Si sgonfia un'altra campagna contro Cuba |
|
26.01.12 - Ángel Guerra Cabrera da Rebelion
|
|
Seguendo le notizie internazionali possiamo constatare i modelli di comportamento. I consorzi mediatici montano campagne sistematiche unicamente contro i governi che non si sottomettono a Washington, difendendo la loro sovranità nazionale e cercano di condurre politiche economiche più eque. Queste campagne si basano, di regola, su menzogne, mezze verità e travisamenti. Al contrario, dirigono al più un timido segnale per mostrare "obbiettività", ai governi docili che fanno pagare pesanti sanzioni sociali alle loro popolazioni con l'oscena concentrazione neoliberale della ricchezza e le reprimono con il pretesto della lotta al terrorismo e al narcotraffico.
Cito la CNN in spagnolo per la sua ineguagliabile manipolazione informativa - forse paragonabile solo al gruppo Prisa - ma lo stesso si può dire di tutti i grandi media. Ma queste pratiche, non solo di disinformazione, ma anche d'impoverimento spirituale del pubblico, richiedono un requisito. Si devono produrre stereotipi, triturandoli un giorno e il successivo, in modo che i destinatari del messaggio successivamente accettino qualsiasi idea relazionata a questo per irrazionale e senza senso che sia. Si tratta, come spiegato in dettaglio dal linguista Noam Chomsky, della "manipolazione del consenso".
Negli ultimi decenni la macchina della propaganda degli Stati Uniti è stata utilizzata a fondo per far credere che esista un'opposizione all'interno dell'isola, intendendo come tale approfittatori pagati dalla potenza del nord, la cui agenda di lavori non interessa ai cubani. Tutto questo è noto non solo per le irrefutabili prove presentate, a questo proposito, da L'Avana, ma dovuto anche alle inestimabili rivelazioni di Wikyleaks dei cabli segreti (da o su Cuba) incrociati tra diplomatici e Dipartimento di Stato.
E' molto eloquente che siano gli approfittatori, come la blogger Yohany Sanchez, l' "attivista" Elizardo Sanchez e le cosiddette Dame in bianco, le fonti su Cuba dei citati mass media. E' il caso dell'ultima campagna contro L'Avana per la morte - in un inesistente sciopero della fame - del prigioniero comune di Wilmar Villar, convertito in prigioniero politico dalla notte alla mattina da queste fonti. I media partecipanti, seguendo la "testimonianza" dei mercenari hanno lanciato l'attacco senza ascoltare la versione del governo cubano. Come di rigore Washington e alcuni suoi amichetti europei e latino-americani hanno dato credito e di nuovo attaccato Cuba con il ritornello dei diritti umani. L'asino parlando di orecchie.
|
|
|