La decade degli anni '90 rimarrà nella memoria del nostro popolo come un simbolo
di resistenza e vittoria. La caduta del socialismo nell'URSS e nei paesi
dell'Europa dell'Est rafforzò, nel governo USA, la convinzione che l'offensiva
strategica che aveva sviluppato, negli anni '80, per sovvertire la stabilità
politica ed economica di quelle nazioni ed accelerare il loro crollo avrebbe
avuto risultati favorevoli anche a Cuba.
Nel 1991 il nostro paese affrontava i contraccolpi di una complessa situazione
economica. Tra i personaggi della mafia di Miami crescevano le aspettative di un
imminente crollo della Rivoluzione Cubana. Alcuni prepararono le valigie davanti
alla prossimità di quell'evento. Tuttavia, altri nemici erano persuasi che non
sarebbe stato tanto facile.
Le
amministrazioni nordamericane di turno ed i loro servizi di spionaggio e
sovversione,
durante varie decadi, avevano sperimentato il fallimento di molte
operazioni segrete contro Cuba ed avevano maturato troppa esperienza per
giudicare che qui non sarebbe successo una "Rivoluzione di Velluto", stile
Europa Orientale.
Questa sfida obbligava il governo di George Bush (padre), allora alla Casa
Bianca, ad introdurre urgenti e nuove strategie di sovversione per spingere il
"cambio". Il Sign. Bush e la CIA vaticinarono, in quei momenti, la possibile
caduta della Rivoluzione, ma condizionarono questo fatto al verificarsi di altri
fattori che non erano ancora maturati a Cuba, in uno scenario distinto da quello
dell'Europa dell'Est, con un popolo agguerrito ed un dirigente eccezionale come
Fidel Castro Ruz, a capo di una rivoluzione autoctona.
Gli anni trascorsi e lo studio di alcuni documenti, declassificati, di allora ci
permettono di apprezzare con maggiore nitidezza lo sviluppo di quella brutale
escalation.
Il 10 settembre 1991, il Direttorio di Intelligence (CIA) stimava
drammaticamente in uno dei suoi documenti attualmente declassificato
"L'impatto del cambio sovietico a Cuba". Riproduco alcuni frammenti: "...
La perdita dei sussidi commerciali sovietici e l'assenza per l'Avana di
alternative vantaggiose simili, indica che le importazioni cadranno in modo
precipitoso nei prossimi mesi, sostenendo un'acuta, successiva, contrazione
dell'economia cubana..." "... Il collasso del controllo comunista nell'URSS
segnala la fine della relazione speciale economica e militare di Cuba con Mosca
ed accelera la crisi politica ed economica..."
Il governo di George Bush padre, pochi mesi dopo, nel 1992, cercò di accelerare
quella "crisi" con la promulgazione della Legge Torricelli che moltiplicò il
blocco e la guerra economica contro Cuba, proibendo il commercio con sussidiarie
USA in paesi terzi ed elevando il costo del nostro trasporto marittimo di merci
a Cuba impedendo che le navi, usate per tali trasporti, toccassero porti
nordamericani. Quella manovra fu considerata proprio dal nemico come il "colpo
di grazia" alla Rivoluzione Cubana.
Era incominciata una gigantesca operazione sovversiva contro Cuba.
Quel documento della CIA inoltre vaticinava: "... sembra sicuro l'aumento
della repressione politica... Castro quasi di sicuro qualificherà i dissidenti
politici come paniagudos degli USA e li tratterà con severità..."
Risultava cinico simile pronostico. Investigazioni storiche ci rivelano che nel
1991 la CIA incrementò la capacità operativa del suo centro illegale nella
Sezione di
Interessi Nordamericani all'Avana (SINA), utilizzando la copertura diplomatica
per rafforzare le sue possibilità di spionaggio, cura e preparazione dei
gruppuscoli controrivoluzionari interni. Quanto scritto si trasformò nella
politica ufficiale del governo di Bush padre.
