovo del XXI secolo, e lo costruiremo noi stessi”.
 

Honduras non invitato a

vertice latinoamericano

 

17 febbraio 2010 - prensa-latina.it

 

Il presidente honduregno, Porfirio Lobo, eletto sotto la rottura dell'ordine costituzionale, non è stato invitato al Vertice dell'Unità dell'America Latina e dei Caraibi che si terrà in Messico, ha informato oggi la stampa locale.

 

“Il Messico prepara il vertice con l'America latina, senza l'Honduras”, segnala un titoli del quotidiano La Tribuna , che ricorda che il paese è stato espulso dell'Organizzazione degli Stati Americani dopo il golpe di Stato del 28 giugno passato.
 
Il giornale ha pubblicato le dichiarazioni della segretaria messicana degli Affari Esteri, Patricia Espinosa, che ha affermato che il governo honduregno non è stato invitato a partecipare perché prima è indispensabile una decisione dell'OEA.
 
Nell'appuntamento, previsto dal 21 al 23 febbraio nella Riviera Maya, confluiranno il
Vertice del Gruppo di Rio e quello dell'America Latina e dei Caraibi sull'Integrazione e sullo Sviluppo (CALC).
 
Anche se il tema centrale è l'integrazione regionale, non si scarta che la situazione in Honduras ed il terremoto in
Haiti siano abbordati nella maggior parte dei dibattiti.
 
Il presidente del Nicaragua, Daniel Ortega, ha anticipato la settimana scorsa la possibilità di una riunione dei paesi centroamericani al margine dell'appuntamento del Messico per analizzare la situazione nel paese vicino.
 
Ortega ha ricordato l'esistenza di varie risoluzioni del
Sistema di Integrazione Centroamericana, il Gruppo di Rio, l'Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America, l'OSA di ripudio all'interruzione dell'ordine costituzionale.
 
Durante una riunione straordinaria tenutasi l'anno passato a Managua, il
Gruppo di Rio ha condannato in modo energico il golpe di Stato in Honduras ed ha espresso il suo sostegno all'allora presidente costituzionale Manuel Zelaya.
 
Nella sua dichiarazione finale il meccanismo di concertazione ha definito inaccettabile l'utilizzo della forza per rovesciare un governo legalmente costituito.

 

 

Annuncia Zelaya un giro per l'America

 

Latina, gli USA e l'Europa

 

17 febbraio 2010 - prensa-latina.it

 

Santo Domingo - La situazione in Honduras e la necessità di garantire la democrazia in America Latina saranno gli assi del giro per l'America Latina, gli Stati Uniti e l'Europa che intraprenderà prossimamente l'ex presidente honduregno, Manuel Zelaya.

 

Ha ribadito le sue critiche all'Organizzazione degli Stati Americani (OSA) che non ha agito con fermezza per cercare il ristabilimento nel suo paese dell'ordine costituzionale, interrotto dal golpe militare del 28 giugno passato.
 
L'incorporazione al
PARLACEN, in qualità di ex presidente, sarà trattata coi governanti del Nicaragua, Daniel Ortega; del Guatemala, Alvaro Colom; di El Salvador, Mauricio Funes; e del Costa Rica, Oscar Arias, ha detto Zelaya dopo riunirsi coi più di due decine di aspiranti dominicani a seggi nell'organo legislativo centroamericano in presenza del presidente Leonel Fernandez.
 
Zelaya risiede qui in qualità di ospite di onore in modo temporaneo fin dal suo arrivo alla fine di gennaio scorso, scortato dal suo anfitrione dopo essere rimasto vari mesi nell'ambasciata del Brasile a Tegucigalpa.
 
Ha annunciato che, inoltre, si aspetta riunirsi con vari gruppi di opinione forti negli Stati Uniti, dove è stato invitato a tenere una serie di conferenze in varie università.
 
Ha rivelato anche che lavora nella confezione di vari documenti che invierà ai presidenti di vari paesi membri del
Gruppo di Rio, che lunedì 22 prossimo inaugurano il loro XXIII Vertice nella città messicana di Cancun ed a quelli del Sistema di Integrazione Centroamericano, che hanno in agenda una riunione nel Vertice.
 
Zelaya si è detto favorevole alla creazione di un ente panamericano, in cui non parteciperebbero gli Stati Uniti né il Canada, con lo scopo di garantire la democrazia nel continente ed al quale assisterà il suo anfitrione dominicano, Leonel Fernandez, secondo quanto trasceso da una fonte affidabile.

 

 

Atto intimidatorio contro il vice

 

presidente di un sindacato

 

13 febbraio 2010 - www.prensa-latina.it

 

Alle 6 della notte dell'11 febbraio, quattro uomini vestiti di nero sono penetrati con la forza nella casa di Porfirio Ponce, vicepresidente del Sindacato dei Lavoratori dell'Industria delle Bevande e Simili (STIBYS), organizzazione affiliata all'UITA, e membro attivo della Resistenza. Dopo avere perquisito tutte le stanze hanno rubato un computer che contiene informazioni molto preziose sulle attività dal sindacato e del Fronte Nazionale di Resistenza Popolare (FNRP).  


Contattato via telefonica, il vicepresidente dello
STIBYS ha manifestato che “Queste persone sono entrate nella mia casa rompendo le persiane, una finestra ed una porta, e senza dimostrare nessuna paura davanti ai vicini che stavano osservando e che mi hanno informato immediatamente”.

 
“Per il modo con cui hanno agito –ha continuato Ponce–non ho il più piccolo dubbio che si tratta di un'azione di minaccia perpetrata dai membri dei corpi repressivi dello Stato”.  


“Nonostante sapessero perfettamente che i vicini avevano già chiamato la Polizia, sono usciti tranquillamente dalla porta, senza nessuna fretta e portandosi via solamente il computer.”  
Il presidente dello
STIBYS, Carlos H. Reyes, ha chiamato il vice ministro di Sicurezza, Armando Calidonio, per denunciare questo atto di persecuzione politica contro attivisti e dirigenti della Resistenza.  


