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IL TRADUTTORE SI SCUSA PER GLI ERRORI |
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Chi protegge Posada, cospirò contro Kennedy |
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18 gennaio 2011 - Fabián Escalante www.granma.cu
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"È la stessa banda” dice il Generale di Divisione (ritirato), Fabián Escalante Font, che per molti anni è stato il capo dei servizi segreti, d’Intelligenza di Cuba, quando gli si domanda se coloro che proteggono oggi il terrorista Luis Posada Carriles a Miami, appartengono allo stesso gruppo estremista che negli anni ‘60 cospirò per commettere l’assassinio di Kennedy.
Per Fabián, che svolge investigazioni da molti anni su ogni aspetto dell’assassinio del presidente statunitense, vari dei personaggi che oggi sono vincolati al meccanismo terrorista che sostiene Posada, s’incontravano già tra i membri della “Operazione 40”, montata dalla CIA parallelamente alla fallita invasione di Playa Girón, per liquidare i dirigenti della Rivoluzione cubana e reprimere i suoi sostenitori.
Ed è tra questi agenti e collaboratori criminali della CIA che appaiono vari individui vincolati all’assassinio a Dallas, di John F.Kennedy.
“Questa è la pianta di tutti i terroristi”, segnala Escalante, parlando di questa organizzazione, fondata dalla CIA, che è attiva ancora oggi, con la sede nel centro di Miami e che si beneficia della compiacenza e anche della protezione del FBI e dei pubblici ministeri federali.
Escalante ricorda che tra gli individui che furono selezionati a Miami da Joaquin Sanjenis, ex capo della Polizia durante la Presidenza di Carlos Prío, s’incontravano vari individui che sono sempre vivi e attivi nei circoli terroristici della Florida.
“Quando si comincia a preparare le spedizione di Playa Girón, poco dopo il trionfo della Rivoluzione cubana, nel 1959 – si crea l’Operazione 40, l’apparato della polizia d’intelligenza e contro intelligenza dei mercenari della brigata degli invasori. Sanjenis comincia a portare ex poliziotti, ex repressori, gente molto vincolata al terrorismo, quello che si praticava in Cuba negli anni ’50, con la repressione e gli assassinii.”
Escalante aggiunge che la missione Operazione 40, era seguire gli invasori: nella stessa misura in cui quelli occupavano i paesi, dovevano andare ad occupare archivi, assassinare gli ufficiali.
Avevano un compito prima d’intelligenza e contro intelligenza e poi puramente repressivo. Dovevano venire qui a Cuba a rifare quello che facevano nel ’58.
Dopo la sconfitta di Playa Girón nel 1961 - la detta Baia dei Porci - l’Operazione 40 si trasforma dapprima in un apparato di sicurezza, a Miami, della mafia cubano-americana; poi quella gente comincerà ad avere un potere economico al calore dell’Operazione Mangosta.
Avranno molti soldi, i milioni di dollari che poi investirono nelle base della CIA chiamata JM/WAVE. Già nel 1963, questa gente comincia a trasformarsi, nello stesso tempo in cui lo fanno gli elementi della mafia cubano-americana. È allora che cominciano a cercare di fare una lobby e cercare d’imporre una politica verso Cuba.
Sottolinea Escalante: “Da allora sono molto vincolati con tutte le trame eversive e segrete della polizia segreta nordamericana, con la CIA, il FBI, l’immigrazione e la DEA”.
Escalante ricorda che da Puerto Cabezas in Nicaragua andavano negli Stati Uniti, prima con plasma sanguigno, un affare che facevano i cubani radicati in Nicaragua, amici del dittatore Somoza. Portavano whisky in America Centrale. Poi passarono alla marijuana e alla cocaina.
DANNO A LEE HARVEY OSWALD LA LORO COPERTURA
E fu così che nell’aprile del 1963, Lee Harvey Oswald - il presunto assassino di Kennedy - appare a New Orleans per costruirsi una copertura di simpatizzante della Rivoluzione, forma un comitato d’appoggio a Cuba, il cui solo militante era lui, nello stesso ufficio dove radicava il Consiglio Rivoluzionario Cubano, che era un’organizzazione della controrivoluzione e ovviamente della CIA. Lì s’incontrava anche un’organizzazione fascista fondata dal FBI, che si chiamava Cuba Democrática”.
