Alcune settimane fa la CIA annunciava la
declassificazione di un'importante collezione di documenti su alcuni
crimini e soprusi commessi dall'Agenzia nella decade degli anni settanta.
In una data prossima al 60°anniversario della sua costituzione, l'Agenzia
ambisce chiudere una pagina,
nella sua lunga e tormentosa storia, che il suo nuovo direttore, generale Michael Hayden, ha qualificato come uno
sguardo ad un "tempo molto differente e ad un'agenzia molto
differente... Quello che facciamo ora per proteggere gli americani, lo
facciamo in una poderosa cornice di legge ed analisi".
Risulta sorprendente una simile affermazione dal rappresentante di un
governo che ha creato "una vera macchina per ammazzare, costituita non
solo dalla CIA ed i suoi metodi" — come segnalava il nostro Comandante
Fidel nelle sue Riflessioni del
30 giugno 2007. "Bush ha orchestrato poderose e costose
sovrastrutture di intelligence e sicurezza ed ha trasformato tutte le
forze di aria, mare e terra in strumenti di potere mondiale che portano la
guerra, l'ingiustizia, la fame e la morte in qualunque parte del pianeta,
per educare i suoi abitanti nell'esercizio della democrazia e della
libertà".
LA PATERNITÀ
La
sua esistenza è stata scossa, in molte occasioni, da scandali, riforme e
lotte di potere tra l'esecutivo ed il Congresso. Ideologicamente la CIA
risponde alle idee più reazionarie di questa nazione ed i suoi principali
leader hanno tradizionalmente professato un pensiero conservatore ed, in
occasioni, di estrema destra e neofascista, mentre si autoproclamano
amanti della libertà e della democrazia.
La CIA ammette,
dalla sua costituzione nel 1947,
un totale di 14 studi che hanno esaminato il sistema di Intelligence negli
USA. In realtà, questi "scrutini" sui servizi di Intelligence negli Stati
Uniti, si sono prodotti dopo scandali o situazioni avverse nel paese,
provocati da errori, inefficienza, abusi, gravi violazioni delle leggi,
mancanza di controllo istituzionale ed altre irregolarità di questo
apparato.
Uno di questi scandali si é scatenato il 22 dicembre 1974 quando un
articolo di prima pagina sul "The New York Times", del giornalista Seymour
Hersh, annunciava la partecipazione della CIA in attività di spionaggio
contro cittadini nordamericani dentro gli Stati Uniti, azione proibita, in
quel momento, dalle sue stesse leggi. Successivi articoli di stampa
offrirono nuove prove di altre violazioni, in particolare i complotti di
assassinio dell'Agenzia, ciò che obbligò il Governo del presidente Gerald
Ford ad agire. Mesi dopo, il Congresso iniziò le sue indagini.
La CIA riconosce nel suo studio "US Intelligence Community Reform Studies
since 1947", dell'aprile 2005 "che gli studi più rilevanti di
intelligence negli anni settanta vennero dalla collina del Campidoglio".
Si riferiscono visibilmente ai Comitati Scelti del Congresso, guidati dal
senatore democratico dell'Idaho, Frank Church (1975), a nome del Senato, e
dal rappresentante democratico di New York, Otis Pike (1976), per la
Camera dei Rappresentanti che misero allo scoperto, tra altri molti
crimini, la responsabilità dell'Agenzia nei tentativi di assassinio contro
capi di Governo stranieri che non erano graditi al governo degli Stati
Uniti.
Nonostante leggerezze e giustificazioni, le sessioni, comparizioni e
documenti finali del Comitato Church misero in evidenza la pericolosità e
la mancanza di controllo governativa sulle azioni coperte della CIA. Il
Comitato
condannò l'uso dell'omicidio come strumento di politica
estera e dedicò un'esaustiva analisi ai tentativi di assassinio di leader
stranieri, compreso il Presidente Fidel Castro.
