Come può un'organizzazione
che lavora con i
finanziamenti del governo
degli Stati Uniti per un
programma contro il Governo
cubano realizzare, in un
momento, anche un sondaggio
"indipendente"?
Il 7 giugno scorso, il
quotidiano El Pais titolava
"Una stragrande maggioranza
di cubani vuole un
cambiamento politico
sull'isola" (1). Il suo
associato in Miami, El Nuevo
Herald, introduceva la
notizia con "La maggioranza
dei cubani non beneficia
delle riforme", sulla foto
di una strada di L'Avana con
un edificio in rovina (2).
Questi e altri grandi media
internazionali, convertivano
in notizia i risultati di
una presunta inchiesta tra
la popolazione di Cuba, per
cui una percentuale
significativa desidera un
cambiamento del sistema
politico nel suo paese e
vede con scetticismo i
cambiamenti economici
sostenuti dal Governo
dell'isola (3).
Ma, di che indagine si
tratta?
E' il sondaggio che ogni
anno pubblica
l'International Republican
Institute
(IRI),
un'organizzazione USA legata
al Partito Repubblicano (4).
Il presunto campionamento
raccoglie il parere di 787
persone, vale a dire lo
0,007% della popolazione
cubana. Non si specifica il
metodo di selezione del
campione, anche se alcune
fonti suggeriscono che le
persone sono state scelte
proprio tra i gruppi della
cosiddetta "dissidenza"
cubana (5).
Il quotidiano El País rileva
che l'International
Republican Institute "riceve
fondi dal Governo degli
Stati Uniti" per poi
assicurare che per eseguire
l'inchiesta "è riuscito a
eludere i divieti del regime
comunista ai sondaggi
indipendenti". La domanda
sembra ovvia: come può un'
organizzazione che lavora
con i finanziamenti del
governo degli Stati Uniti
per un programma contro il
governo cubano realizzare un
sondaggio "indipendente"? Il
partner commerciale del
giornale del Grupo Prisa, El
Nuevo Herald di Miami, era
ancora più grezzo:
descriveva l'IRI come
"un'organizzazione no-profit
che lavora per promuovere la
libertà in tutto il mondo".
Ma
cos'è l'International
Republican Institute?
E'stato fondato nel 1983 dal
governo di Ronald Reagan
(6). In quegli anni, diverse
commissioni del Congresso
degli Stati Uniti indagarono
sulle attività apertamente
criminali della CIA nel
mondo. Il Governo ha poi
deciso che parte del lavoro
dell'Agenzia si effettuerà
in modo più aperto e
controllabile, attraverso il
National Endowment for
Democracy
(NED),
una presunta entità
non-governativa ma dotata di
un budget governativo
miliardario (7).
L'International Republican
Institute é, a sua volta,
uno dei quattro maggiori
enti beneficiari dei fondi
dalla NED (8). Ma l'IRI
anche accedere a milionarie
partite dell'USAID
(US Agency for International
Development) e dello stesso
Dipartimento di Stato, per
programmi di sostegno a
gruppi di opposizione ai
governi contrari agli
interessi degli Stati Uniti
(9).
L'IRI è presieduta da
John McCain,
l'ultimo candidato
repubblicano alla Casa
Bianca e apertamente
sostenitore
dell'inasprimento del
blocco
contro Cuba (10).
A Cuba, l'IRI sostiene
economicamente, forma
politicamente e fornisce
attrezzature a diversi
gruppi della cosiddetta
"dissidenza". Uno di essi,
per esempio, il "Centro di
Studi Socio Economici e
Democratici" si dedica ad
ottenere informazioni su
imprese di paesi terzi a
Cuba, con il chiaro intento
di facilitare le pressioni e
sanzioni degli Stati Uniti
su potenziali investitori
nell'isola (11).
Ma i suoi programmi sono
divisi in molti gruppi. In
un documento interno del
2008, intitolato "I settori
del cambiamento a Cuba"
l'IRI ha proposto un
programma, di due anni, del
valore di 750000 dollari,
per gruppi di popolazione
classificata come
"non-tradizionali o
marginali", con l'obiettivo
di convertire in
"opposizione politica"
giovani tatuatori,
graffittari, punk, rapper o
venditori nel mercato nero
(12). Questa strategia ha
avuto un punto aggiunto d'
immoralità, al menzionarsi
esplicitamente nel
documento, l'opportunità di
sfruttare le condizioni di
disagio economico e
scontento sociale a Cuba
dopo gli uragani
Gustav
e
Ike.
L'IRI, come la NED e altre
entità affini, ha stretti
legami con le agenzie di
intelligence statunitensi.