Nel 1991 il Dipartimento di Stato nordamericano nominò un nuovo funzionario
diplomatico a L'Avana per la cura esclusiva di questi gruppi che moltiplicarono
i loro atti provocatori dentro il paese, istigati dalla SINA. Cominciarono gli
inviti ai "cocktail party" auspicati dal capo della Sezione di Interessi, dove i
mercenari cospiravano apertamente attorno a tavoli colmi di bibite e manicaretti
scelti. In quella cospirazione diabolica, il governo nordamericano assegnò a
questi mercenari il ruolo di vetrina di un'opposizione interna virtuale,
favorevole agli interessi politici della lobby anticubana negli USA ed in
Europa. Le "denunce" di questi salariati permettevano alla SINA di ingrossare il
voluminoso dossier di falsità davanti alla Commissione dei Diritti umani a
Ginevra per creare l'immagine di una "Cuba intollerante e repressiva violatrice
dei diritti umani". Queste manovre facevano parte del complotto.
La SINA potenziò ugualmente il lavoro del suo ufficio Cultura e Stampa. Questo
ufficio contava, nel 1989, su un solo funzionario, ma già nel 1995 dedicavano un
primo e secondo segretario e vari impiegati, senza rango diplomatico, per i suoi
lavori. Questo ampliò il suo lavoro di propaganda controrivoluzionaria interna
al paese, appoggiata da un voluminoso equipaggiamento di computer e
registratori, violando le regole stabilite per l'introduzione, processamento e
distribuzione massiccia di materiale bibliografico. Migliaia di materiali erano
inviate in forma diretta a coloro che la SINA considerava "genuini
rappresentanti della società civile cubana", che erano selezionati senza che,
nella maggioranza dei casi, nulla venisse richiesto dal destinatario.
Parallelamente studiava i livelli di ascolto ed "impatto" tra la popolazione
della stazione radio sovversiva e gli somministrava
false informazioni mediante
notizie offerte dai gruppuscoli. Questi ultimi erano assidui partecipanti nelle
sessioni di chiacchierate, film e notiziari anticubani dentro quell'installazione,
da dove uscivano carichi di riviste ed opuscoli propagandistici che dovevano
essere distribuiti.
Il personale diplomatico accreditato ed un gruppo importante di funzionari in
transito, che approdavano a L'Avana per brevi periodi di tempo, offrivano
un'ampia copertura per le loro azioni provocatorie e d'ingerenza. Studi
realizzati stimano che, solo tra il 1998 e 2000, più di 540 funzionari
nordamericani in transito visitarono il paese, dei quali circa un 30% furono
identificati
come posizioni, comprovate o sospette, dei servizi di intelligence
nordamericani. Quale potrebbe essere la missione di questi "visitatori" se non
quella di spiare, sovvertire o reclutare traditori?
Negli anni '90 la SINA si trasformò nel principale centro di operazioni, dentro
Cuba, per appoggiare quel nuovo complotto diretto dalla Casa Bianca. Tutte
queste azioni furono pubblicamente denunciate al mondo dal nostro popolo e
governo.
Nell'agosto 1993 la CIA elaborò un rapporto nazionale sulla complessa situazione
economica a Cuba, in uno dei momenti più critici del Periodo Speciale. La sua
fiducia e totale convinzione del vicino crollo della Rivoluzione era tale che
arrivarono a pronosticare le sfide che avrebbe affrontato un presunto "governo
successore" nella chiamata "Cuba post-Castro". Riproduco alcuni frammenti di
questo documento, declassificato nel giugno 2001, dall'agenzia .
Nella suo primo foglio esprimeva: "... Questo rapporto nazionale di
intelligence rappresenta l'opinione del Direttore della Centrale di Intelligence
col consiglio e l'aiuto della Comunità di Intelligence degli EE.UU...
".
Nell'inciso "Prospettive per la Cuba post-Castro" finiva affermando, dopo
alcune considerazioni: "... Esiste un'opportunità migliore che mai, affinché
il governo di Fidel Castro cada nei giro di pochi anni...".