L'investigazione del Comitato Pike della Camera dei Rappresentanti lese
gli interessi dell'ultradestra. La sua azione affrontò, sin da un
principio, una forte opposizione. Secondo il noto storiografo della CIA
Gerald K. Haines, l'Agenzia, con la cooperazione stretta della Casa
Bianca, sfidò le investigazioni del Comitato Pike, quando questo annunciò
che avrebbe investigato 10 anni di azioni coperte della CIA, in
particolare il suo intervento nelle elezioni italiane del 1972, l'aiuto
nascosto ai curdi, in Iraq, tra il 1972 - 1975 e la partecipazione segreta
negli eventi dell'Angola in quest'ultimo anno. Su indicazioni della Casa
Bianca, molti funzionari dell'agenzia si rifiutarono di testimoniare, su
queste operazioni, nella sessione aperta davanti al Comitato.
Alla fine, gli sforzi del Comitato furono bloccati e la Camera dei
Rappresentanti disapprovò la divulgazione della relazione definitiva.
Secondo Haines, il senatore Pike, tempo dopo, espresse: "Una cosa su
cui realmente non ero concorde col senatore Frank Church fu sulla
caratterizzazione della CIA come 'un elefante sciolto'. La CIA non fece
mai qualcosa che la Casa Bianca non volesse".
OPERAZIONI COPERTE
Nessun
servizio di intelligence, nel mondo, possiede un maggiore potenziale
distruttivo della CIA che nulla ha a che vedere col classico lavoro di
ottenimento di informazioni. Le denominate "covert actions" includono il
complotto e la guerra sporca, il sabotaggio economico, la propaganda
"nera", i sequestri, assassini e colpi di stato. Sono espressione di una
forma di terrorismo fascista.
In un memorandum declassificato del 24 maggio 1948, a meno di un anno dal
costituirsi l'Agenzia, diretto al Segretario Esecutivo del Consiglio della
Sicurezza Nazionale USA, il primo direttore della Centrale di
Intelligence, R. N. Hillenkoentter, cercò di coniare dentro uno status
"legale" la nozione del termine "operazioni coperte" e la sua
corrispondente applicazione.
In quel documento segreto, declassificato molti anni dopo dalla CIA,
qualificarono come "operazioni coperte" in "tempo di pace" la
"propaganda nera, includendo la sovversione morale, l'aiuto a movimenti
clandestini e appoggio a movimenti di resistenza" quello che
costituiva una nuova forma attiva di terrorismo contro qualunque paese che
non fosse loro gradito politicamente.
In un secondo gruppo incorporarono "le azioni positive che implicano
sabotaggio, antisabotaggio, demolizione, sovversione, contro stati ostili,
appoggio alle guerriglie ed evacuazione", o ciò che è la stessa cosa,
terrorismo aperto mediante l'assassinio e l'uso di qualunque mezzo di
distruzione non solo in caso di guerra, bensì quando considerassero che la
sicurezza nazionale fosse in pericolo.
Poco dopo, nel 1948, le Direttivi NSC-4/A e NSC-10/2 legalizzarono molte
delle operazioni sovversive che la CIA veniva realizzando dalla sua
creazione; secondo diverse fonti la più importante, senza dubbio fino a
quel momento, la manovra che bloccò l'accesso al potere dei comunisti in
Italia nelle elezioni di quell'anno.
Ma forse il momento più trascendente nell'ordine strutturale della CIA lo
costituì la creazione,
a carico del veterano ufficiale dell'OSS Frank Wisner,
del suo organo di operazioni coperte che fu battezzata col nome di
Ufficio di Coordinazione Politica, addetta alla sovversione contro stati
ostili, sabotaggio, demolizione, appoggio a gruppi di resistenza
clandestini ed elementi anticomunisti. Nel 1952 questo ufficio era già
conosciuto come Direttivo dei Piani della CIA, col controllo del 75% del
bilancio dell'Agenzia.
Nel 1950, sotto la direzione del nuovo Direttore della CIA Walter Bedell
Smith, la storia raccoglie una delle prime operazioni coperte in "tempo di
pace", sotto il principio della negazione plausibile, come il
rovesciamento del primo ministro iraniano Mohhamed Mossadegh, a causa
della nazionalizzazione, in quella nazione, dei giacimenti petroliferi .
