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L'impunità del "dissidente" Villar Mendoza |
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29.01.12 - Jorge Angel Hernandez Perez Tratto da Ogun guerrero
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La recente
campagna
scatenata
intorno alla
morte del
cittadino cubano
Wilmar Villar
Mendoza
mette sul
tappeto un punto
che sembra
mimetizzarsi nel
violento rigore
dei dibattiti e
scontri
mediatici. Mi
riferisco alla
sua,
virtualmente
concessa,
impunità di
commettere
crimini per il
semplice fatto
di considerarsi
un prigioniero
politico. Le
stesse fonti
della sfrenata
propaganda
alla mercenaria
opposizione,
evitano la
contraddizione
tra la data del
certificato
medico che dà
certezza della
sua aggressione
alla moglie, nel
luglio 2011, e
il suo presunto
ingresso
nell'organizzazione
che lo sedusse,
agosto 2011. E'
una strategia
già usata in
precedenza con
Orlando Zapata
Tamayo,
anch'egli
ingannato, che è
stato captato
per la
dissidenza da
parte di
attivisti meno
disposti a
rischiare la
loro vita per la
causa che
sostengono di
difendere.
Questo
proselitismo
demagogico è
stato la vera
pietra miliare
che ha di fatto
soppresso la
vita del
prigioniero.
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