“Denunciamo davanti alla nazione ed alla comunità internazionale questo fatto di persecuzione e raddoppiamo le misure di sicurezza, senza per questo motivo rinunciare alla lotta”, concluse Porfirio Ponce.

 

Comunicato del Fronte
 

11 febbraio 2010 - www.prensa-latina.it

 

Il Fronte Nazionale di Resistenza Popolare  dell’Honduras condanna le intenzioni del regime de facto di Porfirio Lobo Sosa che decide di licenziare una grande quantità di impiegati pubblici e di eliminare o cooptare le organizzazioni dei lavoratori che difendono i loro diritti. 

 

L'Associazione Nazionale di Impiegati Pubblici dell’Honduras (ANDEPH) ha già ricevuto minacce di assalto per destituire la dirigenza attuale e rimpiazzarla con una che sia docile agli interessi dei golpisti.  


Tale azione si porta a termine nella cornice della strategia dell'oligarchia per debilitare le organizzazioni popolari che si sono sommate alle proteste contro il golpe di Stato quasi nella sua totalità e continuano essendo la forza fondamentale nell’appello del paese per ristabilire la democrazia ed installare l'Assemblea Nazionale Costituente e Popolare.  


La dittatura che dirige Lobo a nome di un ridotto gruppo di grandi imprenditori si incammina ad intensificare l'applicazione del modello neoliberale che permetta loro di continuare a concentrare la ricchezza a costo dello sfruttamento, del furto e della distruzione delle risorse naturali.


Facciamo un appello a tutti i membri della Resistenza in tutto il paese e particolarmente alle organizzazioni dei lavoratori affinché siano vigili davanti alla carica neoliberale dell'oligarchia. Dobbiamo chiudere le file di fronte ai nemici della classe lavoratrice.  


Resistiamo e Vinceremo!  

 

Ritornano gli ambasciatori europei
 

9 febbraio 2010 - www.prensa-latina.it

 

A dispetto di non avere riconosciuto ancora formalmente il governo di Porfirio Lobo Sosa, i paesi europei hanno incominciato a normalizzare le relazioni diplomatiche con l’Honduras, inviando di ritorno i loro ambasciatori, come lo hanno fatto Spagna e Francia la settimana scorsa e come lo faranno Italia e Germania nei prossimi giorni. Tornare ad inserire al più presto possibile l’Honduras nella negoziazione dell'Accordo di Associazione, ADA, tra Unione Europea ed America Centrale, per firmarlo il prossimo 18 maggio a Madrid, in occasione del Vertice Ibero-americano, sembra essere parte del processo di normalizzazione che sta spingendo un settore della comunità internazionale, considerando il tema economico molto più importante di quello che succede sotto il nuovo governo di Porfirio Lobo, giornalmente.  

Questo atteggiamento è stato ben evidenziato nelle dichiarazioni offerte alcuni giorni fa dall'ambasciatore dell'Unione Europea per l'America Centrale, Mendel Goldstein, che ha affermato che “tutti sanno quello che è accaduto in Honduras”.

 

“L'uscita di un paese, diciamo dalla costituzionalità, è quello che ha causato questa interruzione delle negoziazioni dal finale di giugno (2009), ma dopo la presa di possesso di Porfirio Lobo Sosa stiamo vedendo già che sta arrivando una normalizzazione rapida della situazione”.  

Il vero obiettivo di questa nuova accelerazione per chiudere l’
ADA, sono le migliori condizioni per le imprese europee installate in America Centrale, lasciando gli altri due pilastri - cooperazione e dialogo politico - come semplici decorazioni per dimostrare che l’accordo è qualcosa di differente dal CAFTA-DR, accordo commerciale firmato tra gli Stati Uniti, America Centrale e Repubblica Dominicana.  

Nonostante, gli europei presentano un pacchetto molto più seducente. Si parla di un
Accordo di Associazione e affermano che non è un TLC, bensì un ADA, che ha due componenti addizionali, un accordo di cooperazione ed un tavolo di dialogo politico. Ma la verità è che l'accordo di cooperazione ed il tavolo di dialogo politico sono la decorazione che ha questo pacchetto, che è fondamentalmente un trattato di libero commercio.  

L'investimento, la proprietà intellettuale, i servizi, gli acquisti governativi, sono gli elementi che stanno dietro la negoziazione, non è tanto il commercio.  

Nella ronda di negoziazione che si porterà a termine a Bruxelles, in Belgio, alla fine di febbraio e dove si aspetta si integri Honduras, abborda il restante 10% dell'accordo, cioè tutti i punti più sensibili per i paesi centroamericani. Fino al momento, il Nicaragua sembra essere l'unico paese della regione che continua a manifestare seri dubbi su questo processo e su un possibile riconoscimento dell'attuale governo honduregno e la sua inclusione negli incontri di negoziazione.  

Tuttavia, né l'Unione Europea, né i paesi centroamericani, eccettuando il Nicaragua, sembrano interessati nell’approfondire su quello che è accaduto a partire dal 28 giugno in Honduras e la situazione di costante violazione dei diritti umani, che non si è  fermata dopo che si è installato il nuovo governo.  

Per il
Comitato dei familiari dei Detenuti e Scomparsi in Honduras, COFADEH, c’è una doppia morale nell'attuale regime che cerca di ripulire un'immagine inondata di sangue e terrore, per presentarsi come un governo di conciliazione, davanti alla comunità internazionale.  

Tuttavia, la realtà è un'altra. “Mentre si bevono costosi vini in eleganti hotel per ascoltare la stessa storia che raccontano quelli che perpetrarono il golpe di Stato e si incominciano a dare ordini per la conformazione della Commissione della Verità”, continua il comunicato, “ci sono fuori, sulle strade i sequestri, gli omicidi e le strategie più perverse per smantellare la Resistenza”.  

È per questo motivo che il COFADEH e le altre organizzazioni dei diritti umani chiedono alla comunità internazionale di non lasciarsi impressionare dai canti di sirena che hanno la finalità di addormentare la lotta contro l'impunità.