In un altro dei suoi
documenti interni, anche del
2008, si legge che uno degli
obiettivi principali dei
suoi programmi a Cuba è la
raccolta d'informazioni da
trasferire "alle agenzie del
governo USA" (13). Nello
stesso documento, si
contempla la formazione
della "dissidenza" cubana ai
metodi di crittografia delle
comunicazioni per Internet,
utilizzando il modello
utilizzato dall'opposizione
in Siria. E in una delle sue
relazioni trimestrali per il
2009, si legge che tra le
priorità di raccolta delle
informazioni, vi sono i
programmi di sviluppo
dell'informatica a Cuba, in
particolare quelli volti a
promuovere uno sviluppo
indipendente dagli Stati
Uniti in questo settore
(14). Cioè, informazioni che
possono consentire al
governo degli Stati Uniti,
oltre a possibili azioni di
ciberguerra, stringere il
blocco in materia di
accesso a Internet
sull'Isola.
In questo senso è cinico
che, nei risultati della
citata indagine dell'IRI si
rimarchi il malcontento
della popolazione cubana per
la bassa connettività
Internet
(15). Tutti i principali
media che informano su ciò
danno ad intendere, in
maniera scontata, che é il
governo cubano il colpevole
di questa situazione (16).
Nessuno menziona che é il
blocco degli Stati Uniti
quello che limita la
connessione a Internet a
Cuba, che non può
connettersi ai cavi in
fibra ottica che
circondano tutta l'isola in
quanto di proprietà di
società statunitensi (17).
Per far giungere fondi e
attrezzature alla cosiddetta
"dissidenza" cubana, l'IRI
utilizza, di solito,
organizzazioni intermediarie
di altri paesi, come
Solidarietà Spagnola con
Cuba, con sede a Saragozza,
e Pontis, Slovacchia (18).
Un documento interno indica
che, nel 2008, l'IRI ha
consegnato 615500 $ a
Solidarietà Spagnola con
Cuba, organizzazione di
supporto, a sua volta, delle
famose
"Dame in Bianco"
(19).
Questa triangolazione dei
fondi è il modus operandi
per occultare il
finanziamento milionario
della dissidenza da parte
del governo degli Stati
Uniti.
Inoltre, ricordiamo che
l'International Republican
Institute - secondo alcuni
media una "organizzazione
no-profit che lavora per
promuovere la libertà in
tutto il mondo" - è
direttamente coinvolto nei
recenti colpi di stato in
America Latina: in Venezuela
nel 2002, di Haiti nel 2004
e quello di Honduras, nel
2009, paesi dove finanzia da
anni partiti politici, ONG,
media e centri di studi
legati alla destra politica
(20).
Questi sono solo alcuni dei
dati pubblici, noti, in
merito all'IRI, l'ente
autore della citata
inchiesta a Cuba, i cui
risultati sono stati
trasformati in realtà
informativa dai grandi media
internazionali, senza la
minima domanda sulla
sua più che dubbia
credibilità.
El IRI y la independencia imposible de su “encuesta” en Cuba
José Manzaneda*
¿Cómo es posible que una organización que trabaja con fondos del
Gobierno de EEUU para un programa contra el Gobierno cubano realice, a
la vez, un sondeo “independiente”?
El pasado 7 de junio, el diario El País titulaba “Una abrumadora mayoría
de cubanos quiere cambio político en la isla” (1). Su periódico asociado
en Miami, El Nuevo Herald, encabezaba su noticia con “Mayoría de cubanos
no se beneficia de reformas”, sobre la foto de una calle de La Habana
con un edificio en ruinas (2).
Éstos y otros grandes medios internacionales convertían en noticia los
resultados de una supuesta encuesta entre la población de Cuba, según la
cual un porcentaje importante desea un cambio de sistema político en su
país y ve con escepticismo los cambios económicos que impulsa el
Gobierno de la Isla (3).
Pero, ¿de qué encuesta se trata?
Es el sondeo que cada año publica el Instituto Republicano Internacional
(IRI), una organización estadounidense vinculada al Partido Republicano
(4). El supuesto muestreo recoge la opinión de 787 personas, es decir,
de un 0,007 % de la población cubana. No se especifica el método de
selección de la muestra, aunque algunas fuentes apuntan a que las
personas fueron elegidas, precisamente, entre los grupos de la llamada
“disidencia” cubana (5).
El diario El País señala que el Instituto Republicano Internacional
“recibe fondos del Gobierno norteamericano”, para seguidamente, asegurar
que para realizar la consulta “logró sortear las prohibiciones del
régimen comunista a los sondeos independientes”. La pregunta parece
obvia: ¿cómo es posible que una organización que trabaja con fondos del
Gobierno de EEUU para un programa contra el Gobierno cubano realice, a
la vez, un sondeo “independiente”? El socio comercial del diario del
Grupo Prisa, El Nuevo Herald de Miami, era aún más burdo: describía al
IRI como “una organización no lucrativa que trabaja para promover la
libertad en todo el mundo”.