Nel 1954, per anticipare un'indagine del Congresso sulle azioni coperte
della CIA, il presidente Eisenhower promosse uno studio conosciuto come
relazione Doolittle che difendeva la tesi che gli "Stati Uniti dovevano
abbandonare i suoi tradizionali concetti di gioco pulito di fronte ad un
"implacabile nemico" e "imparare a sovvertire, sabotare e distruggere i
nostri nemici con metodi più astuti, più sofisticati e più efficaci che
quelli utilizzati contro di noi".
In quell'anno, la CIA organizzò il colpo di Stato contro il governo
popolare di Juan Jacobo Arbenz, battezzato come Operazione PBSUCCESS.
Quell'operazione sovversiva contro un piccolo paese centroamericano, segnò
l'inizio di un processo di repressione e torture che causò, negli anni
seguenti, la morte di oltre 200000 guatemaltechi. Anni dopo, Eisenhower e
la CIA, assunsero erroneamente che quel modello sovversivo applicato in
Guatemala avrebbe potuto applicarsi nella Cuba rivoluzionaria.
Il colpo di Stato, divenuto genocidio, in Guatemala costituì il punto di
partenza di una spirale ascendente di crimini e soprusi dell'impero
nordamericano. Da allora la sigla CIA, espressione di quel potere
tenebroso si sarebbe vista associata ai progetti ed operazioni segrete più
insolite e brutali: Pluto, Mangusta, Multiple Via, JM Wave, Corpi della
Pace, Camelot, MKultra, Mockingbird, Phoenix, Cynthia, Canale I e II,
Operazione Cile, Iran-Contras, tra molte altre. L'esempio di "democrazia
universale" che gli Stati Uniti pretendono imporre al mondo, impallidisce
in ognuno di questi mostri.
La macchina assassina
contro Cuba
Nessun paese al mondo è stato oggetto di tanto prolungato assedio da parte
dell'Agenzia Centrale di Intelligence, in queste sei decadi della sua
esistenza.
Alcuni prominenti personaggi di questa Agenzia hanno svolto un attivo
ruolo nei fatti storici che hanno preceduto il trionfo rivoluzionario del
1959 o hanno contribuito
per molti anni, in
forma molto attiva, nei tentativi di abbattere la Rivoluzione cubana ed
assassinare Fidel. In primo luogo, quelli che come capi della CIA
assunsero la maggiore responsabilità nella guerra sporca scatenata,
nei primi anni, contro Cuba come
Allen Dulles (1953-61), John A. Mc.Cone (1961-65), William F. Raborn
(1965-66) e Richard Helms(1966-73).
Altri personaggi arriveranno più tardi,
a partire dagli anni 70, ai vertici
anch'essi con un importante ruolo storico nel lavoro operativo coperto
anticubano come William Colby (1973-76), George Bush (1976-77), William
Casey (1981-87), o Poster Goss (2005-06), sperimentati ufficiali
dell'intelligence, alcuni laureati in università d'elite o di una profonda
convinzione anticomunista e con stretti vincoli con l'ultradestra ed il
Complesso Militare Industriale di questa nazione.
Altri ufficiali, di non minore rango, con un importante avallo
terroristico anticubano, anticomunisti per natura o di un definito
pensiero conservatore. Odiati e dimenticati alcuni, altri insigniti per i
loro crimini. Questi capi ed alti ufficiali della CIA contribuirono
attivamente, nella prima metà degli anni 60, alla preparazione e direzione
di noti terroristi di origine cubana che portarono morte e distruzione sul
suolo cubano, molti dei quali continuano i loro atti criminali contro Cuba
dal loro rifugio negli USA.
LA CIA ED I CORPI
REPRESSIVI BATISTIANI
L'interesse a Cuba, da parte della CIA, non é sorto nel 1959. L'Agenzia
dispiegò,
dal 1947, un'intensa
attività di intelligence interna in corrispondenza con l'alto grado
di priorità politica ed economica che il suo governo aveva verso l'isola,
integrando una poderosa stazione "legale" dentro l'ambasciata USA a
L'Avana, con una rappresentazione operativa nel consolato di Santiago di
Cuba e l'appoggio della sua stazione a Miami.