Secondo questo rapporto di intelligence, il giudizio anteriore poggiava su tre
"premesse soggiacenti": il rifiuto del Comandante in Capo di abbandonare la
direzione della Rivoluzione in forma volontaria; l'affermazione che l'economia
cubana non si avvantaggiava di nessuna bonaccia economica interna; l'esistenza
di una relazione diretta tra le gravi privazioni economiche che attraversava il
paese e l'instabilità politica.
Più avanti il documento aggiungeva: "... Al margine di quando o come detti
avvenimenti succedano, gli interessi USA saranno sfidati in forme complesse e
possibilmente senza precedenti..."
Pare che la CIA confidasse che lo sviluppo di queste tre premesse potessero
essere capaci di scatenare la crisi finale.
Quel giudizio della CIA concordava con ciò che in realtà avvenne, durante quella
decade, come parte di quell'operazione di destabilizzazione per liquidare la
Rivoluzione Cubana. Si moltiplicarono i piani per assassinare Fidel in ognuna
delle sue uscite all'estero. Si diede il via ad una brutale escalation
terroristica per seminare il caos interno e ridurre l'affluenza di turisti
stranieri ed impedire che l'industria del turismo apportasse valuta fresca alla
sofferente economia cubana. Le leggi Torricelli e Helms-Burton resero più
crudele, come mai prima, la guerra economica, per stimolare lo scontento nella
popolazione. Tutte queste azioni costituivano in sé un importante strumento per
tentare di destabilizzare politicamente il paese.
Le limitazioni economiche imposte da queste leggi non solo perseguivano
provocare la fame o la scarsità di medicine, trasporto o elettricità, bensì
creare uno scenario interno che propiziasse il disgusto e l'insoddisfazione del
popolo e stimolasse, in alcuni cittadini, il desiderio di emigrare, con
qualsiasi mezzo, verso gli USA. La radio sovversiva contribuì, giorno e notte,
all'istigazione di atti illegali, incitando gli elementi antisociali a penetrare
violentemente in sedi diplomatiche straniere, sequestrare imbarcazioni aeree o
marittime. Queste ultime erano intercettate dai guardacoste nordamericani ed i
suoi autori portati in Florida, dove erano ricevuti come eroi dalla mafia
anticubana.
Le provocazioni del gruppo terroristia "Hermanos
al Rescate", con le sue continue violazioni dello spazio aereo da parte di
aerei da turismo, con basi nella Florida, e delle denominate "Flottiglie della
libertà", con imbarcazioni che partivano direttamente da Miami, contribuivano ad
un pericoloso clima e tendevano al massimo la controversia tra i due paesi. Il
nostro popolo affrontò, con decisione e coraggio, quelle manovre provocatorie.
Il governo statunitense, tra il 1987 e 1994, concesse solo il 7% dei 160mila
visti che secondo gli accodi con Cuba dovevano essere consegnati alle persone
che desideravano viaggiare legalmente verso quel paese. Questo costituiva un
evidente stimolo all'uscita illegale. L'assassina legge di Accomodamento Cubano
continuò mietendo, nello Stretto della Florida, nuove vittime innocenti.
Molteplici impegni contratti dagli USA nei tavoli di conversazione, tra il 1994
e 1995, sono ancora da realizzarsi.
La Casa Bianca organizzò anche, come parte di questa brutale offensiva, un
gruppo di lavoro Inter-Agenzie, nello stile delle vecchie operazioni sovversive
degli anni sessanta, per dirigere, al più alto livello dell'esecutivo, il
finanziamento dei progetti controrivoluzionari Tra queste agenzie si trovavano i
Dipartimenti di Stato, Tesoro e Commercio ed altri meccanismi governativi come
il Consiglio Nazionale per la Sicurezza e la SINA all'Avana.