Pero, ¿qué es el Instituto Republicano Institucional? Fue fundado en
1983 por el Gobierno de Ronald Reagan (6). En esos años, varias
comisiones del Congreso de EEUU investigaron las actuaciones
abiertamente criminales de la CIA en el mundo. El Gobierno decidió
entonces que parte del trabajo de la Agencia se realizara de una manera
más abierta y fiscalizable, a través de la National Endowment for
Democracy (NED), una supuesta entidad no gubernamental pero dotada con
un presupuesto gubernamental multimillonario (7).
El Instituto Republicano Internacional es, a su vez, una de las cuatro
principales entidades receptoras de fondos de dicha NED (8). Pero el
IRI, además, accede a millonarias partidas de la USAID (la Agencia de
EEUU para el Desarrollo Internacional) y del propio Departamento de
Estado, para programas de apoyo a grupos opositores a los Gobiernos
contrarios a los intereses de EEUU (9).
El IRI está presidido por John McCain, último candidato republicado a la
Casa Blanca y abiertamente partidario del endurecimiento del bloqueo
contra Cuba (10).
En Cuba, el IRI sostiene económicamente, forma políticamente y
suministra equipos a diversos grupos de la llamada “disidencia”. Uno de
ellos, por ejemplo, el “Centro de Estudios Socio Económicos y
Democráticos”, se dedica a la obtención de información sobre negocios de
terceros países en Cuba, con la intención evidente de facilitar las
presiones y sanciones de EEUU a posibles inversores en la Isla (11).
Pero sus programas se reparten en numerosos colectivos. En un documento
interno de 2008, titulado “Sectores de cambio en Cuba”, el IRI proponía
un programa, a dos años, dotado con 750.000 dólares, destinado a grupos
de población calificados como “no tradicionales o marginales”, con el
objetivo de convertir en “oposición política” a jóvenes tatuadores,
grafiteros, punkis, raperos o vendedores en el mercado negro (12). Esta
estrategia tenía un punto añadido de inmoralidad, al mencionarse
explícitamente, en el documento, la conveniencia de aprovechar las
condiciones de penuria económica y descontento social en Cuba tras el
paso de los huracanes Gustav e Ike.
El IRI, como la NED y otras entidades afines, tiene estrechos lazos con
las agencias de inteligencia de EEUU. En otro de sus documentos internos,
también de 2008, se lee que uno de los objetivos principales de sus
programas en Cuba es la recolección de informaciones para ser
trasladadas “a las agencias del gobierno norteamericano” (13). En el
mismo documento, se contempla la formación de la “disidencia” cubana en
métodos de cifrado de comunicaciones por Internet, empleando el modelo
aplicado por la oposición en Siria. Y en uno de sus informes
trimestrales del año 2009, se lee que, entre las prioridades de recogida
de información, están los programas de desarrollo de la informática en
Cuba, especialmente los dirigidos a promover un desarrollo independiente
de EEUU en este sector (14). Es decir, información que puede permitir al
Gobierno norteamericano, aparte de posibles acciones de ciberguerra,
estrechar el bloqueo en materia de acceso a Internet en la Isla.
En este sentido, resulta cínico que, en los resultados de la citada
encuesta del IRI, se remarque el descontento de la población cubana por
la baja conectividad a Internet (15). Todos los grandes medios que
informan sobre ello dan a entender, por descontado, que es el Gobierno
cubano el culpable de esta situación (16). Ninguno menciona que es el
bloqueo de EEUU el que limita la conexión a Internet en Cuba, que no
puede conectarse a los cables de fibra óptica que rodean la Isla por ser
propiedad de empresas norteamericanas (17).
Para hacer llegar fondos y equipos a la llamada “disidencia” cubana, el
IRI utiliza, por lo general, organizaciones intermediarias de otros
países, como Solidaridad Española con Cuba, con sede en Zaragoza, y
Pontis, de Eslovaquia (18). Un documento interno muestra que, en 2008,
el IRI entregó 615.500 dólares a la citada Solidaridad Española con
Cuba, organización soporte, a su vez, de las conocidas Damas de Blanco
(19).
Esta triangulación de fondos es el modus operandi habitual para ocultar
el financiamiento millonario de la disidencia por parte del Gobierno de
EEUU.
Además, recordemos que el Instituto Republicano Internacional –según
algunos medios una “organización no lucrativa que trabaja para promover
la libertad en todo el mundo”- está directamente implicado en recientes
golpes de estado en América Latina: en el de Venezuela en 2002, el de
Haití en 2004 y el de Honduras, en 2009, países donde financia desde
hace años a partidos, ONGs, medios y centros de estudios vinculados a la
derecha política (20).
Éstos son apenas algunos de los datos públicos, conocidos, sobre el IRI,
la entidad autora de la citada encuesta en Cuba, cuyos resultados han
sido convertidos en realidad informativa por los grandes medios
internacionales, sin el más mínimo cuestionamiento de su más que dudosa
credibilidad.
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