La CIA raccomandò al governo del tiranno Batista di creare un apparato
repressivo contro il movimento comunista, compresi i leader delle
organizzazioni politiche e studentesche considerati ostili ai propri
interessi, sorse così il criminale Ufficio Repressivo delle Attività
Comuniste (BRAC); che offrì assistenza ed addestramento ai suoi sicari e
li fornì di mezzi di ogni tipo. Le tre visite a Cuba, in quegli anni, del
direttore generale della CIA, Lyman Kirkpatrick, evidenziano la cura e
prioritaria attenzione dell'agenzia ai suoi interessi operativi nel paese.
La CIA tentò infruttuosamente la creazione di una "terza forza" politica a
Cuba, "un gruppo moderato — secondo parole dell'ufficiale della CIA
David Atlee Philips — tra Castro alla sinistra e Batista alla destra".
Davanti a questo fallimento lavorò insistentemente nella possibilità di
fomentare un colpo di Stato, mediante le forze armate della tirannia, per
tentare di evitare l'imminente trionfo dell'Esercito Ribelle. Il 23
dicembre 1958, Allen Dulles in una sessione del Consiglio Nazionale della
Sicurezza espresse: "Dobbiamo prevenire la vittoria di Castro".
Alcuni giorni più tardi la Rivoluzione Cubana trionfò. Ma la CIA non si
fermò.
LA CIA CONTRO LA
RIVOLUZIONE
Durante
i primi mesi del 1959, la CIA promosse dalla sua stazione locale,
nell'ambasciata yankee a L'Avana, la campagna di una supposta
intromissione comunista in Cuba, reclutò riformisti proyankee e traditori,
tollerò bombardamenti di aerei da turismo pirati che volavano dalla
Florida, organizzò una cospirazione armata che pretese trasformare il sud
della provincia di Las Villas in punto chiave di un'invasione mercenaria
patrocinata dal dittatore Trujillo.
Dall'ultimo trimestre del 1959, cercò di evitare ad ogni costo che Cuba
acquisisse armi per la sua difesa, ricorrendo a pressioni diplomatiche su
paesi europei ed al criminale sabotaggio contro il cargo
La Coubre, nel
marzo 1960, che costò la vita ad oltre un centinaio di persone innocenti.
Per gli inizi di dicembre del 1959, aveva già elaborato la concezione di
un piano sovversivo che costituirà la base del "Programma di azioni
coperte contro il regime di Castro" che fu approvato dal presidente D.
Eisenhower il 17 marzo 1960.
Il 18 gennaio 1960 la CIA organizzò il Rama 4 (WH-A), nella Divisione
dell'Emisfero Occidentale, come una squadra speciale per dirigere
l'operazione cubana e furono rinforzate le stazioni a Miami e L'Avana. Il
governo apportò abbondanti risorse materiali e finanziarie per
l'organizzazione di basi di addestramento in America Centrale e Florida ed
incominciò la preparazione di un esercito mercenario, con la direzione del
personale paramilitare dell'agenzia.
La CIA creó gruppi ed organizzazioni di taglio terrorista
dentro e fuori Cuba, e mise a loro disposizione centinaia di tonnellate di
esplosivi ed armamenti che provocarono, in meno di sei mesi, secondo i
suoi stessi documenti declassificati, 110 attentati dinamitardi, la
detonazione di 200 bombe, 950 incendi e sei deragliamenti.
Successivamente alla sconfitta di Playa Girón, il nemico potenziò le
capacità sovversive della stazione CIA a Miami, così sorse il programma JM
WAVE per intensificare le azioni terroristiche e di spionaggio contro
l'isola.
In quegli anni, col patrocinio diretto della CIA, il governo nordamericano
promosse ed armò, nelle montagne cubane, un esercito irregolare di 299
bande e 3995 banditi e criminali che causarono 549 morti e migliaia di
feriti. Tutti quegli atti furono sconfitti. Nessun avversario aveva
propinato, sino ad allora, tante sconfitte alla CIA come il popolo cubano.
ASSASSINARE FIDEL
Secondo
documenti declassificati, durante la decade degli anni 60, prese forza
nella CIA ed in alcuni funzionari delle amministrazioni nordamericane la
credenza che la sparizione di Fidel, per mezzo di un assassinio, avrebbe
contribuito ad una rapida soluzione del "problema cubano".
