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Enrique Ubieta: "Le Dame in Bianco sono un montaggio scenografico” |
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29 aprile 2010 - Rebellion www.cubadebate.cu
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Martedì scorso, due giorni dopo il riuscito corteo che ha attraversato il centro di Compostela per denunciare la "farsa informativa contro Cuba", Enrique Ubieta visitava la capitale della Galizia. Lo scrittore e giornalista cubano, responsabile della pubblicazione La Calle del medio ed ex direttore della Cinematica cubana, ha tenuto una conferenza e ha incontrato varie associazioni del paese. L'obiettivo: far conoscere la realtà dell'isola al di là dell’immagine che offrono i media europei, soprattutto spagnoli, e soprattutto dopo la morte di Orlando Zapata Tamayo, l'ennesimo sciopero della fame da Guillermo Fariñas e le frequenti manifestazioni delle Dame in Bianco.
Guillermo Fariñas: morirà, potrebbe morire, non gli importa di morire? Enrique Ubieta: Ciò che provoca la presenza mediatica di Fariñas sulla stampa nel mondo, valorizzando la sua figura premartire - che egli assume, un po’ insolita per un vero eroe - lo stimola, lo spinge a morire. Io non posso interpretare ciò che egli pensa. Il pericolo è che può morire anche contro la sua volontà, perché nell’organismo umano c'è un punto di non ritorno che non è in grado di stabilire neppure lo stesso scioperante. D'altra parte, bisogna chiedersi con quale capacità fisica una persona che ha più di 50 giorni di sciopero della fame può parlare, ogni giorno, nei media. Potrebbe non essere così stretto. Ma la cosa principale in questo tema è che può capitare un incidente, perché è incoraggiato e la stessa stampa rende difficile, a lui, ritrattare.
Ma i
medici tentano di evitare ...
Che
cosa potrebbe accadere a livello politico se muore?
Per quanto riguarda ciò che mostrano i media, le Dame in Bianco occupano copertine e telegiornali con titoli dove si denuncia le molestie che stanno soffrendo da parte della Polizia cubana ... Le Dame in Bianco sono un montaggio scenografico. La destra ha imparato a prendere le forme di espressione della sinistra come le Madri di Plaza de Mayo, autentiche combattenti per la memoria dei loro figli e nipoti, torturati, assassinati ... A Cuba non ci sono torturati né assassinati. Le persone che sono in carcere sono state giudicate da tribunali in base alle leggi. Sono donne di persone che hanno lavorato per sovvertire l'ordine costituzionale – cosa che punisce anche il codice penale spagnolo - le vestono di bianco - un colore associato alla pace e alla purezza - gli hanno messo un gladiolo e portate alla chiesa cattolica che è uno scenario perfetto per vederle in Europa. Quando sono pronte dicono: "Camera, azione!" e lì c'è la CNN, TVE ... Ciò che voi vedete è un film di fiction che ha nel marciapiede di fronte, fuori dallo schermo, i diplomatici europei e statunitensi, che sono in ultima analisi quelli che pagano, i produttori del film.
E la cosiddetta opposizione cubano? Sono persone che non sono uscite né da alcun sindacato né da qualsiasi gruppo. Mai sono state leader di qualcosa, né hanno contatti o sono radicati nella popolazione. Pertanto, non rappresentano nessun settore. Sono individualità che si riuniscono nelle ambasciate straniere. Inoltre, finanziati con fondi dichiarati del governo di Obama, 200 milioni di $. Gli oppositori sono altri, i miei vicini ed io trascorriamo la vita a discutere di politica, ma questa è un'altra cosa, non quelli che sono pagati per sovvertire l'ordine costituzionale a Cuba.
La sinistra europea vive nell’eterno dibattito morale tra l’appoggiare o condannare il sistema cubano ...Se la sinistra accetta come buona la definizione di 'democrazia', di 'diritti umani’, di 'libertà'che ha redatto la destra, il suo margine di comprensione e di posizionamento nel mondo è pari a zero. Questa è una sinistra che è stata prefabbricata dalla destra. Io non so come sia possibile che qualcuno che si pone a sinistra accetti come forma di condotta il canone che la destra ha stabilito di come deve essere uno politico di sinistra corretto. Col tempo, un politico di sinistra corretto è un pezzo in più del sistema capitalista e non produrrà alcun cambiamento reale.
"Cuba è una dittatura", sostengono. Lo è? A Cuba non c'è una dittatura. Vi è una democrazia che non è uguale a quella che esiste nello Stato spagnolo, ma per molti versi è più autenticamente democratica. Nello Stato spagnolo vi è l'illusione della libertà, l'illusione di pluralità che fa sì che i mezzi stampa si moltiplichino, con apparenti differenti politiche editoriali che in essenza sono la stessa. Se andate a leggere El Pais, ABC, El Mundo si può vedere che sui problemi fondamentali - non in quelli periferici di sistema - sono la stessa politica editoriale. Sono puntualmente di destra e stanno marcando modelli di destra. La libertà di espressione è un processo di illusionismo.