 

Attentato al blog della

Resistenza honduregna

 

8 febbraio 2010 - www.granma.cu

 

Pubblichiamo la denuncia dell’ennesimo attacco alla libertà di espressione del popolo honduregno, trasmettendo il comunicato del collettivo di  voselsoberano.com, un blog gestito da membri del Fronte Nazionale di Resistenza Popolare in Honduras:

 

“Il collettivo Voselsoberano denuncia alla comunità nazionale ed internazionale il più recente attentato che ha sofferto la nostra pagina web.  


Da stamani è stato impossibile entrare come amministratori nella pagina, era impossibile accedere alla nostra piattaforma e montare le informazioni, l'interfaccia degli utenti è stata totalmente privata della sua configurazione ed i nostri database stanno essendo colpiti da un attacco cibernetico con virus da una settimana.  


Denunciamo anche gli attentati contro due compagni cameraman di Globo TV, che sommati al vile assassinio della compagna Vanessa Zepeda, membro del SITRAIHSS ed attivista del Fronte di Resistenza, sono una chiara evidenza della continuità delle politiche repressive del regime sotto la nuova facciata nazionalista.  


Denunciamo questo nuovo attacco come parte degli attentati che il regime repressore sviluppa contro i mezzi da informazione del Fronte di Resistenza Honduregna, e lo vincoliamo direttamente con le recenti denunce diffuse dalla nostra pagina sull'implicazione di Oscar Alvarez, ministro di sicurezza del regime, con il narcotraffico ed il crimine organizzato, come la diffusione di documentazione storica di uso pubblico che vincola Oscar Andres Rodriguez con l'occultamento di un massacro di 600 contadini salvadoregni nel 1980.  


Stiamo lavorando per recuperare le nostre interfacce e piattaforme di informazione, proseguiamo il nostro compromesso come un spazio di diffusione ed informazione della Resistenza Honduregna.  


Potranno cercare di zittirci, ma non lo potranno ottenere.  
 
Collettivo VoselSoberano  
Contro il regime repressore  
Membri di Comunicatori della Resistenza Honduregna”

 

 

Per la Resistenza la commissione

della verità è una farsa

 

 

La creazione della Commissione della Verità in Honduras, attualmente, ha il proposito di vendere un’immagine internazionale, perché comunque si continua a torturare la gente”, ha assicurato la coordinatrice del Comitato dei Familiari degli Scomparsi e Detenuti dell’Honduras (Cofadeh), Bertha Oliva.

 

La Oliva ha detto che né nel “Accordo di San José” né nella Commissione della Verità si parla che si imputeranno delle responsabilità ai colpevoli dalla rottura dell'ordine costituzionale e delle violazioni dei diritti umani.

 
Ha considerato che il dibattito sul tema ha solamente l'obiettivo di contenere la pressione popolare, perché si tratta di una strategia già utilizzata dalla decade degli anni 80. 


Ha sostenuto che se non si cercano i responsabili e si stabilisce la verità, non si potrà fare nessun passo di riconciliazione.  


“Una Commissione della Verità significa che non si può dimenticare tutto in una volta, cancellare tutte le prove è essere vigliacchi e non accettare le responsabilità”.  


La Oliva ha considerato che la Commissione della Verità dovrebbe cercare degli avvicinamenti con il Fronte Nazionale di Resistenza Popolare, dal momento che è l'organismo che rappresenta il popolo honduregno.


Da parte sua, Juan Barahona, uno dei coordinatori della Resistenza, ha affermato che “questa Commissione della Verità la vogliono integrare per ripulirsi del golpe e che la comunità internazionale li riconosca affinché si ristabiliscano i finanziamenti stranieri”.   


“Non ha nessun senso, questa Commissione, è estemporanea, è un puro show”, ha continuato Barahona.  


“Per quale motivo dobbiamo cercare la verità se si sa già che è stato un golpe di Stato, si sa già chi sono i golpisti ed oltretutto hanno già firmato un decreto di amnistia? Non stiamo facendo tutto al contrario?”, si è domandato concludendo il dirigente sindacale.

 

 

Assassinata attivista della

resistenza antigolpista

 

5 febbraio 2010 - www.lernesto.it

 

Un'attivista del Fronte Nazionale di Resistenza Popolare dell’Honduras (FNRP), Vanesa Yaneth Zepeda, è stata sequestrata ed assassinata da sconosciuti, hanno denunciato oggi gli organismi di difesa dei diritti umani. 

 

Zepeda è scomparsa da casa sua il passato martedì ed il suo cadavere è stato identificato ieri sera nell’obitorio della capitale dai familiari, d’accordo con una notizia della pubblicazione digitale voselsoberano.com.  


I testimoni hanno raccontato che il corpo senza vita della giovane, di 29 anni e madre di tre figli, è stato lanciato da un auto in un settore della colonia Loarque, nel sud della capitale.  


Dirigenti del
FNRP hanno affermato che il crimine contro Zepeda è un'altra dimostrazione che la repressione continua in aumento contro i membri della resistenza.

 
Due cameraman del canale
Globo TV, Manuel de Jesus Murillo, di 24 anni, e Ricardo Vasquez Vasquez, di 27, hanno denunciato oggi di essere stati sequestrati e torturati da poliziotti vestiti da civili.  


I due giovani hanno denunciato davanti ad organizzazioni di difesa dei diritti umani che sono stati catturati la notte del martedì e duramente colpiti dagli agenti che li interrogavano su presunti depositi di armi.  


Globo TV ha incominciato recentemente le sue trasmissioni ed è parte dell'impresa Radio Globo, stazione radio che ha sviluppato un'attiva opposizione al golpe militare che ha abbattuto il presidente Manuel Zelaya il 28 giugno scorso.  

 

 
Il terrorismo di stato contro la resistenza

contraddice il discorso di riconciliazione

 

5.2.10 - www.resistenze.org Traduzione a cura di A.Bottero da voselsoberano.com

 

Il terrorismo di stato fomentato dal 28 giugno contro il popolo honduregno continua con i crimini selettivi, la persecuzione politica ed altre violazioni dei diritti umani, contraddicendo il discorso di riconciliazione e l'installazione di una Commissione della Verità.

