N O T I Z I E
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G O L P E
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30 novembre '09 - R.Lopez http://www.granma.cu
Festeggeranno in
Honduras il
I settori sociali e politici dell’Honduras che si oppongono al regime usurpatore hanno annunciato che festeggeranno il fallimento della dittatura nelle elezioni di domenica 29.
In un comunicato del Fronte Nazionale contro il Colpo di Stato, si assicura che l’astensione, a partire dai risultati d’un controllo fatto in tutto il paese, è stata di almeno il 65% - 70%.
Considerando che questo risultato rappresenta una grande vittoria del popolo dell’Honduras, il Fronte ha invitato tutto il popolo in resistenza a festeggiare la sconfitta della dittatura, afferma il documento.
Il presidente Manuel Zelaya, spodestato dai golpisti il 28 giugno scorso, ha confermato questi dati ed ha assicurato che in alcune regioni del paese l’astensionismo alle urne ha toccato il 75%.
I portavoce del governo golpista ed i media di comunicazione, controllati dai gruppi di potere che finanziano il colpo di Stato militare, insistono nell’ assicurare che l’affluenza alle urne è stata di massa ed hanno definito un successo queste elezioni.
Il Tribunale Supremo Elettorale (TSE) ha riportato solamente lo scrutinio dopo la mezzanotte di domenica 29, nel quale assicura che l’affluenza alle urne è stata di circa il 61%.
Stando a questa prima parte della votazione, è in testa il candidato del conservatore Partido Nacional, Porfirio Lobo, un ricco imprenditore e allevatore di 62 anni, che ha sostenuto il colpo di Stato del 28 giugno.
Il sacerdote gesuita Ismael Moreno ha affermato poche ore prima che la frode delle elezioni fosse ufficializzata, che c’è stato un alto astensionismo.
Padre Moreno è il direttore dell’emittente Radio Progresso, nel nord del paese, ed ha dichiarato che le versioni del TSE sulla votazione più alta della storia sono assolutamente false. Inoltre ha dichiarato che queste affermazioni sono possibili solo se esiste una decisione presa precedentemente sulle elezioni.
“Il numero dei votanti è stato decisamente rachitico, goccia a goccia, ha sottolineato il religioso, assicurando che esiste il diritto di sospettare delle relazioni fornite dal TSE.
Il Fronte Nazionale ha sostenuto le sue affermazioni dopo un monitoraggio realizzato dagli attivisti.
Con piena soddisfazione annunciamo al popolo dell’Honduras e alla comunità internazionale che la farsa elettorale montata dalla dittatura è stata decisamente sconfitta, vista la rachitica affluenza di votanti alle urne, afferma il Fronte.
In questa forma il popolo ha castigato i candidati golpisti e la dittatura che adesso deve dimostrare all’opinione pubblica internazionale un volume di votanti inesistente, aggiunge.
Il Fronte ha annunciato, a partire dalle 12.00 di oggi lunedì 30, una manifestazione, ed una carovana di veicoli nella capitale nel pomeriggio
28 novembre '09 - R.Lopez http://www.granma.cu
Intimidazione militare
in vista delle elezioni È il maggior spiegamento militare e di polizia mai visto in Honduras, mentre il paese si approssima alle elezioni politiche di domenica 29, rifiutate dai settori popolari e politici democratici.
Le Forze Armate hanno rafforzato sempre più la presenza dei soldati in tutta la nazione, dal colpo di Stato del 28 giugno, ed inoltre sono presenti cinque mila riservisti dell’esercito.
Il capo dello Stato Maggiore Congiunto, il generale Romeo Vázquez, ha assicurato che ci sono truppe speciali che si possono muovere con elicotteri in qualsiasi punto del paese nel giorno delle elezioni, ed il portavoce della polizia, Orlin Cerrato, ha informato che le forze speciali stanno intensificando le loro operazioni con pattugliamenti e fermi.
“Vogliamo avere una maggior presenza per le strade e lavoriamo in perfetta unione con le Forze Armate”, ha detto.
Le elezioni sono respinte dal Fronte Nazionale contro il colpo di Stato, che le considera una farsa fraudolenta per convalidare il colpo di Stato che ha eliminato dal potere il presidente Zelaya.
Il Fronte ha chiamato la popolazione a rimanere a casa e a non andare a votare, per non convalidare la farsa dei golpisti.
I leader di questa alleanza di forze sociali e politiche, come Juan Barahona e Rafael Alegría, hanno spiegato che si tratta di un coprifuoco popolare.
Alegría ha precisato che questa misura eviterà la repressione contro gli honduregeni da parte dei 30000 militari e poliziotti presenti nel paese.