Ma di sicuro a Cuba c'è un solo partito politico ... Qui c’è un sistema bipartitista PSOE-PP. Fanno parte dello stesso sistema. Sono modi diversi di intendere come rendere efficiente questo sistema e rappresentano alcuni interessi diversi all'interno della 'pluralità' tra virgolette, di questo sistema. L'unica volta che nello Stato spagnolo si produsse un incidente di questa democrazia, con la Repubblica, emerse rapidamente il fascismo. L'alternanza al potere tra il PP e PSOE è illusoria, è tra persone e metodi per riprodurre il sistema capitalistico, non per alterarlo.
C'è molta confusione circa il sistema elettorale cubano. Come elegge il popolo i suoi rappresentanti? E’ appena reiniziato, pochi giorni fa, tutto il processo elettorale. Primo, si eleggono i delegati a livello di quartiere, in modo diretto per alzata di mano. La gente conosce i loro vicini e propone quelli che considera più capaci di rappresentare le loro richieste. I delegati eletti costituiscono l'Assemblea Municipale. Da lì escono più del 50% delle proposte a deputati e delegati dei consigli provinciali, che la popolazione sceglie mediante voto diretto e segreto. Pertanto, oltre la metà dei deputati dell'Assemblea Nazionale - che è quella che finalmente elegge il presidente del paese - sono persone uscite dai quartieri. Il resto sono proposte dai sindacati, federazioni, istituzioni.
Un sistema, migliore o peggiore del nostro rispetto? E’ un sistema. Che non è perfetto. Ma è un sistema che non gioca a chi vince chi più soldi ha, chi è più furbo o simpatico,che non guarda se una persona si divorziò tre mesi fa o ha un amante. Si tratta che al governo possano giungere le persone più capaci. Personalmente ritengo che, seppur migliorabile, il cubano è migliore. E'qualcosa di cui possiamo discutere. Quello che non mi si può dire è che a Cuba non c'è un sistema democratico.
Nei giorni scorsi, due famosi artisti, Silvio Rodriguez e Pablo Milanes, tradizionalmente difensori della Rivoluzione, hanno chiesto "cambiamenti". Anche Raul Castro ha annunciato "cambi". Si stanno facendo questi cambiamenti? Il paese è stato sempre in cambiamento. La Cuba del 1970 non sembra in nulla simile a quella del 1990 né all’attuale. Questa enfasi che fanno i media sui cambi rispetto agli anni precedenti ha a che fare con gli interessi della destra che Cuba cambi. Ma che cambi per convertirsi in un paese capitalista, in un paese povero del Terzo Mondo subordinato agli interessi del grande capitale. Questo è qualcosa che nessun cubano ha in mente. Anche Paolo ha detto che si stava riferendo ai cambi annunciati da Raul Castro. E a Silvio Rodriguez manipolarono la sua intervista. In un discorso del tutto a favore della Rivoluzione estrinsecarono la parola "cambio" per opporlo al processo, quando in realtà è qualcosa che i cubani parlano a tutte le ore.
In cosa consistono questi cambiamenti? L'obiettivo principale è quello di rendere l'economia più efficiente, far sì che la gente sappia quello che costa tutto ciò che riceve da parte dello Stato. Che chi non lavora “fa la fame”, tra virgolette, in modo da imparare ad apprezzare i benefici che ha. C'è un processo in cui, necessariamente, si dovrà invertire la piramide rovesciata ereditata dal periodo speciale, gli anni più difficili, dove la gente, secondo la frase del marxismo, offra ciò che le sue capacità permettono e riceva l'equivalente di ciò che essa apporta. E dal punto di vista sociale, fare un migliore uso del sistema democratico cubano perché la gente possa avere più partecipazione nella vita del paese.
"La campagna mediatica di "diffamazione"che tu denunci pensi che vada al di là di Cuba? Preoccupa più, oggi come oggi, Chavez che la stessa Rivoluzione cubana? No. Penso che le due cose preoccupino. Cuba è lo scudo morale dell'America Latina. Tutto quello che è successo, in America Latina, negli ultimi anni è grazie a Cuba che è stata capace di resistere a 50 anni di persecuzioni. Perché è lì, perché si tratta di un percorso alternativo visibile che non è fallito nonostante il blocco economico e tutte le difficoltà. Un paese che ha elevato la sua speranza di vita a 77 anni, che ha livelli di mortalità infantile e materna del Primo Mondo. Che ha più medici - in cifre nette non comparative – che la Gran Bretagna. Con un milione di universitari, senza analfabetismo, quando, per esempio Siviglia, nel Primo Mondo, la metà della popolazione non ha alcun diploma di scuola superiore e ci sono 37mila persone che non sanno leggere e scrivere ... Un paese del Terzo Mondo bloccato che ha realizzato tutte queste cose non è un paese fallito. Questo è molto importante per l'America Latina. Senza il riferimento di Cuba il processo rivoluzionario sarebbe stato diverso. L'assenza di Cuba sarebbe un colpo molto duro non solo per la sinistra in America Latina, ma in tutto il mondo.
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