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 Hillary Clinton, capo della dissidenza cubana

 

 

15.04.10 - da www.aporrea.org/tiburon/a98676.html  G.Analco www.resistenze.org

 

 

 

Nell'autunno del 1995, con alcuni membri della stampa straniera accreditata a L'Avana, fui convocata alla residenza del rappresentante diplomatico statunitense senza che ci fosse stato indicato il motivo, come da consuetudine. Ci ricevettero con un cocktail di benvenuto e tra noi ci domandavamo, meravigliati, il motivo della sorpresa che ci avevano riservato, quindi di fronte ai nostri interrogativi ci rispondevano di aspettare con pazienza.

Dopo alcuni minuti, il portavoce statunitense avanzò verso noi accompagnato da Néstor Baguer, presidente dell'Associazione dei Giornalisti Indipendenti, con altri membri di quel gruppo. Alcuni tra noi, ed io con loro, nutrivano molte riserve perché non era usuale l'ingerenza indebita di una rappresentanza diplomatica nei temi interni del paese padrone di casa.

Ci stavano mettendo al lato di un gruppo dissidente, chiaramente da loro manipolato, in un ambiente apparentemente rilassato, ed agivano deliberatamente sapendo che la stampa internazionale non avrebbe giudicato negativamente questi fatti. Erano i tempi in cui si cercava di mantenere nascosto che gli Stati Uniti mantenevano una stretta alleanza con gli oppositori interni e che li finanziava. Creavano inoltre l'ambiente favorevole affinché quelle situazioni non fossero riportate dalla stampa, ma che invece servissero per promuovere i "dissidenti".

Più tardi, nell’aprile del 2003, in un altro scenario molto diverso, Néstor Baguer ritornò ad essere protagonista davanti alla stampa accreditata a Cuba, ma questa volta, oh sorpresa!, lui era dalla parte del governo cubano. Che cosa era successo per far ribaltare le cose ?

L'amministrazione Bush si stava impegnando a fondo per destabilizzare Cuba, oramai senza tanti scrupoli. Nominò James Casón, esperto agitatore, a capo della Sezione di Interessi degli Stati Uniti all’Avana (SINA ) il quale, assumendo il suo carico nel settembre 2002, dichiarò che il suo proposito era fare della rappresentanza statunitense "lo stato maggiore della controrivoluzione a Cuba". 

Già nel marzo 2003 stava organizzando gli oppositori al governo di Fidel Castro e non lesinò risorse né azioni per cercare di propiziare una guerra civile nell'isola. Tra altre cose, spinse i dissidenti a violare le leggi cubane; intensificò il reclutamento degli oppositori più inclini ai dettami della Casa Bianca e li organizzò in diversi modi. 

Sono i tempi nei quali vennero detenuti i 75 dissidenti che furono giudicati e condannati per collaborare con gli Stati Uniti in manovre di destabilizzazione. James Cason creò allora, con le mogli dei detenuti, il movimento delle Dame in Bianco, emulando le Donne in Nero di Belgrado.

Fidel Castro a quel punto non ebbe altra scelta che scoprire due dei suoi agenti infiltrati in quei gruppi, per poter esibire le prove sul modo in cui SINA reclutava e finanziava gli oppositori. Néstor Baguer risultò essere uno di quegli agenti e dichiarò che le persone giudicate nell’aprile 2003 erano state reclutati da SINA e che il loro compito era scrivere storie che riflettessero supposte violazioni dei diritti umani. 

"Quanto più la notizia è scandalosa, tanto più la si paga", disse Baguer, testimone di quei fatti, durante la conferenza stampa che offrì ai giornalisti stranieri il 14 aprile 2003, che poi la stampa internazionale mise a tacere insieme alle prove esibite da Fidel Castro, ragion per cui le detenzioni furono considerate come una violazione dei diritti umani.

Per capitalizzare il discredito del governo cubano, prodotto della propaganda nei suo confronti, l'amministrazione Bush considerò che il cambiamento a Cuba doveva prodursi attraverso la dissidenza interna. Quindi, nell’ottobre 2003, Bush creò la Commissione di Aiuto per una Cuba Libera sotto queste premesse, a capo della quale rimase ufficialmente il segretario di Stato, all’epoca Colin Powell, che poi lasciò le stessa responsabilità a Condoleezza Rice.

Ora tocca a Hillary Clinton stare a capo di tutte le decisioni adottate in relazione ai dissidenti, i quali si sono trasformati nella migliore carta statunitense per screditare il regime cubano e giustificare così le azioni contro l'isola. Con il caso Zapata, il lavoro di James Casón sta ora dando i suoi frutti, poiché le Dame in Bianco, sua creazione, sono il principale vessillo statunitense.

Gli Stati Uniti hanno creato una rete di finanziamento e propaganda che include la stampa internazionale, poiché secondo una relazione presentata ai congressisti statunitensi, a marzo 2005 erano stati già stanziati 8.4 milioni di dollari per il lavoro di propaganda contro Cuba. La stessa relazione ha fatto sapere che dei 29 milioni di dollari destinati ad un "aiuto ai dissidenti attivo, vigoroso e senza precedenti", 14.4 milioni erano già stati trasferiti all'USAID per "espandere clamorosamente il suo lavoro".

Rispetto a quelle date, tali somme di denaro sono irrisorie poiché oggi sono state più che moltiplicate.