 

Per il Comitato dei Familiari dei Detenuti Desaparecidos in Honduras (COFADEH) c’è una doppia morale nell'attuale regime, che cerca di ripulire un'immagine inondata di sangue e terrore, per presentarsi di fronte alla comunità internazionale come governo di riconciliazione.

 

Eppure la realtà è un'altra. Mentre in eleganti alberghi si sorseggiano vini, riascoltando la stessa storia da parte di coloro che perpetrarono il colpo di stato ed accingendosi ad eseguire i loro ordini sulla conformazione della Commissione della Verità, fuori avvengono sequestri, assassini e si affinano strategie perverse per smantellare la resistenza, che dal giorno stesso del colpo di stato si è mantenuta operante e che procede verso l'installazione di un’Assemblea Nazionale Costituente e l’elaborazione di una nuova Costituzione.

 

Tutto mira a rendere immacolato il colpo di stato: la settimana scorsa è stata approvata un'amnistia, che per noi è una scempiaggine, volta a coprire i crimini dei violatori dei diritti umani.

 

Nel paese c’è una situazione gravissima di violazione dei diritti umani; i seguenti casi sono soltanto una dimostrazione dell'emergenza che stiamo vivendo riguardo al rispetto dei diritti fondamentali.

 

- Il 2 febbraio i giovani cameramen Manuel de Jesús Murillo Varela, del Programma “Parla come parli”e Ricardo Rodríguez, del notiziario “La mia nazione”, sono stati temporaneamente sequestrati da un commando di poliziotti in abiti civili. Li hanno portati in una prigione clandestina, messo loro un cappuccio sul capo, fino a far perdere conoscenza per asfissia, sotto continua minaccia di mozzargli la testa e le dita dei piedi, se non avessero detto dove tenevano armi e denaro.

 

- Quella stessa notte i membri della Resistenza Ariel Lobo e Ricardo Domínguez sono stati catturati dalla polizia preventiva e trasportati alla sede di El Manchén, anch’essi interrogati sulla detenzione di armi. Nell’agosto del 2009 Ariel Lobo fu vittima di un tentativo di sequestro da parte di elementi dell'esercito e di uomini in abiti civili fortemente armati, che stavano compiendo un’operazione nel centro della città.

 

- Il 3 febbraio è stata trovata morta la giovane infermiera Vanesa Zepeda (29 anni), membro attivo della resistenza fin dal colpo di stato e sindacalista dell'Istituto Honduregno di Previdenza Sociale (IHSS). Era uscita di casa alle due del pomeriggio e a partire da quel momento non è più stato possibile contattarla. Il suo corpo fu lanciato da un veicolo nelle vicinanze della Colonia El Loarque, tra le 6:30 e le 7:00 di quella notte. La persecuzione amministrativa cui fu sottoposta, attraverso udienze a discarico presso la Previdenza Sociale, è stato il preludio alla sua morte.

 

- A metà del gennaio scorso è stato assassinato nel villaggio di Carbonal il maestro Blas López, leader dell'etnia Pech nel dipartimento di Olancho e membro attivo della Resistenza.

 

- Il continuo ripetersi di crimini e persecuzioni contro i contadini del Movimento Unificato dell'Aguán (MUCA) rende evidente che i gruppi di potere non cederanno un briciolo, perché hanno a loro favore tutto il sistema giudiziario, che bacia il pugnale dorato.

 

- A quanto esposto in precedenza si sommano le cosiddette “levatacce”, sotto la direzione del Ministro per la Sicurezza, Óscar Álvarez, che altro non sono se non violazioni dei diritti umani, ora accompagnate da funzionari del Pubblico Ministero, il cui compito non sarà evitare tali illegalità, bensì legalizzarle.

 

Il COFADEH chiede alla comunità internazionale di non lasciarsi impressionare dal canto delle sirene, il cui lo scopo è infiacchire la lotta contro l'impunità. La sollecitiamo a perseverare ed accompagnare al popolo honduregno, che cerca libertà, giustizia e chiede verità.

 

DEI FATTI E DEGLI AUTORI, NÉ OBLIO NÉ PERDONO

 

Comitato dei Familiari dei Detenuti Desaparecidos in Honduras - COFADEH

Tegucigalpa 5 febbraio 2010

 

 

Il popolo honduregno

ha scelto la piazza

Multitudinaria mobilitazione della Resistenza oscura la cerimonia d’insediamento e saluta Zelaya

 

3 febbraio 2010 - www.lernesto.it

 

Centinaia di migliaia di honduregni hanno marciato nuovamente per le strade di Tegucigalpa e San Pedro Sula, inviando un messaggio molto chiaro al presidente Porfirio Lobo Sosa: non ci potrà essere riconciliazione senza una giusta punizione per i golpisti e l’inizio di un percorso che conduca alla rifondazione del paese attraverso un Costituente. Il presidente Manuel Zelaya è volto verso la Repubblica Dominicana insieme alla sua famiglia, promettendo di far ritorno nel paese molto presto e di continuare a lavorare per la rivendicazione del suo popolo.

"Impressionante" è la parola esatta per descrivere la multitudinaria marcia che è partita dall'Università Pedagogica di Tegucigalpa, ha percorso vari chilometri ed è arrivata all'aeroporto di "Toncontín", nel punto esatto dove lo scorso 5 luglio è stato ucciso per mano dell'esercito il giovane Isis Obed Murillo, la prima delle tante vittime di questo colpo di Stato.

L'originalità e la fantasia del popolo honduregno sono tornate a risplendere per mezzo di cartelli, striscioni, fantocci con le sembianze di quelle persone che la popolazione ha identificato con il colpo di Stato e con slogan gridati a squarciagola senza un solo secondo di pausa.