A metà di quella decade, l'Agenzia per lo Sviluppo Internazionale degli USA
(conosciuta con la sigla in inglese USAID) iniziò un milionario appoggio
finanziario ai gruppi controrivoluzionari dentro e fuori del paese. Secondo
studi realizzati, tra il 1993 e 1999, si registrarono più di 325 operazioni di
fornitura finanziaria materiale, in Cuba, ai gruppuscoli interni con un importo,
per nulla disprezzabile, di dollari in contanti.
Queste
consegne erano direttamente realizzate da emissari che arrivavano provenienti
dalla Florida e per altre vie. Parallelamente, tra il 1990 e 1998, la National
Endowment for Democracy (sigla NED in
inglese) mondialmente conosciuta per i suoi importanti apporti finanziari ai
gruppi di rinnegati nell'antica URSS ed Europa dell'Est, sostenne economicamente
più di sessanta progetti sovversivi contro la Rivoluzione Cubana. Attualmente,
gli USA hanno moltiplicato l'importo di denaro e risorse materiali che fanno
arrivare nelle tasche della controrivoluzione anticubana.
Decine di migliaia di notizie ed articoli pagati ai chiamati "giornalisti
indipendenti" apparvero, in quella decade, in riviste, opuscoli e nelle
pagine in spagnolo in siti internet per cercare di falsificare l'immagine della
Rivoluzione. Il gruppo Inter-agenzie cominciò a finanziare, negli USA, supposte
Organizzazioni Non Governative (ONG) per studiare come si sarebbe prodotta
l'imminente "transizione" a Cuba. Questi "studi" generarono, anni dopo, il
denominato "Piano Bush".
I pianificatori di quell'operazione sovversiva globale contro Cuba avevano
tenuto in conto tutti gli ingredienti necessari, compresa l'escalation
terroristica.
Un nuovo CORU
Quel brutale complotto contro la Rivoluzione Cubana, nella decade del novanta,
riabilitò anche le vecchie tattiche utilizzate dai gruppi speciali della
stazione della CIA a Miami JM-Wave, per cercare di seminare il caos e la
destabilizzazione interna.
Nel 1992 si organizzò dentro la Fondazione Nazionale Cubano Americana (FNCA) una
struttura clandestina di taglio terrorista denominata "Commissione
di Sicurezza" o gruppo
paramilitare, per dirigere ed organizzare questo tipo di azioni. Il gruppo
paramilitare sarà presieduto, in diverse fasi, da dirigenti di questa
organizzazione anti-cubana, quasi tutti ex agenti della CIA, mercenari di Playa
Girón, graduati nella base militare nordamericana di Fort Benning o mercenari
nelle avventure contro-insurrezionali sviluppate dagli USA nella regione. Non
mancavano, in questo gruppo, antichi batistiani corrotti legati alla politica
locale nordamericana.
Un vecchio componente di
questo raggruppamento terroristico dichiarò alla stampa, anni dopo, che
contavano su un arsenale che includeva imbarcazioni, piccoli aeroplani
teleguidati ed abbondante materiale esplosivo per creare il terrore a Cuba.
Nel 1993 il gruppo adottò il nome di "Fronte Nazionale Cubano" e cominciò
il reclutamento di membri di altre organizzazioni controrivoluzionarie presenti
in Florida, il finanziamento di alcune azioni terroristiche e l'organizzazione
in America Centrale di una potente base di appoggio per i suoi piani
terroristici dentro e fuori Cuba. Si reclutarono nuovi mercenari in alcuni di
questi paesi.
Il gruppo paramilitare della FNCA entrava in scena come un nuovo "CORU"
(Coordinazione delle Organizzazioni Rivoluzionarie Unite) con alcuni
similitudini al raggruppamento terroristico creato nel 1976, capeggiato
dal
terrorista Orlando Bosch, mentre George Bush padre fungeva come capo della CIA.
