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Obama e la sovversione a Cuba
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24 marzo 2010 - da La Jornada
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Quando in febbraio l’amministrazione Obama-Clinton ha inviato al Congresso il progetto di bilancio per l'anno fiscale 2011, la parte del Dipartimento di Stato destinata a finanziare la destabilizzazione a Cuba ha sofferto una lieve diminuzione rispetto alle cifre degli anni precedenti.
I quasi 20 milioni di dollari stanziati per promuovere la democrazia sull'isola risultano solo il 4,39% dei 456 che gli USA utilizzeranno per promuovere operazioni sotto copertura e puntellare l'egemonia dell'impero in America Latina.
Benché i fondi non includono altre fonti di finanziamento come quelle che in modo mascherato sono utilizzate da altre agenzie federali, come la CIA e le sue società fantasma, la notizia ha agitato la gusanera (il verminaio ndt) che vive dell’industria della controrivoluzione e il gruppo di congressisti cubano - statunitensi che serve ai loro interessi mafiosi. In particolare, il senatore democratico del New Jerey, Robert Menendez e i rappresentanti repubblicani Lincoln Diaz-Balart e Mario Díaz Balart e Ileana Ros Lehtinen (la lupa feroce), tutti con una lunga scia di corruzione alle spalle e coinvolti nel colpo di stato civile-militare in Honduras, come parte di una rete di estrema destra guidata, dal seminterrato della Casa Bianca, dai vecchi falchi Otto Reich, Roger Noriega e John Dimitri Negroponte, attualmente consigliere di Hillary Clinton al Dipartimento di Stato.
Nonostante l'interesse della Casa Bianca di non apparire legata ai golpisti, e in momenti in cui settori ultraconservatori si rafforzano contro la debole e sinuosa amministrazione Obama-Clinton, emergono sempre più dati sul ruolo di legittimazione che giocarono, gruppi della controrivoluzione cubane di Miami, per sostenere finanziariamente il Presidente ad interim Roberto Micheletti e dopo porre sul trono Porfirio Lobo in elezioni sotto stato d’assedio.
In questa congiuntura, i congressisti Ileana Ros, Bob Menendez e Lincoln Diaz Balart lavorarono molto duramente perché settori del Campidoglio ricevessero inviati dei golpisti e dessero il loro riconoscimento. Di fatto, a Miami fu creato un cosiddetto Comitato di Appoggio alla Democrazia in Honduras, che servì da schermo per coprire i fondi USA utilizzati per blindare la campagna di Porfirio Lobo e perché un gruppo di controrivoluzionari anticubani viaggiasse in Honduras come osservatori dell'elezione.
Secondo quanto denunciato a suo tempo dal The New York Time la campagna di lobbying a Washington a favore del governo de facto é costata circa 400mila dollari in spese di pubbliche relazioni, e si pensa che prima delle elezioni siano stati inviati a Porfirio Lobo circa 100mila dollari apportati da Bob Menendez, uno dei fedeli rappresentanti della mafia cubano-statunitense in Campidoglio, che è appena stato trovato con le mani in pasta, al rivelarsi che lo scorso luglio intervenne presso la Federal Reserve Bank in favore di una istituzione bancaria sull'orlo del fallimento, i cui dirigenti hanno contribuito ai fondi della sua campagna per il Senato.
Secondo The Wall Street Journal, Menendez ha fatto pressioni sul presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, perché approvasse la vendita di First American Bank a JJR Bank Holding Co de Brick, New Jersey. Bernanke non ha seguito la raccomandazione e la banca é fallita.
Ex sindaco mafioso di Union City, dal 1986 fino alla sua elezione a senatore nel 1992, Menendez ha convertito questa città in un paradiso del gioco illegale, estorsione, frode e prostituzione. Nello scorso ottobre, furioso per il concerto di Juanes a L'Avana, ha tentato di usare come ostaggio la riforma sanitaria di Obama per ricattare politicamente il Presidente.
Secondo un rapporto di Public Campaign - organizzazione che cerca di ridurre i gruppi di interesse nella politica statunitense - come presidente del U.S. Cuba Democracy Public Action Committee (PAC), un gruppo di lobby anticubano, Menendez è stato uno dei legislatori che ha ricevuto più donazioni. La ricerca rivela che il maggiore beneficiario dei fondi dei ricchi clan famigliari di cubani-statunitensi della Florida - che aspirano a trasformare l'Honduras in una enclave per sabotare i processi di Venezuela, Cuba e Nicaragua e degli altri paesi dell’Alleanza Alternativa Bolivariana (ALBA ) - è stato il rappresentante repubblicano Lincoln Diaz Balart, che dal 2004 ha ricevuto più di 366mila dollari. Altri tre grandi beneficiari del denaro dei donanti della linea dura sono stati suo fratello Mario, Ileana Ros e John McCain, candidato repubblicano alla presidenza nel 2008.
Tormentato dai debiti e con seri problemi economici, Lincoln Diaz Balart, su cui pesano gravi accuse di corruzione legate alle imprese Locust USA, Mark Two Engineering, Hanger Orthopedic Group, Bacardi ha annunciato, lo scorso febbraio, che abbandonerà, nel gennaio 2011, il suo posto nella camera bassa del Congresso per dedicarsi ad affari privati.
Figlio dell'ex vice ministro degli interni della dittatura di Fulgencio Batista, il cucciolo Diaz Balart ha espresso l'intenzione di sfruttare il suo pedigree messianico, il capitale simbolico e il passato terrorista della organizzazione controrivoluzionaria La Rosa Bianca, fondata da suo padre, di fronte ad una ipotetica Cuba post-Castro. La sua messa in scena mostra la sua aspirazione a diventare l’ Hamid Karzai (l’obbediente e corrotto presidente afgano) di Cuba, di fronte ad un possibile cambio di sistema, di fattura statunitense, sull'isola.
Come conclusione va rilevato che uno degli impegni assunti da Porfirio Lobo, con la mafia cubano-statunitense ed i suoi congressisti associati è stata l’uscita dell'Honduras dall’ALBA e da Petrocaribe, in collusione con l'avvocato di Bill Clinton e intimo amico di Hillary, Lanny Davis, il lobbista che ha ottenuto riciclare l'attuale governo de facto.
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