Quell'insolito ambiente era percettibile nelle conversazioni tra
funzionari della Casa Bianca e la CIA o tra ufficiali dell'agenzia con
mercenari dei gruppi ed organizzazioni terroristiche, di origine cubana,
che stavano sotto il suo controllo operativo.
La convinzione che ammazzare il capo di uno Stato corrispondeva all'etica
imperante dentro la CIA, durante le decadi degli anni 60 e 70, si
rifletteva con forza nella propaganda sovversiva inviata nell'Isola con
differenti mezzi, nella quale si istigava l'assassinio dei dirigenti
rivoluzionari, il sabotaggio e la ribellione.
I funzionari della CIA interrogati dal Comitato Church, nel 1975, sulla
loro partecipazione nel tentativi di assassinio contro Fidel dichiararono
che: "consideravano che assassinare era un modo di agire permissibile,
dichiararono che credevano che le loro attività erano state completamente
autorizzate".
William Harvey, capo dell'unità esecutiva per assassini ZR-Rifle e capo
del Rama 4 della CIA durante l'Operazione Mangusta, tra IL 1961 e 1962,
testimoniò che "credeva che gli attentati fossero completamente
autorizzati".
Richard Helms - direttore della CIA tra il 1966-73 - dichiarò in ripetute
occasioni: che egli credeva che "un'autorizzazione esplicita non era
necessaria per l'assassinio di Castro agli inizi degli anni 1960... le
azioni che stavamo prendendo contro Cuba e contro il governo di Fidel
Castro a Cuba, era ciò che c'era stato chiesto che facessimo".
Studi e documenti cubani così come numerose attestazioni dimostrano che
solo tra il 1960 e 1967, il popolo cubano ed i suoi organi di sicurezza
frustrarono più di un centinaio di piani di assassinio, di estrema
pericolosità, contro dirigenti della Rivoluzione, specialmente contro
Fidel.
Secondo documenti della Commissione Church, agosto 1975, si riconosce che
il Governo cubano consegnò una lista di 24 attentati falliti contro il suo
Presidente allo scopo di assassinarlo, in cui si allegava il
coinvolgimento della CIA. L'Agenzia rispose alla Commissione: "la CIA
non ebbe alcuna partecipazione in 15 di essi, non ebbe mai contatti con
gli individui menzionati né stette in contatto con essi quando occorsero
gli incidenti menzionati". Che nei nove restanti avevano avuto
"relazioni operative" con alcuni degli individui menzionati "ma non con
fini di assassinio".
Che altra finalità potevano avere queste relazioni operative coi suoi
agenti terroristi di origine cubana, in momenti in cui si scatenava una
cruenta guerra sporca e l'ordine di assassinare era stato data dal 1960?
La minuziosità del piano di assassinio organizzato contro Fidel durante la
sua visita in Cile, nel 1972, dimostrò che il pensiero brutale di ZR-Rifle
era ancora vivo.
Anni dopo, Fidel ricorderà quel fatto: "Quando andai in Cile, per
esempio, a ragione del governo di Unità Popolare, gli elementi addestrati
dalla CIA, inoltre inspirati dalla politica degli Stati Uniti,
organizzarono una battuta di caccia durante il mio percorso per il Cile".
Negli anni seguenti non si fermò quell'ossessione criminale, estesa fino
ai nostri giorni.
Terrorismo di Stato
Il governo nordamericano generò, dagli anni '60, un
mostro poderoso e sanguinario per affrontare il movimento rivoluzionario
latinoamericano mediante operazioni coperte dirette dalla CIA.
Decine di mercenari di origine cubana furono
inviati per questi lavori in Bolivia,
Venezuela, Ecuador, Honduras, Nicaragua, El Salvador, Costa Rica, e Cile.
Gli Stati Uniti offrirono impieghi ben remunerati come consiglieri di
dittature pro-yankee in America Latina, a regimi sanguinari, in avventure
mercenarie in Africa ed Asia al servizio della CIA, e li utilizzò in
oscure operazioni, tra le altre, l'assassinio del comandante Ernesto Che
Guevara in Bolivia, l'Operazione Condor ed Iran-Contras.