Nella città di San Pedro Sula, la seconda del paese con il suo emporio industriale, le organizzazioni del Fronte hanno convocato una marcia per domenica mattina, per esprimere il loro rifiuto del riconoscimento delle elezioni.
Barahona ha assicurato che la resistenza farà manifestazioni pacifiche contro le votazioni, per esprimere il rifiuto del popolo e la sua condanna per l’oligarchia golpista che vuole in questo modo perpetuare il potere.
I portavoce dei golpisti ed i media di diffusione, nella maggioranza proprietà dei gruppi di potere che appoggiano il colpo di Stato, hanno svolto un’intensa campagna per stimolare l’affluenza dei votanti alle urne.
I portavoce del governo usurpatore, le Forze Armate, la polizia ed il Tribunale Elettorale con il Procuratore Generale, hanno avvisato che qualsiasi tentativo di boicottaggio delle elezioni sarà perseguito e condannato.
Il Procuratore Generale, Luis Alberto Rubí, ha detto d’aver istruito 530 Pubblici Ministeri a procedere contro tutti coloro che tenteranno di boicottare la votazione con pene di almeno 4 anni di reclusione.
Alle elezioni partecipano cinque partiti riconosciuti legalmente, anche se tre, incluso uno dei più tradizionali – il Liberale – hanno sofferto forti problemi interni gravi per la loro complicità con il colpo.
27 novembre '09 - J.G.Allard www.granma.cubaweb.cu Il traduttore si scusa per gli errori
Il truffatore Adolfo Franco, tra gli "osservatori" golpisti
Tanto strategica è la rappresentanza USAID in Honduras che il suo personale
ha diretto la logistica della visita, in questo paese, della Segretaria di
Stato Hillary Clinton, per il vertice OSA, lo scorso maggio, appena un mese
prima del golpe.
27 novembre '09 - www.granma.cu (AIN)
Cresce il ripudio alla farsa elettorale honduregna
Isolato dalla comunità internazionale e dai suoi stessi cittadini, e nel mezzo di una crisi successiva alla rottura istituzionale, il regime de facto honduregno insiste nell’effettuare, la prossima domenica, le elezioni generali, come ha commentato oggi PL.
Vari paesi latinoamericani, tra i quali il Venezuela, il Brasile, l’Argentina, il Paraguay, la Bolivia ed il Nicaragua, hanno annunciato oggi il loro disconoscimento del processo illegale che si celebrerà all’ombra di un colpo di Stato.
Il Presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva è stato enfatico nel segnalare che non riconoscerà le elezioni, né il Governo che ne sorgerà, ed ha assicurato che “l’America Latina e l’America Centrale hanno esperienza da vendere relativa a golpisti che usurpano il potere rompendo i principi democratici e, se lo accettiamo, lo stesso potrebbe succedere in un altro paese domani”.
Da parte sua, il capo di Stato del Venezuela, Hugo Chávez, ha qualificato il processo come una farsa, ed ha assicurato che i paesi latinoamericani non riconosceranno elezioni sviluppate con la protezione dei golpisti.
Un totale di 31 mila soldati e poliziotti, inclusi i gruppi paramilitari, equipaggiati con moderni apparati di repressione, saranno distribuiti su tutto il territorio il giorno della votazione, quando gli honduregni dovranno eleggere un Presidente, tre vice-Presidenti, 128 deputati, 298 sindaci e vice-sindaci e due mila consiglieri municipali.
Fino al momento, solo gli Stati Uniti, Panama e Perù hanno manifestato la propria disponibilità a riconoscere le elezioni, mentre l’ONU, il Gruppo di Río, l’Alleanza Bolivariana per i Popoli di Nuestra America e altri sistemi regionali hanno comunicato il proprio ripudio al processo a causa del pericoloso precedente che si stabilirebbe nella regione.
In Spagna, 40 Organizzazioni Non Governative (ONG) hanno preteso che l’Unione Europea rifiutasse le elezioni; in Honduras gli studenti universitari hanno annunciato che non vi parteciperanno ed il Centro Carter ha deciso di non inviare osservatori a causa del fallimento degli accordi di Tegugicalpa/San José per la restituzione del Presidente Manuel Zelya e la creazione di un Governo di unità nazionale.
L'ONU senza osservatori in Honduras
Le Nazioni Unite non invieranno osservatori alle elezioni convocate in Honduras dal regime usurpatore per domenica 29, ha confermato un portavoce ufficiale.
Interrogato da Prensa Latina, Farhan Haq, portavoce ufficiale del segretario generale della ONU, Ban Ki-Moon, ha segnalato che l’organizzazione non avrà alcuna partecipazione in queste elezioni.