L'antico CORU aveva cercato di integrare lo "sforzo" dei gruppi terroristici
anticubani più attivi di Miami in quel momento, elevare l'efficienza criminale,
ottenere una maggiore coerenza nel suo agire terrorista contro Cuba e tentare di
riuscire, o almeno fingere, che quegli atti di orrore si realizzavano o
pianificavano fuori dal territorio dell'USA
Quella filosofia, negli anni novanta, conveniva politicamente anche al Clan Bush
ed alla mafia terrorista di Miami, quando cercavano di dare l'ultimo spintone
alla Rivoluzione Cubana. Erano gli stessi personaggi del settanta, solo che era
cambiato il momento storico.
Potrebbero oggi, la CIA o l'FBI, negare la conoscenza, allora, di una struttura
terroristica di tale grandezza in piena città di Miami? In caso affermativo, che
cosa fecero per controllarla ed evitare i suoi atti illegali, che violavano le
leggi di neutralità di questo paese?
WKSCARLET-3 in America Centrale
Dopo
avere facilitato la fuga di Posada Carriles
dal Venezuela, dove era processato per la sua partecipazione nell'abominevole
crimine delle Barbados, George Bush padre e la
CIA utilizzarono, tra il 1985 e il 1986, il terrorista Posada Carriles in quella
che fu denominata come l'Operazione
Iran-Contras. Posada diresse una complessa missione che corroborava la
fiducia riposta sulle sue spalle: il rifornimento aereo alla contra nicaraguense;
l'organizzazione logistica di quelle risorse di guerra e la cura del personale
coinvolto nell'operazione. Posada assunse anche azioni operative guidando molti
voli per il rifornimento di armi ed esplosivi. Non agiva per coraggio, bensì per
il pagamento extra che Washington consegnava agli equipaggi per i voli illegali.
Al rendersi pubbliche quelle attività, che compromettevano direttamente il
governo di Ronald Reagan e del suo vicepresidente George Bush padre, esplose lo
scandalo Irangate.
Secondo il IV volume della sua scheda personale declassificata dall'agenzia,
Luis Posada Carriles ebbe dalla CIA il nome criptato (chiave segreta) di
WKSCARLET-3.
Posada ebbe la "rispettabile" missione di cancellare ogni vestigia
compromettente per la Casa Bianca nell'accampamento di Ilopango, in El Salvador,
nel momento in cui, in Nicaragua, era abbattuto uno di quei voli clandestini e
si produceva lo scandalo internazionale. Anni dopo, proprio Posada riconobbe
avere occultato una cassa con mappe ed altri documenti forse compromettenti che,
occultò e successivamente trasportò a Miami. La protezione ed immunità che,
oggi, riceve questo terrorista della Casa Bianca é relazionata coi suoi
importanti servizi al Clan Bush ed alla CIA nel suo agire, per varie decadi,
contro Cuba. Uno di questi importanti servizi fu precisamente la sua
partecipazione in quell'operazione centroamericana e la posteriore condotta
assunta dopo lo scandalo.
Posada mantenne un silenzio totale su quei fatti che implicavano la più alta
gerarchia della Casa Bianca. Quando fu intervistato, anni dopo nel febbraio
1992, dall' FBI in una stanza dell'ambasciata USA in Honduras sulla sua
partecipazione nell'Iran-Contras, tentò di occultare la conoscenza da parte
dello stesso vicepresidente Bush e di alcuni dei suoi principali collaboratori
su quelle operazioni illegali. Nonostante riconoscesse il suo ruolo nella guerra
sporca contro il Nicaragua, la latitanza dal Venezuela per il crimine delle
Barbados e la sua condizione di terrorista attivo, in quel momento, in America
Centrale, non fu disturbato dall'FBI.