Questi "soldati di fortuna" si stanziarono definitivamente a Miami, New
Jersey e New York, costituirono le loro bande e gruppi violenti, di una
definita posizione neofascista, e trasformarono il terrorismo anticubano
in un lucroso commercio, ricevendo totale immunità, per vantaggiosi
commerci di contrabbando di armi e droghe, mentre continuavano servendo la
CIA.
La CIA non si é mai opposta agli atti di terrore di questi gruppi in
territorio statunitense, a patto che fossero finalizzati contro Cuba. Ma
l'intensificazione degli atti terroristici in città nordamericane, dirette
contro rappresentanze cubane o istituzioni e paesi stranieri che
mantenevano relazioni diplomatiche o economiche con Cuba provocò una
difficile situazione per le autorità di quel paese.
La CIA cercò di togliere dal suo territorio le azioni terroristiche dei
gruppi più criminali. Nel marzo 1976 creó nella Repubblica Dominicana il
denominato CORU
(Coordinazione delle Organizzazioni Rivoluzionarie Unite) che agglutinò i
gruppi neofascisti più violenti nella regione.
Due mesi prima aveva assunto funzione, come direttore della CIA, George
Bush (padre). Benché sembri un paradosso, i documenti della CIA
considerano George Bush come uno dei suoi "restauratori", per il suo "dono
di gente" e la sua reputazione pubblica per elevare la morale e riparare
il danno politico dell'Agenzia a metà degli anni '60.
Tuttavia, il periodo del mandato di Bush a capo dell'Agenzia, nel 1976, è
considerato come uno degli anni di maggiore attività
del terrore nel nostro continente, nella seconda metà del secolo XX. I
fatti evidenziano
che la CIA ed il governo nordamericano avrebbero potuto evitare il
mostruoso sabotaggio di
un aeroplano civile cubano alle Barbados che costò la vita a 73 persone e
che fu perpetrato da Orlando Bosch e Luis
Posada Carriles, che furono membri del suo organico.
LA CIA A NUDO
Una denuncia pubblica del Governo Rivoluzionario, nel 1987, mise a nudo
un'intensa attività di spionaggio e sovversione,
durante gli ultimi 15 anni,
della CIA. Un totale di 27 agenti della sicurezza cubana, che erano stati
reclutati dalla CIA per realizzare azioni di spionaggio e sovversione
contro Cuba, furono rivelati pubblicamente e smascherati decine di
ufficiali dell'agenzia che avevano mantenuto contatti segreti con gli
stessi.
Quella contundente denuncia della CIA, considerata come una delle maggiori
realizzate contro l'agenzia nella sua storia, ma taciuta dalla stampa
nordamericana davanti al mondo, rivelò la permanenza di 38 funzionari
della CIA dentro la Sezione di Interessi Nordamericani a L'Avana (SINA),
tra il 1977 e 1987, così come la scoperta di 113 membri dei servizi
speciali che visitarono, in transito, il nostro paese in quello periodo.
Durante quel processo furono pubblicate più di 100 fotografie di questi
individui.
Furono rivelati metodi clandestini di intelligence, l'utilizzo di un'alta
tecnologia per le comunicazioni segrete, movimenti e viaggi,
nel nostro paese,
dei suoi ufficiale
per intelligence e l'appoggio ad operazioni coperte di spionaggio
politico, economico, guerra economica e guerra biologica.
L'intensa attività sovversiva della CIA contro Cuba, dispiegata negli anni
'80, non fu casuale. L'allora direttore William Casey, sperimentato
ultraconservatore, intimo di Ronald Reagan, che affettuosamente, secondo
documenti della CIA, chiamava "Ron", cercò di rilanciare l'Agenzia nello
stile brutale degli anni '60. Reclutò vecchi ufficiali vincolati al lavoro
sporco, tra essi Félix Rodríguez
Mendigutía e più tardi lo stesso Posada Carriles, iniziò una guerra
coperta in America Centrale e coinvolse la sua nazione nello scandaloso
caso di Irangate che mise a nudo una gigantesca operazione di traffico di
armi e droghe ed uno dei periodi più oscuri e controversi della storia
della CIA.