“Le Nazioni Unite non sono coinvolte in nessun modo nelle elezioni in Honduras del prossimo fine settimana”, ha detto il portavoce, rispondendo ad una domanda sulla presenza di osservatori della ONU nel paese centroamericano.
Attraverso un altro portavoce, Ban Ki-Moon ha espresso la sua preoccupazione per quello che ha definito “mancanza di consenso”, per dare una soluzione alla crisi politica in Honduras a pochi giorni dalle annunciate elezioni.
“Il massimo responsabile delle Nazioni Unite ha sempre appoggiato una soluzione consensuale per il conflitto in questo paese centroamericano”, ha sottolineato la portavoce Michele Montas.
Altri importanti attori internazionali hanno già annunciato che non manderanno osservatori nella giornata delle elezioni in Honduras.
Tra questi l’Organizzazione degli Stati Americani - OSA - ed il governo della Spagna, Brasile, Venezuela, Paraguay, ed altri paesi latinoamericani, che hanno anche avvisato che non riconosceranno i risultati delle elezioni, mentre gli Stati Uniti hanno proclamato il loro appoggio alla votazione organizzata dai golpisti.
25 novembre '09 - www.granma.cu (AIN)
La rinuncia dei candidati
nelle
Più di un centinaio di candidati dell’Honduras a distinti incarichi pubblici hanno presentato le loro rinunce a partecipare alle elezioni, per l’illegittimità ed il non riconoscimento internazionale del processo, mentre dura il colpo di Stato.
PL ha segnalato che nella lista ci sono aspiranti alla presidenza e alla vice presidenza del paese, deputati, sindaci e reggenti.
Tra i casi più recenti, l’aspirante sindaco della città di San Pedro Sula per il Partito Unificación Democrática (UD), Samuel Madrid, e l’aspirante deputato per Innovación y Unidad Socialdemócrata (PINU), Gustavo Matute.
"Non è prudente, né etico, partecipare a questo processo senza il ritorno del presidente Manuel Zelaya", ha detto Madrid aggiungendo che è necessario deporre l’interesse personale e pensare nella nazione.
Inoltre ha espresso la sua solidarietà con la popolazione e con i morti nella lotta contro il colpo di Stato e per il ritorno dell’istituzionalità.
Nanno rinunciato anche il candidato indipendente alla presidenza, Carlos H. Reyes, e l’aspirante alla vicepresidenza per il Partito Liberale, Margarita Elvir.
Nel Partito Liberale, al quale appartengono sia il presidente costituzionale Manuel Zelaya, che il capo del regime usurpatore Roberto Micheletti, hanno rinunciato già 55 candidati a distinti posti.
Di fronte al Tribunale Supremo Elettorale, hanno presentato le dimissioni anche una decina di membri del UD e 57 del PINU, ha informato l’aspirante a deputato per Cortés, Efraín Aguilar.
Oltre al Presidente e al Vicepresidente, nelle lezioni si eleggeranno 128 scanni del Congresso Nazionale, 289 sindaci e 20 legislatori al Parlamento centro americano.
Il Fronte Nazionale contro il colpo di Stato, che raggruppa contadini ,sindacalisti, donne, politici progressisti e rappresentanti di altri settori, ha espresso il suo riconoscimento a coloro che rinunciano alla farsa elettorale del 29 novembre ed ha reiterato che il solo cammino per tornare all’ordine costituzionale è attraverso il ritorno di Zelaya e l’installazione d’una Assemblea Nazionale Costituente.
23 novembre '09 - Fausto Triana www.granma.cu (PL)
FAO: Honduras escluso
L’Honduras è stato escluso da un accordo auspicato dalla FAO, con la partecipazione di Spagna e Centroamerica, per via del colpo di Stato che mantiene questo paese fuori dal SICA.
Melitón Arrocha, vice ministro degli esteri di Panama, ha detto che la posizione del suo governo "è in realtà quella del Sistema d’ Integrazione Centroamericana (SICA), e riflette la necessità del ritorno dell’ordine costituzionale in Honduras".
"Nel SICA seguiamo con attenzione quel che avviene in questo fraterno paese, con la speranza che avvenga una transazione verso la democrazia e di ritorno alla normalità per risolvere gli urgenti problemi comuni della nostra regione”, ha aggiunto.
La Spagna ha firmato un accordo di cooperazione con l’America Centrale che esclude l’Honduras, e donerà in tre anni più di 12 milioni di dollari destinati alla produzione di sementi di cereali di base.
L’accordo, che conta sulla consulenza tecnica dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Agricoltura e l’Alimentazione (FAO), è stato firmato dalla segretaria di Stato di Cooperazione Internazionale della Spagna, Soraya Rodríguez Ramos e dai rappresentanti del Consiglio Centroamericano d’Agricoltura – CAC- guidato dal suo vicepresidente, il panamegno Víctor Pérez, e gli ambasciatori di Belice, Nicaragua, El Salvador, Guatemala e Costa Rica.