Sorprendente la differenza tra questa moltitudine allegra, ma allo stesso tempo rabbiosa e cosciente di avere cambiato la rotta di questo paese, e la triste e desolata cerimonia di investitura del nuovo presidente Porfirio Lobo, il quale ha cercato nuovamente di convincere il mondo che l’Honduras sta iniziando a tornare alla normalità grazie ad un presunto processo di riconciliazione.

“Oggi il popolo è tornato in piazza per chiedere la rifondazione del paesee non solo per salutare il presidente Manuel Zelaya – ha detto Bertha Cáceres, dirigente del Consiglio civico delle organizzazioni popolari ed indigene dell’Honduras, Copinh –.

La cosa più importante è che è cresciuta la coscienza del popolo honduregno ed è evidente nel modo in cui nelle comunità la gente sta lavorando per questo obiettivo. Qualcosa è cambiato e la gente ora chiede ai propri dirigenti di porre attenzione ed occuparsi di questa battaglia ideologica. Questo è sicuramente uno dei valori più importanti di questa esperienza di resistenza.

In questo momento – ha continuato Cáceres – nello stadio i golpisti vogliono far credere che nel paese si vive una situazione di calma e tranquillità, che non ci sono problemi e nemmeno richieste da parte della popolazione.
Tuttavia la gente si è svegliata, ha alzato la testa e continua a resistere nonostante la repressione. Questa capacità di reazione ha sorpreso il mondo.

È un elemento che non può essere sottovalutato, perché questo popolo sorprenderà ancora opponendosi al tentativo di installare un progetto di dominazione. Un progetto che ha sfidato e che continuerà a farlo”, ha concluso la dirigente del Copinh.

Arrivando all'aeroporto, nella piazza ribattezzata “Isis Obed Murillo” dal popolo in resistenza, la gente si è concentrata nelle vicinanze del palco, a poche decine di metri dalla pista da cui sarebbe decollato il presidente Manuel Zelaya.

Durante una breve ed emotiva cerimonia, la ministra del Lavoro del governo Zelaya, Mayra Mejía, ha consegnato, a nome del Presidente, un riconoscimento alle due "nonne" della Resistenza, Dionisia Díaz e Yolanda Chavarría, al bambino Óscar Montesinos, il quale, nonostante i suoi 10 anni d’età, ha arringato la folla nominando, uno ad uno, le vittime del colpo di Stato, ed al dirigente sindacale e membro della conduzione collegiale del Fronte nazionale di resistenza popolare, Fnrp, Juan Barahona.

“È stata una mobilitazione gigantesca e pacifica, con la quale stiamo esigendo al nuovo erede del colpo di Stato che convochi una Assemblea Costituente – ha detto Barahona dal palco –.

Allo stesso tempo stiamo dicendo al popolo honduregno ed al mondo che la Resistenza è la forza maggioritaria che abbiamo in Honduras ed è anche l’unica speranza che abbiamo per un cambiamento nel paese.

Non riconosciamo questo governo in quanto eletto durante un regime illegale, golpista e repressore. Staimo anche chiarendo alla gente – ha continuato Barahona – che non stiamo autorizzando nessun appartenente alla Resistenza a fare parte del governo o di qualsiasi altro Potere dello Stato.

Segnaliamo infine la vergognosa decisione dei golpisti di assolvere i vertici dell’esercito e di decretare un'amnistia generalizzata, che rappresenta uno strumento per generare oblio, impunità, perdono e amnesia collettiva. Il popolo honduregno non lo permetterà ed esigiamo che i criminali del colpo di Stato vengano puniti, altrimenti non potrà esserci riconciliazione”, ha affermato il dirigente del Fnrp.

Si sono vissuti anche momenti di tensione quando un numeroso contingente di militari e poliziotti si è avvicinato minacciosamente al punto di concentrazione della marcia, accompagnato da due camion lancia acqua. Dopo un'intensa negoziazione i corpi repressivi hanno deciso di desistere dalla provocazione.

Nel pomeriggio si è poi diffusa la notizia che il presidente Zelaya era uscito dall'ambasciata del Brasile con la sua famiglia e accompagnato dal presidente della Repubblica Dominicana, Leonel Fernández e dal presidente Porfirio Lobo, si era avviato verso l’aeroporto.

Una lunga carovana di veicoli è poi entrata nel recinto della Forza Aerea ed il presidente Manuel Zelaya è partito verso il paese caraibico, mentre una moltitudine di gente emozionata salutava e cantava sventolando le proprie bandiere.

“Tornerà, sono sicuro che tornerà per integrarsi nuovamente a questa lotta del popolo honduregno, perché quello di oggi è solo il principio”, ha commentato un signore di una certa età guardandomi commosso negli occhi.

Lentamente la gente è poi defluita, la maggior parte camminando allegra, con un'energia contagiosa, mentre dal palco gli Artisti in Resistenza continuavano a cantare e ballare.

Un nuovo Honduras è nato e ha cominciato a camminare.

 

L'Honduras è cambiato

per sempre

 

2 febbraio 2010 - www.prensa-latina.cu

 

Riportiamo di seguito il discorso del compagno Juan Barahona, nell’atto di passaggio del potere dal presidente democraticamente eletto dagli honduregni, Josè Manuel Zelaya al suo popolo, rappresentato dal Fronte Nazionale di Resistenza Popolare:

 

“L’Honduras è cambiato per sempre. Il nostro popolo, oggi ribelle contro la dittatura del nemico oligarchico ed imperialista, si è trasformato in un gigante della dignità, del sacrificio e della coscienza. Mai prima, nella nostra storia, siamo stati così uniti, nei settori popolari, non abbiamo mai avuto prima tanta coscienza dei diritti degli uomini e delle donne povere, non si era mai mostrata prima così tanto chiaramente la natura sfruttatrice, totalitaria ed assassina di quelli che sono stati i padroni di questo paese e che oggi tremano davanti alla forza travolgente della Resistenza Popolare.  


Oggi, nonostante lo stiamo dicendo nel fragore della lotta e nello stesso momento in cui le forze del ritardo fanno giurare il loro nuovo prestanome, possiamo affermare con tutto l’orgoglio, che ci siamo svegliati e siamo capaci di costruire il nostro futuro.  