“Non ci sono dubbi che esisteva un piano per un grande complotto...
A New Orleans l’unica cosa che Oswald fece fu attuare come simpatizzante della controrivoluzione e poi simpatizzante del governo rivoluzionario”, commenta Escalante, che è autore di numerosi libri su questo tema.
Oltre a Posada, continuano ad esibirsi oggi a Miami, Félix Rodríguez Mendigutía, l’assassino del Che; Antonio Veciana, fondatore di Alpha 66; Orlando Bosch, complice di Posada nella distruzione di un aereo civile cubano; Guillermo Novo Sampoll, associato all’omicidio dell’ex ministro cileno Letelier; Virgilio Paz Romero e Jose Dionisio Suarez, gli esecutori del crimine; Gaspar ‘Gasparito’ Jimenez Escobedo, assassino di Artagnan Díaz Díaz; Pedro Remón Rodriguez, assassino di Felix García Rodriguez e di Eulalio Negrín, a Nueva York; Jose Basulto e molti altri.
“Alpha 66 è parte di quello che la CIA denominava operazioni autonome, che diedero origine ad una lunga lista d’azioni terroristiche a partire dagli anni ‘60. La CIA assegnava un ufficiale perchè li attendesse, spiegasse gli obiettivi, desse alcune risorse, denaro, armi, gli esplosivi e dopo leggeva nei giornali i risultati”.
POSADA RESTÒ SEMPRE CON LA CIA E LA DISIP IN VENEZUELA
“In Venezuela, Posada restò sempre vincolato alla polizia segreta, così come con la CIA”, conferma Escalante.
“Non ha mai abbandonato la DISIP. Prima fu agente della CIA. Fu inviato dall’Agenzia come assessore della DIGEPOL e poi fondò la DISIP. Quando presumibilmente è terminata la resistenza rivoluzionaria, alla metà degli anni ’70, si stanca d’essere un elemento di repressione e si dedica agli affari. Crea una polizia privata, paramilitare, che fa di tutto.”
Il suo compagno in questa “impresa” fu Joaquin Chaffardet, oggi radicato negli Stati Uniti, che ha salvato a Posada nei tribunali d’immigrazione nordamericano, con una testimonianza strampalata che l’accusa non ha discusso e ha messo Posada al riparo da una risoluzione internazionale contro la tortura.
“Chaffardet era l’avvocato che Posada aveva per tutte queste attività, per la sua impresa. Quando Orlando Bosch arriva, riceve tutto l’appoggio di Posada Carriles, che si è stabilito in Venezuela per questo”.
Per Escalante, i personaggi che circondano oggi Luis Posada Carriles a Miami e che gli danno appoggio logistico e finanziario, sono della stessa “truppa” che negli anni ‘60 cospirò per assassinare JFK.
“Sono la stessa gente”, commenta. “Gli stessi che vanno in Cile con il colpo di Stato contro Salvador Allende e che si offrono ad Augusto Pinochet come i macellai dell’operazione…gli Orlando Bosch, Dionisio Suarez, Aylwin Ross, i fratelli Novo Sampoll, tutta la truppa che apparteneva all’Operazione 40″.
“Sono quelli che al finale degli anni ’70 si mettono nell’affare della droga ... a un punto tale che Sanjenis muore in una maniera misteriosa. Secondo documenti non più segreti della DEA, questa Operazione 40 ha adottato vari nomi per disinformare. Sanjenis muore ma il meccanismo rimane… questo stesso meccanismo che va a sviluppare tutto il terrorismo contro Cuba, anche negli anni ‘90, con l’appoggio della Fondazione Nazionale Cubano Americana”.
“Sono gli stessi… tu li prendi e incontri Félix Rodríguez Mendigutia, l’assassino del comandante Ernesto Che Guevara, e incontri Luis Posada Carriles, e incontri José Dionisio Suarez, uno degli assassini di Letelier… partecipando a tutto quello che loro denominarono “La Guerra per le strade del mondo”.
Nato a L’Avana nel 1940, Fabián Escalante Font ha diretto Sicurezza di Stato dal 1976 al 1996, quando si è ritirato con i gradi di Generale di Divisione. Ha pubblicato vari libri sulla guerra segreta degli USA contro Cuba: La grande congiura, Progetto Cuba, Operazione Mangusta, Azione Esecutiva, 1963: il complotto.
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