El viceministro degli Esteri di Panama ha valutato l’operato ed ha considerato che la parte visibile e concreta del Vertice sulla Sicurezza Alimentare si è svolto in questa capitale e che l’incontro di Roma è una buona piattaforma per i ministri allo Sviluppo dell’Agricoltura e l’Allevamento, che non hanno opportunità di vedersi a livello globale, e che qui incontrano un punto di dialogo e di coincidenza.
“Il Vertice risente di fessure nell’ottenimento di impegni addizionali concreti, soprattutto da parte dei paesi ricchi a favore di quelli in via di sviluppo, e questo è un passo nella corretta direzione, ha aggiunto, anche se è necessario costruire molto di più”.
20 novembre '09 - Raimundo López www.granma.cu (PL)
In Honduras si sostiene la posticipazione delle elezioni
La richiesta di posticipazione delle elezioni del prossimo 28 è stata lanciata al complesso scenario della crisi di Honduras dal presidente costituzionale Manuel Zelaya, come via per restaurare la democrazia.
Tale possibilità ha preceduto la decisione di un gran numero di candidati anti-golpisti di presentare, questo venerdì, il proprio ritiro dalle elezioni, considerate illegali, di fronte al Tribunale Supremo Elettorale (TSE).
Il Fronte Nazionale contro il golpe ha anche invitato la resistenza a concentrarsi oggi, di fronte al TSE per confermare il disconoscimento attivo del processo elettorale, visto come un farsa dei golpisti.
In un comunicato, Zelaya ha avvertito che la realizzazione dei comizi sotto le condizioni del regime de facto imposto dai militari è “un’aberrazione giuridica, una burla, un inganno al popolo”.
In questo momento in Honduras – ha sottolineato – siamo in uno stato de facto, non c’è una Costituzione né poteri costituiti, che sono stati distrutti con la forza dal golpe del 28 giugno del 2009.
I comizi “non potranno risolvere tale problema fondamentale, perché il loro risultato sarà al margine dei valori propri della concezione più elementare della formazione dello stato di diritto”, ha aggiunto.
Con la rottura della Costituzione i poteri costituiti spariscono e sono soppiantati da poteri de facto, continua Zelaya, in un comunicato inviato a Prensa Latina.
Tutto ciò considerato, è urgente presentare soluzioni legali a questa crisi, posticipare le elezioni deve essere una condizione che permetta la loro legittimazione, per la restituzione dello stato di diritto” ha assicurato.
Di maniera contraria, ha avvertito, “dovranno irrimediabilmente essere ripetute fino a che non sarà restaurata la volontà del popolo sovrano”.
In un comunicato precedente, lo statista aveva ratificato la sua decisione di impugnare legalmente il risultato della votazione del 29, esortando la popolazione a proseguire la resistenza pacifica fino alla restaurazione della democrazia.
Zelaya, la notte scorsa, ha anche qualificato come uno sporco trucco per ingannare la società, l’annuncio del capo del regime de facto, Roberto Micheletti, di assentarsi temporaneamente dall’incarico per una settimana, fino al 2 dicembre.
Nel frattempo, è stato reso noto che i candidati che ritireranno la propria iscrizione depositata al TSE, appartengono ,per la maggior parte, al settore antigolpista del Partito Liberale.
Fonti della resistenza hanno anticipato che si aspettano più rinunce la prossima settimana, visto che il partito d’opposizione, il Partito Unificazione Democratica, ha in programma per domani un’assemblea per analizzare la partecipazione alle elezioni.
I primi ad abbandonare erano stati, due settimane fa, i membri della candidatura dell’aspirante presidente indipendente Carlos Humberto Reyes, uno dei leader del Fronte Nazionale.
18 novembre '09 - Raimundo López www.granma.cu (PL)
Saranno senza restituzione della
democrazia le elezioni in
Honduras Le elezioni del prossimo 29 in Honduras si realizzeranno senza la restituzione della democrazia e sotto le condizioni del colpo di stato militare, indicano le ultime decisioni del regime de facto.
La restaurazione dell’ordine costituzionale e del presidente legittimo Manuel Zelaya, è un’esigenza di ampi settori sociali e politici del paese, per riconoscere i risultati della votazione.
Simile posizione mantiene la maggioranza dei governi del mondo, anche se da questo bisogno si sono auto esclusi gli Stati Uniti due settimane fa.