Prima di continuare, permettetemi un atto solenne ed imperativo: ricordiamo le donne e gli uomini che hanno offerto la loro vita in questa lotta, assassinati in maniera vigliacca e traditrice dalle forze del terrore del regime de facto. Con tutti e tutte loro abbiamo percorso insieme le strade, abbiamo respirato gli stessi gas avvelenati, abbiamo ricevuto la stessa mitraglia, lo stesso carcere, la stessa umiliazione. Ma inoltre, con tutti e tutte loro scriviamo i passaggi più belli di lotta e resistenza che ha avuto la nostra patria.  

Il giorno che il loro cuore si è fermato, sono morti per vivere eternamente nei nostri cuori e nella nostra lotta!  
Evviva l'esempio degli eroi del Popolo!  
Sangue dei martiri! ... Seme di Libertà!  
 
Per tutti e tutte loro giuriamo che non ci sarà mai riposo, che non negozieremo mai i principi, che non perdoneremo mai il tradimento e che trasformeremo questo paese affinché sia libero, democratico, giusto e davvero indipendente.  


Lottiamo per l'installazione di un’Assemblea Nazionale Costituente Popolare che sia rivoluzionaria e vada oltre alle riforme tiepide che lascerebbero intatto il sistema di privilegio mediante il quale i poderosi vivono con infiniti lussi a costo dello sfruttamento del lavoro dei poveri ed il furto dei beni pubblici e l'estrazione delle risorse naturali senza pietà.  


Ci proponiamo una società nuova, un essere umano nuovo, che non esalti l'egoismo come valore supremo, ma pretenda lo sviluppo integrale della collettività. Aspiriamo a forgiare persone solidali che sentano come proprie le miserie degli altri e che lottino per eliminare le disuguaglianze sociali che provocano il capitalismo, il patriarcato ed il razzismo.  


Lottiamo per una patria libera da ingerenze esterne, senza basi militari che servano per danneggiare i nostri fratelli centroamericani, senza multinazionali che rubino impunemente le nostre ricchezze, senza classi politiche che ricevano ordini dall'impero. Lottiamo per l'integrazione dei popoli latinoamericani e l'unione dell'America Centrale. Così lo hanno sognato Josè Cecilio del Valle, Cabañas, Visitacion Padilla, Graciela Garcia, Josè Martì, Juan Pablo Wainwrigh, Manuel Calix Herrera, Sandino, Farabundo…   


I nostri eminenti ed i grandi leader storici del Popolo Honduregno e dei popoli centroamericani. Questo è stato l'esempio di Morazan, il nostro massimo esempio, che nonostante abbia vissuto duecento anni fa, ci ha lasciato un lascito di dignità ed interezza che ancora oggi è un affronto per i nemici del progresso.  


Francisco Morazan è stato assassinato 168 anni fa da un'oligarchia retrograda e vigliacca, corrotta dall'impero del suo tempo, come l'oligarchia honduregna di oggi. Se Morazan fosse vivo ai nostri giorni, i suoi nemici starebbero nel  COHEP e nell'ANDI, i suoi nemici avrebbero lo stesso nome di Goriletti, Elvin Santos, Pepe Lobo, Carlos Flores, Adolfo Facussè, Rafael Callejas, Rafael Ferrari ed altri la cui lunga lista dà nausea al menzionarli.  


Se Morazan fosse vivo oggi, la classe politica che usurpa i poteri dello Stato, dirigerebbe contro di lui l'esercito e la polizia, come adesso lo inviano contro di noi, che siamo i prosecutori delle lotte per la sovranità e per la libertà del nostro popolo.  


Che grande differenza con l’Esercito Difensore della Legge che lui ha comandato contro gli oligarchi del suo tempo! Che cosa sentirebbe il Generale Morazan se vedesse i militari ed i poliziotti sparare contro i compatrioti disarmati, picchiando con i bastoni i bambini e gli anziani, violentando ed oltraggiando donne e bambine indifese, e torturando i nostri giovani? L'insigne Generale, morirebbe dalla vergogna.

 
Benché l'abbiamo sempre saputo, oggi è indubbiamente chiaro che la cupola delle forze armate non serve per vincere delle guerre, serve solo per fare dei golpe di Stato, coi quali si abbattono legittimamente i governi eletti, quando così ordina il loro padrone del nord o la minoranza oligarca, sfruttatrice e corrotta.  


Non è lontano il giorno in cui quei generali pagheranno i loro delitti accompagnati anche dagli imprenditori e dai politici golpisti, nelle carceri del Nuovo Honduras. Ma è anche chiaro che dietro i nemici locali del Popolo Honduregno, si trova il nemico numero uno di tutti i popoli: l'impero nordamericano. Se non avessero potuto contare sul suo appoggio, questa oligarchia vigliacca non avrebbe osato mai dare questo golpe, sfidando la maggioranza della nazione e molto meno il mondo.  
I funzionari nordamericani sono stati tanto cinici che, dopo avere preparato dettagliatamente il golpe coi loro servi locali, hanno finto in seguito di essere contrari, occultando il  vero proposito di legittimare la dittatura mediante l'ingannevole negoziazione di San Josè e mediante le elezioni fraudolente. Ora, con i numeri gonfiati, i golpisti ed il loro ipocrita padrone del Nord, tentano di ingannare i popoli ed i governi del mondo facendo loro credere che ci sono state qui delle elezioni democratiche.  


Ci sono state delle elezioni democratiche, compagni? No, quella che hanno fatto è stata una farsa. Il popolo honduregno non l'ingannano, perché qui ci conosciamo e sappiamo che quattro gatti sono solo quelli che hanno votato. E nonostante tutto, vogliono ingannare il mondo. Con quello che non contavano è che il mondo è cambiato e se quasi tutti prima chinavano la testa, oggi molti paesi hanno dei governi degni che non si inginocchiano davanti al dollaro.  