Mentre, negli anni '90, aveva luogo la brutale escalation sovversiva dentro Cuba
Posada Carriles si muoveva tra Honduras, El Salvador, Guatemala e Panama
partecipando ad atti di terrore, molti di essi finanziati dal gruppo
paramilitare della FNCA. Coinvolto nei piani di assassinio contro il presidente
Fidel Castro Ruz durante la sua partecipazione al Vertice Iberoamericano o altre
visite all'estero. Organizzò ed eseguì attentati terroristi contro interessi
cubani all'estero. Partecipò al contrabbando di armi nella regione, offrendo
addestramento a terroristi di origine cubana, fornendogli armi ed esplosivi che
posteriormente furono utilizzati come parte della escalation terrorista contro
Cuba.
Il fallimento dell'escalation
terrorista
contro Cuba
L'operazione sovversiva iniziata negli anni novanta possedeva un componente
importante: l'assassinio di Fidel ed altri atti di terrore.
Tra il 1990 e 1993 ebbero luogo altre azioni terroristiche contro il nostro
territorio da gruppi presenti a Miami come Comandos L, Esercito Liberatore
Cubano ed Esercito Armato Segreto. Queste attività consisterono in 3
infiltrazioni armate dalle coste dell'Avana, Matanzas e Sancti Spíritus, i cui
membri furono arrestati e giudicati. Lance pirate equipaggiate da mercenari
armati realizzarono 3 attacchi contro installazioni turistiche in Varadero ed
una nave petroliera di cabotaggio che realizzava operazioni tra porti cubani.
Alla fine di quell'anno, il gruppo paramilitare della FNCA reclutò a Miami un
cittadino guatemalteco per realizzare atti terroristici dentro Cuba; poco dopo
fu addestrato e provvisto di esplosivi in un paese centroamericano dal criminale
Luis Posada Carriles e Gaspar Jiménez Escobedo. Il supposto terrorista risultò
essere l'agente Fraile, degli organi della sicurezza cubani.
Tra il 1994 e 1996 l'escalation terroristica si fece più drammatica, il gruppo
paramilitare
della FNCA partecipò direttamente in alcuni casi o finanziando in altri: il
gruppo Alfa-66 realizzò 3
attacchi pirati contro l'Hotel Guitart in Cayo Coco, mentre il PUND (Partito
Unità Nazionale Democratica) eseguì un altro atto simile contro l'Hotel Meliá
Las Americas in Varadero. Questo comando, composto da 3 terroristi armati, fu
catturato quando cercava di scappare sulla sua lancia rapida che era salpata,
ore prima, dal territorio nordamericano. In queste azioni criminali si
realizzarono spari di armi automatiche contro installazioni alberghiere
strapiene di turisti, col proposito di creare il caos ed il terrore e colpire,
per questa via, l'entrata di valute nel paese. In quegli anni ebbero luogo altre
infiltrazioni armate nelle province di Matanzas e Villa Clara dei gruppi
terroristi Patria e Libertà, Governo Provvisorio in Esilio e del PUND. Questo
ultimo sbarcò vicino a Caibarién e vilmente assassinò il lavoratore Arcelio
Rodríguez García. Tutti i commando terroristici furono arrestati e giudicati dai
tribunali cubani.
In tutti gli atti di terrore menzionati, gli autori, le loro imbarcazioni ed
altri armamenti ed esplosivi, erano usciti dal territorio nordamericano. Alcune
di queste operazioni paramilitari richiesero un'alta preparazione logistica,
come quella dei terroristi di origine cubana Santos Armando Martínez Rueda e
José Enrique Ramírez Oro, che diretti dal terrorista
Guillermo Novo Sampol, a nome
del gruppo terroristico della FNCA, si infiltrarono clandestinamente dalla costa
nord di Las Tunas, seppellirono una serbatoio plastico che conteneva più di 50
libbre di esplosivo plastico, abbandonarono il paese quello stesso giorno e
pochi giorni dopo tornarono nuovamente a Cuba come turisti, con documenti falsi,
e posteriormente vennero arrestati.
Come era possibile che l'FBI non avesse scoperto un'operazione di tale
grandezza? Poteva il gruppo paramilitare della FNCA eseguire operazioni
sovversive tanto complesse senza l'appoggio della CIA?