Tuttavia, il congresso di Honduras è stato convocato per dibattere la restituzione, o meno, del presidente Zelaya, il 2 dicembre, ha annunciato il suo presidente, José Alfredo Saavedra.
La sessione avrà luogo tre giorni dopo le elezioni.
Il dibattito nel congresso sulla restituzione dello statista, rovesciato dai militari il 28 giugno scorso, è uno dei punti dell’accordo sottoscritto il 30 ottobre per cercare di risolvere la crisi.
Il patto è stato dichiarato lettera morta da Zelaya, dopo la denuncia di varie violazione del capo del regime de facto Micheletti.
La giunta direttiva del congresso ha deciso, al principio del mese, di iniziare un lungo processo di consulte con altri organismi dello stato per stabilire una data per il dibattito.
Il giorno del golpe la maggior parte dei deputati ha destituito Zelaya usando una sua presunta lettera di dimissioni, che il presidente dichiarò essere falsa, e ha nominato Micheletti, allora presidente del congresso.
In tanto il Fronte Nazionale contro il golpe in Honduras ha ratificato la sua decisione di non riconoscere i risultati delle elezioni, considerate una farsa per cercare di legittimare la rottura dell’ordine costituzionale.
Per simili ragioni, Zelaya ha annunciato la scorsa domenica che impugnerà le elezioni, che considera illegittime e fraudolenti.
Il coordinatore generale del Fronte, Juand Barahona, ha affermato che i membri della resistenza non andranno alle urne per non appoggiare la frode preparata dai militari, o partiti tradizionali e gli impresari.
Abbiamo sempre votato per i candidati che ci mentono di più, ma oggi la situazione è cambiata e non siamo disposti a continuare ad essere utilizzati dai politici, ha detto in una manifestazione di fronte al congresso.
Ha anche aggiunto che la mobilizzazione popolare continuerà a domandare la restituzione della legalità democratica, del presidente Zelaya e la convocazione di un’assemblea nazionale costituente.
Continueremo a lottare fino ad ottenere una patria nuova e degna, attraverso cambi strutturali a favore del popolo, ha sottolineato.
17 novembre '09 - www.comedonchisciotte.org
LA VITTORIA
DELLO "SMART POWER"
Henry Kissinger ha detto che la democrazia è "l'arte di frenare il
potere". In tutta evidenza, l'ideologo più influente sulla politica estera
degli Stati Uniti del XX secolo faceva riferimento alla necessità di
"frenare il potere" degli altri stati e governi allo scopo di mantenere la
dominazione globale degli Stati Uniti. Presidenti quali George W. Bush hanno
fatto ricorso allo "Hard Power" per raggiungere i propri obiettivi: armi,
bombe, minacce e invasioni militari. Altri, come Bill Clinton, hanno fatto
ricorso al "Soft Power": guerra culturale, Hollywood, ideali, diplomazia,
autorità morale e campagne per "vincere i cuori e gli spiriti" degli
abitanti dei paesi nemici. L'amministrazione Obama ha scelto una variante di
questi due concetti fondendo insieme la potenza militare con la diplomazia,
l'influenza politica ed economica con una penetrazione culturale e manovre
giuridiche. Chiamano ciò "Smart Power". Applicato per la prima volta con il
colpo di stato in Honduras, si può dire che, finora, ha funzionato a
meraviglia.
Eva Gollinger;titolo originale: “Honduras:
la victoire du Smart Power”
13 novembre '09 - www.granma.cu (PL)
Annunciano in Honduras un
ritiro
Centodieci candidati a sindaco, e 55 a deputato rinunceranno a partecipare alle elezioni del 29 prossimo in Honduras, come protesta contro il colpo militare, ha annunciato uno degli stessi rinuncianti, reso noto da Prensa Latina.
Alfredo Montalbán, ex candidato a deputato, ha spiegato a Radio Globo che la decisione è stata presa alcuni giorni fa dalle forze che si oppongono al colpo di Stato del 28 giugno. Il primo a presentare il suo ritiro è stato l’aspirante a presidente, l’indipendente Carlos H. Reyes, che ha denunciato che si sta effettuando una farsa elettorale per legittimare i golpisti.
Montalbán ha detto che i politici che partecipano alle azioni di resistenza per rendere il potere al presidente legittimo, Manuel Zelaya, rinunceranno alle loro candidature.
“Il voto è il potere del popolo e se andiamo a votare il 29 voteremo a favore del colpo di Stato, della repressione e della dittatura”. ha detto in un discorso il coordinatore generale del Fronte, Juan Barahona, leader del Fronte Nazionale contro il Colpo che ha sottolineato che il popolo continuerà la lotta per ottenere il ritorno di Zelaya e dell’ordine costituzionale e per un’Assemblea Nazionale costituente.