Per questo motivo a questa presa di possesso spurio non è venuta la maggioranza dei governi del mondo. Sono venuti alcuni, i più servili. Questo rifiuto del mondo è un trionfo della nostra lotta, compagni. Grazie a questa battaglia non hanno potuto fare un golpe per l'esportazione.  


Ad ogni modo, i golpisti continuano col copione preparato dall'impero.  


Il seguente passo è cercare di strapparci le conquiste che abbiamo ottenuto durante il governo del Presidente Manuel Zelaya. I golpisti usano i mezzi di comunicazione a loro disposizione, i pulpiti tariffati delle cupole delle chiese conservatrici e le ONG vendute, per promuovere un “Piano Paese” che è solo la continuazione del modello neoliberale che ha sommerso nella povertà ad una grande quantità di persone e che ha ipotecato il futuro di varie generazioni di honduregne ed honduregni.  


In fondo quello che pretendono è compiere il programma del golpe di Stato. Il loro obiettivo è distruggere lo Statuto del Docente, approvare un nuovo “pacchetto” di leggi per farci pagare più tasse, lasciare bloccato il salario minimo o abbassarlo, se potessero, aumentare i prezzi dei combustibili ed i guadagni delle multinazionali, portarsi via le nostre risorse minerarie, privatizzare l'acqua, saccheggiare le nostre finanze, tra le altre cose. Perché per questo hanno dato il golpe, queste canaglie! Perché dovremmo credere alle promesse di una classe sfruttatrice che ha avuto 30 anni per dimostrare che il suo sistema neoliberale funziona? Come pretendono che il popolo si fidi di un governo integrato da golpisti, repressori, ladri, fantocci e commedianti?

 
Non si può depositare nessuna fiducia nel regime che si impone a punta di baionetta. La bugia e l'inganno sono le sue norme. Basta vedere come si fanno dei giudizi corrotti tra di loro, per poi archiviare i loro peccati e far credere agli incauti che qui non è successo niente. Quindi, dicono al mondo che qui tutto è armonia e riconciliazione, nonostante continuino ad ammazzare compagni e compagne, nonostante che molti debbano andare in esilio ed altri sono minacciati a morte, tutti i giorni. Arrivano ad essere così ridicoli dal fare uno show per fingere che il “dittatorucolo” di Goriletti si allontana dal cammino. E così vogliono che ci prestiamo a partecipare al loro dialogo!  


La Resistenza Popolare non parteciperà a questa farsa di questo dialogo dell'oligarchia e molto meno con il suo governo spurio. I golpisti non hanno nessuna possibilità di ingannare ancora una volta questo popolo che ha raggiunto i livelli di coscienza superiori a qualunque momento antecedente. La grande maggioranza degli honduregni ed honduregne sa che Pepe Lobo è la continuazione della dittatura, è la continuazione del neoliberalismo, è la garanzia dell'impero per usare Honduras come base di operazioni militari e la sua scommessa per fermare i processi di cambiamento in America latina.  


Pepe Lobo NON È IL NOSTRO PRESIDENTE, e neanche Goriletti lo è mai stato.


È il presidente dei Kaffati, Handal, Facussè, Ferrari, Maduro, Callejas, tra gli altri; è il presidente dei traditori, dei corrotti, degli ingerenti. Per questo motivo, oggi la Banda Presidenziale legittima non passa a Lobo; chi la riceve è il popolo lottatore, il popolo degno. Oggi la Banda Presidenziale la riceve, in nome della maggioranza della popolazione, il Fronte Nazionale di Resistenza Popolare! È, ovviamente, un onore che come Resistenza ci sia fatto questo passaggio dalle mani del legittimo Presidente Manuel Zelaya, l'unico che è stato eletto per la volontà della maggioranza del Popolo.  


Compagni e compagne, La Resistenza non riceve questa banda come un trofeo o un semplice riconoscimento al suo sforzo. Ma lo riceve come un'alta responsabilità: quella di rappresentare il Popolo ed ottenere che prevalga la vera Democrazia partecipativa e popolare. Orbene, la strada di fronte a noi si presenta piena di sfide, il Fronte Nazionale di Resistenza Popolare è già una forza nazionale con impressionanti capacità di mobilitazione ed una travolgente simpatia, ma sarà necessario compiere dei passi importanti verso il suo consolidamento.  


D'ora in poi lo slogan sarà Organizzazione! Mobilitazione! Formazione!  


Questi tre assi di lavoro devono essere assunti dai nuclei della Resistenza in ogni quartiere, in ogni comunità rurale, in ogni centro di lavoro, ed in ognuno di loro deve prevalere la democrazia interna. Il FNRP deve canalizzare le necessità dei gruppi di contadini, operai, indigeni, negri, gruppi LGTB, artisti, abitanti della città, emarginati, piccoli e medi imprenditori, movimenti ambientalisti, donne, organizzazioni studentesche, forze politiche progressiste e democratiche, maestri, professionisti, gruppi dei diritti umani, giovani, chiese popolari, ed altre organizzazioni. Cioè, di tutti i settori sfruttati, oppressi ed emarginati della nostra nazione, senza nessuna eccezione.  


Il ventaglio di ideologie che integrano il Fronte deve assumere un atteggiamento di dibattito sincero e maturo, l'unità dentro la diversità è la caratteristica più preziosa che fino ad oggi abbiamo ed è necessario fortificarla. In questo senso è necessario riconoscere la leadership e l’atteggiamento del nostro presidente Manuel Zelaya Rosales, che è arrivato all'estremo di sacrificarsi e rischiare la sua vita per lottare per la democratizzazione della nostra Patria.  


Oggi il Presidente Zelaya ha vinto gli inutili tentativi di rompere la sua volontà ed opacizzare il suo esempio. È anche una maniera degna di chiudere un ciclo nel quale per la prima volta, da quando abbiamo ricominciato a votare nel nostro paese, un presidente si è avvicinato alle necessità del popolo, ha sfidato le classi più conservatrici del paese, ed è stato capace di assumere il programma dei settori popolari.  