La Fondazione Nazionale Cubano-Americana (FNCA) sorse, nel 1981, da
un'idea sostenuta da Casey, trasformandola in poco tempo nel
raggruppamento madre dell'ultradestra terroristica di Miami.
LA NUOVA MANGUSTA
Nel 1991, il nostro paese affrontava i contraccolpi di una complessa
situazione economica. Il governo statunitense cercò di accelerare questa
"crisi" con la promulgazione della Legge Torricelli e più tardi, la Ley
Helms Burton, che rafforzarono il blocco e la guerra economica contro
Cuba. Quella manovra fu considerata dal nemico come il "colpo di grazia"
alla Rivoluzione cubana. Nell'agosto 1993 la CIA aveva elaborato una stima
nella quale esprimeva: "Esiste un'opportunità migliore che mai, affinché
il governo di Fidel Castro cada nei prossimi anni".
A queste azioni ostili si aggiunse una escalation terroristica di
infiltrazioni, attacchi pirati ed introduzione di esplosivi da parte di
gruppi terroristici della mafia di Miami ed una sequenza di attacchi con
bombe all'industria turistica da commando diretti,
dall'America Centrale,
da Luis Posada Carriles, con la tolleranza e complicità dei servizi
speciali degli Stati Uniti. La maggioranza di quei terroristi, che
arrivarono nel nostro territorio, furono catturati e giudicati.
La SINA si trasformò, negli anni '90, nel principale centro di operazioni
della controrivoluzione a Cuba per appoggiare quel nuovo complotto diretto
dalla Casa Bianca.
Studi realizzati stimano che solo tra il 1998 e il 2000, visitarono,
in transito, Cuba
più di 540 funzionari nordamericani dei quali circa un 30% furono
identificati come ufficiali e collaboratori dei servizi di intelligence,
ai quali
la SINA e la CIA
offrirono un'ampia copertura per le loro azioni d'ingerenza e
provocazioni. Queste azioni furono denunciate pubblicamente davanti al
mondo dal nostro popolo e governo. Anche la nuova Mangusta fu liquidata
dal nostro popolo.
Per caso possono negare, la CIA o l' FBI, la loro ignoranza degli atti
terroristici eseguiti dal gruppo paramilitare segreto della FNCA in questi
anni, compreso numerosi complotti di assassinio contro Fidel? Può negare
che ignorava i propositi di Guillermo Novo Sampol,
Gaspar Jiménez Escobedo
o Pedro Remón Rodríguez, quando pubblicamente abbandonarono Miami via
aerea per partecipare, col loro vecchio agente Luis Posada Carriles, poche
ore dopo, nel terribile complotto per assassinare Fidel a Panama nel 2000?
Come spiega la CIA il suo rapporto con uno dei terroristi più brutali del
nostro continente che gode di piena libertà in quel paese?
IL PASSATO PRESENTE
Solo
un anno fa la CIA era diretta da Poster Goss,
vecchio operativo,
negli anni '60,
della JM WAVE. Amico e compagno di avventure di vecchi ultraconservatori e
terroristi con una lunga carriera di servizi criminali contro Cuba. In
un'intervista rilasciata al Washington Post nel maggio 2002 dichiarò:
"Penso che io non mi sentirei comodo ad andare a Cuba". Goss si trovava
tra gli entusiasti invitati presenti in una cerimonia, il 20 maggio 2004,
nel Rose Garden della Casa Bianca, dove George W. Bush ricevette un gruppo
di mafiosi anticubani capeggiati da
Luis Zúñiga Rey.
Dopo un anno fu nominato
dal presidente a
capo della CIA , dove rimase fino al 2006.
Per caso è questa la "agenzia differente" di cui oggi ci parla il generale
Michael Hayden? Non sono "tempi differenti". Nulla é cambiato in questi
giorni nei quali l'Agenzia celebra i suoi 60 anni. Il lamento delle sue
vittime ed il pianto delle sue madri, mogli e figli li accompagneranno
nella celebrazione in Langley.
Il nostro popolo conosce bene questa tenebrosa storia e si mantiene
preparato ed allerta per difendere la Rivoluzione.
* (Direttore del Centro di
Investigazioni Storiche della Sicurezza dello Stato)
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