12 novembre '09 - www.granma.cu
Senza risultato la missione dell’inviato degli USA
Il vice segretario aggiunto per l’emisfero occidentale degli Stati Uniti, Craig Kelly, ha concluso la sua missione di due giorni in Honduras senza ottenere passi avanti nella soluzione della crisi politica.
Il Dipartimento di Stato ha reso noto, anticipando, che la vista di Kelly aveva il proposito di dipanare il nodo dell’applicazione degli accordi firmati lo scorso 30 ottobre dai rappresentanti delle parti in conflitto.
In una dichiarazione prima di ritornare a Washington, Kelly si è limitato ad insistere nella tesi nordamericana, condivisa dai golpisti, di privilegiare le elezioni il prossimo 29 novembre, come la miglior alternativa per realizzare un’uscita dalla crisi.
Le elezioni sono fortemente criticate dai partiti e dalle forze sociali contro il colpo di Stato, che le denunciano come un tentativo di legittimare la rottura dell’ordine costituzionale, provocata dai militari lo scorso 28 giugno.
Kelly si è riunito anche con il presidente costituzionale, Manuel Zelaya, e con il capo del regime fascista, Roberto Micheletti, ma non ha reso noti rapporti sui risultati degli incontri.
Il punto principale dell’accordo è la restituzione del potere a Zelaya che si mantiene impantanata nel Congresso Naaionale che ha iniziato un prolungato processo di consultazioni prima di convocare i deputati per parlare del tema.
Dopo il sequestro di Zelaya da parte di militari incappucciati, il 28 giugno, la maggioranza dei legislatori ha destituito in una rapida sessione lo statista, avallando una falsa lettera di rinuncia, smentita da Zelaya, ed ha poi designato Micheletti
Assassinano il fratello dell’ex presidente honduregno Rafael Callejas
Il fratello dell’ex presidente di Honduras Rafael Callejas è stato assassinato martedì 10 in una strada di Tegucigalpa, mentre il paese soffre un’ondata di violenza nel mezzo della crisi scatenata dal Colpo di Stato che ha rovesciato il presidente Manuel Zelaya.
L’imprenditore José Eduardo Callejas è stato freddato da due uomini che gli hanno sparato alla testa mentre stava guidando un camioncino in un quartiere periferico della capitale. Non è chiaro il motivo del crimine, ha rivelato una fonte della polizia.
“Lo hanno ucciso dei sicari, gli hanno sparato alla testa”, ha detto a Reuters la fonte.
Il fratello del defunto uomo, l’ex
presidente Callejas (1990-1994), aveva appoggiato il golpe che il 28 giugno
ha tolto dal potere Zelaya ed imposto un Governo de facto.
12 novembre '09 - J.G.Allard www.granma.cubaweb.cu Il traduttore si scusa per gli errori
La dittatura recluta come "osservatori"
estremisti di destra
Per mascherare la nullità delle elezioni il
29 novembre, il regime usurpatore di Roberto Micheletti sta reclutando in
tutto il mondo, attraverso un'associazione di imprenditori golpisti,
"osservatori" provenienti da organizzazioni dell'estrema destra. 10 novembre '09 - www.granma.cu (RHC)
Zelaya deve ritornare al potere!
I paesi che formano l’Unione delle Nazioni Sudamericane, il Gruppo di Río e la Conferenza dell’America Latina e dei Caraibi, hanno reclamato la restituzione immediata del potere al presidente costituzionale dell’Honduras, Manuel Zelaya.
Il Ministero degli Esteri dell’Ecuador ha sottolineato in un comunicato la condanna dei ministri della regione al fatto che il regime usurpatore, a Tegucigalpa, pretenda unilateralmente di costituire un governo d’unità e di riconciliazione nazionale.
I tre blocchi regionali esigono il rispetto dei diritti umani del popolo hondureño ed hanno emesso un richiamo per far interrompere l’assedio attorno all’ambasciata del Brasile nella nazione centroamericana.
Il candidato presidenziale indipendente Carlos Reyes si è ritirato dalle elezioni politiche, perchè non desidera legittimare l’abbattimento del primo presidente costituzionale, mentre è sempre in bilico l’accordo per risolvere la crisi.
Zelaya aveva assicurato che i golpisti pretendono di sostituire il capoccia attuale, Roberto Micheletti, con un altro come lui, che permetta di legittimare le elezioni di domenica 29 novembre.
I membri della Resistenza Popolare del paese, integrata dalle organizzazioni sociali, sindacali e politiche, hanno incitato i loro seguaci a non partecipare ai comizi elettorali, considerando che in questi sarà difficile evitare una truffa.