Nel 1997 due bombe esplosero in due imprese turistiche cubane in Messico e
Nassau. In quello stesso anno, alcuni ordigni esplosero in vari hotel de L'Avana
e Varadero, mentre falliva il complotto di assassinio contro Fidel, per mano
della FNCA, al Vertice Iberoamericano di Isola Margarita, Venezuela. Fino al
1998 si introdussero nel paese 16 bombe al plastico ad alto potere. I suoi
autori furono mercenari centroamericani diretti da Luis Posada Carriles,
operando da questi paesi, ma finanziati dalla FNCA da Miami. Uno di questi atti
mostruosi strappò la vita del giovane italiano
Fabio di Celmo. L'assassino
Posada Carriles successivamente riconobbe ad un giornalista la sua relazione con
quegli atti di terrore.
Ma il nostro popolo dimostrò davanti ai tribunali con tutte le prove legali la
responsabilità criminale dei terroristi catturati che approfittarono della loro
condizione di turisti per eseguire tali crimini. Le loro dichiarazioni misero
allo scoperto la responsabilità di Posada Carriles e della FNCA. Tutte le armi
introdotte da infiltrazioni marittime furono requisite. Le nostre autorità
sequestrarono decine di libbre di esplosivi ad alto potere, che avrebbero
provocato la morte di molte persone innocenti e la distruzione di innumerabili
obiettivi economici. Il commando di Posada Carriles fu neutralizzato e le sue
azioni e quelle della FNCA furono denunciate pubblicamente.
Gli atti di terrore negli hotel concordarono con gli obiettivi e bersagli
definiti dalla FNCA per tentare di offrire un'immagine di destabilizzazione
interna di Cuba, colpire l'industria turistica ed aggravare ancor più la nostra
economia.
Dopo il fallimento di quella escalation di terrore, sorsero nuovi piani
criminali. Posada ed i suoi più vicini sicari tentarono un'altra volta
l'assassinio di Fidel nel Vertice Iberoamericano di capi di Stato in Panama, nel
2000, ma il tentativo fallì grazie alla denuncia del nostro Comandante in Capo.
Nonostante il blocco e la guerra economica, gli atti di sovversione politica ed
la brutale escalation terrorista durante gli anni novanta, la Rivoluzione
affrontò vittoriosamente le avversità. Con il suo popolo, con a capo il
Comandante in Capo Fidel Castro Ruz, garantì il livello di salute ed educazione
raggiunto fino a quello momento e le risorse essenziali per recuperare ed uscire
dal Periodo Speciale.
La brutale operazione sovversiva degli anni novanta era fallita. Il nostro
governo denunciò sistematicamente quegli atti di terrore e consegnò alle
autorità nordamericane prove degli stessi, dati degli esecutori diretti
arrestati a Cuba, così come dei loro complici ed autori intellettuali negli USA.
Tuttavia, questi ultimi continuarono elucubrando nuovi progetti terroristici
contro Cuba. Nessuno é stato neppure disturbato.
Ma il clan fascista di Bush ed i suoi alleati nella mafia di Miami non potevano
accettare simile sconfitta. Gli eroici combattenti antiterroristi cubani
lottavano contro questi crimini nella stessa tana di Miami, per proteggere non
solo il popolo cubano, ma anche quello nordamericano, ma furono oggetto di una
rappresaglia
senza limiti. La lunga ed ingiusta prigione dei nostri
Cinque Eroi e la brutale repressione ai
quali sono sottoposti, con i loro parenti, quasi nove anni dopo la loro
detenzione, sono espressione di questo sentimento di frustrazione e vendetta del
nemico per il suo fallimento. Tuttavia, proteggono il maggior terrorista di
questo continente, Luis Posada Carriles.
Il popolo cubano continuerà a lottare per la liberazione dei suoi Cinque Eroi ed
affinché l'assassino Luis Posada Carriles sia finalmente condannato per i suoi
crimini contro l'umanità.
|
|