Che insignificanti sono i suoi nemici! Quanto codardi si sono mostrati!  


Compagno Presidente. Sappia che la Resistenza l'apprezza come un leader indiscutibile, al suo ritorno troverà un popolo in lotta, che non si fermerà, e con più valore e più voglia di sconfiggere la dittatura. Ci sarà una Resistenza Popolare meglio organizzata e più cosciente. Il Popolo honduregno inizia a camminare da questo momento, una tappa distinta nella lotta per la costruzione di un paese nuovo.  


Il Fronte Nazionale di Resistenza Popolare, conosce perfettamente la sfida che sta assumendo e come afferma letteralmente il suo piano strategico, dovrà “fortificarsi come strumento di potere popolare, per la conquista del comando, costruendo una nuovo istituzionalità fino alla nuova fondazione della Repubblica, per la nascita di una nuova democrazia popolare nella quale parteciperemo tutti e tutte e saremo protagonisti di uno Stato di giustizia sociale, per garantire la solidarietà, la libertà e l'indipendenza, attraverso un’Assemblea Nazionale Costituente che formuli ed approvi la prima costituzione politica fatta dal popolo, con una visione latinoamericanista”.  


Il cammino non sarà facile, sarà pieno di ostacoli e sacrifici, ma abbiamo la certezza che alla fine trionferemo di fronte all'oligarchia ed ai suoi padroni imperialisti.  


Dal nostro lato abbiamo l’appoggio del popolo, l'esperienza della lotta popolare e la coscienza di quanto siano giuste le nostre aspirazioni. Sapremo rispondere alla responsabilità che oggi assumiamo.  
 
Evviva il popolo eroico di Morazan!  
Evviva il Presidente Manuel Zelaya Rosales!  
Evviva il Fronte Nazionale di Resistenza Popolare!  
Evviva l'Assemblea Nazionale Costituente Popolare!  
 
Resistiamo e Vinceremo!  


FRONTE NAZIONALE DI RESISTENZA POPOLARE  
Tegucigalpa, M.D.C., 27 gennaio 2010
 

 

Il Nicaragua non riconoscerà il
nuovo Presidente dell’Honduras

 

2 febbraio 2010 - www.granma.cu

 

"Il Nicaragua non può riconoscere Porfirio Lobo come nuovo presidente del paese, perchè il suo potere si basa nelle baionette e su un colpo di Stato”, ha avvisato il presidente Daniel Ortega, citato da PL.

 

"Non possiamo riconoscere il governo dell’Honduras perchè è una continuità del colpo di Stato militare che ha espulso l’ex presidente Manuel Zelaya”, ha precisato ancora Ortega, che ha anche denunciato l’amnistia dettata dal Congresso del paese per lasciare in libertà i militari golpisti.

 

“I golpisti, indiscutibilmente si sentono completamente liberi e con tutto l’appoggio per promuovere e  propiziare nuovi colpi, in Honduras e nella regione centroamericana”.

 

Ortega ha segnalato che l’America Centrale vive una situazione difficile, perchè l’effetto del colpo di Stato ha inquinato la regione, ed ha assicurato che Porfirio Lobo è minacciato e non ha la forza per prendere decisioni al di fuori dell’ influenza dei golpisti.

 

“Non possiamo arrenderci di fronte ai colpi militari. Il Nicaragua continuerà a lottare nei Fori internazionali contro la rottura dell’ordine costituzionale”, ha aggiunto  Daniel Ortega, che, come ha reso noto PL , ha fatto riferimento all’ accordo dell’associazione  per i negoziati tra l’Unione Europea e tutti i paesi dell’America centrale ed ha denunciato che gli europei praticamente vogliono liquidare le forze produttive del Centroamerica.

 

Il presidente del Nicaragua ha ricordato che questo processo si è paralizzato per il colpo militare in Honduras, nel giugno dell’anno scorso, ed ha sostenuto che si tratta di un negoziato molto difficile per le condizioni che l’Unione Europea pone in tutti i settori.

 

L’Ecuador non riconoscerà il governo
 

di Porfirio Lobo in Honduras   

 

1 febbraio 2010 - Moises Saab www.granma.cu

 

“L’Ecuador non riconoscerà l’attuale governo dell’Honduras, perchè lo considera illegittimo”, ha annunciato il presidente ecuadoriano, Rafael Correa, che si è pronunciato per la creazione di un’Organizzazione degli Stati Latinoamericani.

 

Correa, presidente pro tempore dell’Unione delle Nazioni Sudamericane, (UNASUR), ha detto d’aver presento la sua proposta al suo omologo dominicano, Leonel Fernández, che ha incontrato dopo una visita ad Haiti, dove ha consegnato un carico di aiuti umanitari.

 

Correa ha detto che il suo governo non legittimerà il governo guidato da Porfirio Lobo, in Honduras: “Perchè è uscito da un colpo di Stato, anche se la decisione non implica una rottura con il popolo dell’Honduras del quale siamo alleati”.

 

Ha detto inoltre che l’idea di fondare un’organizzazione continentale senza la presenza degli Stati Uniti e del Canada, a differenza della OEA, Organizzazione degli Stati Americani, potrà contribuire a dare soluzioni a crisi similari che si presentino in altri paesi, senza l’intervento di organismi al disopra delle nazioni.

 

Correa ha affermato che prevede di partecipare al Vertice degli Stati membri di UNASUR, programmata per il prossimo 14 aprile in Santo Domingo.

 

“Io condivido le opinioni del presidente Fernández e di Manuel Zelaya, espresse alcuni giorni fa sulla Carta della OEA, che dev’essere formulata nuovamente per affrontare interruzioni dell’istituzionalità, come quella avvenuta in Honduras lo scorso 28 giugno.

 

A proposito della situazione creata in Haiti per la presenza di massa delle truppe degli Stati Uniti, ha segnalato che questi aiuti (...) sono molto intenzionati, ma non ha fatto critiche, adducendo che si tratta di appoggiare un popolo che più aiuti gli giungono, meglio è.

 

notizie di gennaio 2010