Barahona ha detto che spera che i partiti Unificación Democrática, Innovación y Unidad ed il Liberale si ritirino anche loro dal processo elettorale, così come ha fatto il candidato indipendente di sinistra, Carlos Reyes, che ha comunicato che si rivolgerà al Tribunal Supremo Elettorale per formalizzare il suo ritiro dalle elezioni, di fronte alla mancanza di legittimità di un processo che si svolge con un colpo di Stato in atto.
Inoltre ha sottolineato che partecipare alle elezioni sarebbe legittimare i golpisti che sino ad oggi non hanno restituito l’ordine costituzionale al paese e nemmeno il legittimo potere al presidente legittimo, Manuel Zelaya.
6 novembre '09 - www.granma.cu
Si dimettono tutti i
ministri
I ministri del governo golpista di Roberto Micheletti hanno dato le dimissioni in blocco, giovedì 5, per dare spazio al governo “d’unità e integrazione in Honduras”, anche se il presidente legittimo non firmerà l’accordo se prima non gli ridaranno il legittimo potere nel Congresso.
Durante la riunione del Consiglio dei ministri, tutti si sono dimessi per appoggiare il compimento dell’Accordo Tegucigalpa/San José.
Micheletti ha chiesto ai membri del suo gabinetto usurpatore di dimettersi, per formare il “governo d’unità e integrazione” previsto nell’accordo firmato dalle due parti il 30 ottobre.
Il periodo previsto per formare il Governo di Unità Nazionale è già scaduto. L’accordo prevede che sia il Congresso a stabilire la decisione di reintegrare il presidente legittimo,Manuel Zelaya, deposto con la forza, ma sino ad ora non ha fissato una data per stabilire la restituzione dell’incarico a Zelaya.
Senza orizzonte l’accordo
per
A poche ore dalla scadenza del periodo stabilito, nessun indizio rivela che i golpisti in Honduras rispetteranno l’accordo di rendere al presidente Manuel Zelaya il suo posto legittimo e formare un governo di unità nazionale.
Zelaya, esiliato a forza da quattro mesi, sostiene che non esiste volontà di compiere l’accordo se si valuta il comportamento del regime fascista guidato da Roberto Micheletti.
La cupola del Congreso continua a non voler convocare i deputati per esaminare l’accordo di Tegucigalpa-San José, in cui è stato fissato l’impegno di riportare la titolarità del potere esecutivo allo stato precedente il 28 giugno sino alla collusione dell’attuale periodo governativo, nel gennaio del 2010.
Zelaya, che resta nell’ambasciata del Brasile della capitale, ha comunicato in un’intervista telefonica che: “Non vediamo all’orizzonte alcun indizio di lavoro per rispettare l’accordo, a poche ore dalla scadenza del tempo previsto”. “Mancano poche ore e alla mezzanotte di oggi, giovedì 5, scade il termine per formare e installare il governo di unità e riconciliazione nazionale previsto nel patto firmato lo scorso 30 ottobre”, ha ricordato il presidente costituzionale.
“Il Congresso non si è riunito e non vediamo interesse a farlo”, ha detto ancora Manuel Zelaya, le cui valutazioni coincidono con quelle del Fronte Nazionale di Resistenza contro il colpo di Stato.
Le organizzazioni vincolate al Fronte hanno condannato il legislativo identificato come un’istituzione coinvolta nel gollismo, contro la volontà democratica della popolazione di questo territorio centroamericano.
Se non restituiranno il suo posto, alla mezzanotte di oggi giovedì 5, al presidente Zelaya, il Fronte non riconoscerà più il processo elettorale del prossimo 29 novembre e nemmeno i suoi risultati, dice un comunicato.
Il testo della Resistenza risponde alla volontà degli honduregni che da 131 giorni consecutivi lottano contro gli usurpatori, ricorda il messaggio, che esorta a non riconoscere la farsa elettorale.
Il movimento popolare ha fatto lo stesso richiamo alla comunità internazionale, perchè si mantenga la posizione di illegittimità del regime usurpatore e delle elezioni farsa del 29 novembre.
6 novembre '09 Ida Garberi responsabile della pagina web di Prensa Latina in italiano (PL)
Mel resisti, che il popolo sta con te
“La storia ci ha indicato che il cammino
della conquista non è mai lineare, però un popolo unito che prende il
destino nelle sue stesse mani vincerà, senza dubbio, tutte le difficoltà,
creando continuamente delle grande epopee storiche”
Hu Jintao
Il 28 giugno 2009 è successo quello che
purtroppo in molti pensavano potesse accadere in qualsiasi paese
progressista di America Latina: in Honduras un golpe di stato di
imprenditori fascisti e di dirigenti militari venduti al vil denaro,
irrispettosi della Costituzione a cui avevano giurato fedeltà, ha
sequestrato il presidente democraticamente eletto dal popolo, Manuel Zelaya
Rosales, portandolo, dalla base USA di Palmarola in Honduras a San Josè di
Costa Rica.
“Invasori riempirono la tua dimora, e di hanno
distrutto come frutta morta ed altri hanno marcato la tua schiena con i
denti di una stirpe sanguinaria ed altri hanno saccheggiato i tuoi porti
caricando il sangue sopra il tuo dolore. è ieri, oggi o domani? Tu lo sai.
Fratelli, è già l’alba. E Morazan veglia su di noi”.
Preoccupante dilazione nel caso honduregno
Mentre gli Stati Uniti chiedono pazienza, il Venezuela, l’Ecuador, la Bolivia, il Nicaragua ed il Brasile hanno ieri espresso concerno per la dilazione che si sta producendo nella soluzione del conflitto honduregno.
Efa ha riportato che in una sessione del Consiglio Permanente dell’Organizzazione degli Stati Americani (OEA), l’ambasciatore venezuelano Roy Chaderton, ha criticato i festeggiamenti di alcuni per l’Accordo Tegucicalpa-San José, quando in realtà, si disconosce ciò che realmente succede in Honduras.
Il diplomatico, che ha ricevuto l’appoggio del Nicaragua, si è riferito alla decisione della giunta direttiva del Congresso honduregno di sollecitare alla Procura e alla Corte Suprema di Giustizia la propria opinione circa la restituzione del presidente Manuel Zelaya, senza aver ancora convocato la seduta plenaria per votare su questo punto cruciale dell’accordo.
Da parte sua, il Presidente deposto Manuel Zelaya, citato da AFP, ha chiesto agi Stati Uniti di chiarire se riconosceranno i comizi del 29 novembre anche se lui non sarà ancora stato reinstallato.
Zelaya, in una lettera alla Segretaria di Stato statunitense Hillary Clinton, ha chiesto di chiarire se la posizione di Washington rispetto all’accordo firmato il passato venerdì, sia cambiata, e reclama che definisca al popolo honduregno se la posizione degli Stati Uniti di condanna al golpe si sia modificata.
Il menzionato accordo lascia al Congresso la potestà di restituire Zelaya, ma non precisa quando, e neppure che succederebbe se la maggioranza dei 128 deputati dovesse decidere per il suo non ritorno al potere, del quale è stato spodestato, ad opera dei militari, il 28 giugno, con l’approvazione quasi unanime del legislativo.
Prima di sottomettere a votazione il ritorno di Zelaya, il Congresso aspetterà il parere della Corte Suprema di Giustizia e di altre tre istituzioni, per le quali non c’è termine, perciò risulta evidente il tentativo di ritardare la soluzione ed il ritorno del Capo di Stato costituzionale. Zelaya vorrebbe ritornare entro il 29 novembre, data dei comizi presidenziali per legittimare il processo. Se non avverrà, due dei se candidati ed il movimento di Resistenza contro il golpe hanno promesso di boicottare l’evento.
3 novembre '09 - J.G.Allard www.granma.cubaweb.cu Il traduttore si scusa per gli errori
Il defunto agente della CIA Philip Agee,
che dopo le sue
dimissioni dall'Agenzia si é dedicato ad identificare e denunciare i suoi
crimini,lo avrebbe diagnosticato da tempo. Roberto Micheletti, l'attuale
capo della giunta militar-affaristica a Tegucigalpa, ha tutte le
caratteristiche dell' agente di intellicence yankee reclutato, in un dato
momento, da qualche funzionario di Langley, assegnato all'Ambasciata USA in
Honduras.
Lo stesso Ford, che mesi prima aveva
proposto,grossolanamente, al nuovo Presidente del paese, Manuel Zelaya, di
ospitare il terrorista internazionale Luis
Posada Carriles.
Quando in questo stesso periodo, l'allora
Sottosegretario di Stato USA, l'agente della CIA travestito da diplomatico,
John Negroponte, visitò l'Honduras, ebbe una particolare attenzione per
Micheletti.
Ma sì si conosceva che Negroponte -
l'agente CIA fondatore del sanguinario Battaglione 316 - dopo tenne
conciliaboli con la presidente della Corte Suprema di giustizia, Vilma
Morales, eminente complice di Micheletti, con gli ex presidenti Ricardo
Maduro e Carlos Flores, golpisti di prim'ordine, e il patetico Commissario
dei "Diritti Umani", Ramón Custodio.
Sarà Micheletti un prodotto della macchina
diabolica, il cui funzionamento tanto dettagliatamente é stato descritto da
Philip Agee? |
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