Discorso pronunciato dal Presidente della Repubblica di Cuba Fidel Castro Ruz, nell’atto centrale per il 52º Anniversario dell’attacco alle caserme Moncada e “Carlos Manuel de Céspedes”
Teatro “Carlos Marx”, 26 luglio 2005 |
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Cari cittadini della capitale, che con abnegato e tenace sforzo e in dura competizione con i cittadini di Matanzas, Cienfuegos, Camaguey e Granma avete conquistato la sede di quest’atto centrale per il 26 luglio: mi congratulo con tutti. |
Combattenti di ieri e d’oggi;
Distinti invitati;
Cari compatrioti,
Ringrazio il nostro eroico e generoso popolo per il privilegio di commemorare l’anniversario dell’attacco alla caserma Moncada e alla caserma ¨Carlos Manuel de Céspedes¨ tanto tempo dopo quei fatti. Forse non c’è nessuno che abbia avuto mai un onore così grande. Sarebbe imperdonabile ignorare che oltre il 70% dei cubani che oggi sostengono la Rivoluzione non era ancora nato allora. Loro hanno preso le bandiere innalzate da coloro che offrirono la propria vita in quella azione, e penso che non le abbasseranno mai. Oso ringraziarlo nel mio nome e in nome di tutti i caduti, perché porto sulla coscienza l’enorme peso di averli persuasi a realizzare un’azione tanto audace senza che il destino mi abbia impedito di percorrere un così lungo tragitto di lotta rivoluzionaria fino a questo emotivo istante, 52 anni dopo.
La Rivoluzione affronta oggi un momento degno di quella memorabile data.
I mesi che precedettero il 52º anniversario dell’inizio della nostra lotta armata per la definitiva indipendenza di Cuba, sono stati caratterizzati da una speciale aggressività da parte dell’amministrazione Bush contro Cuba. L’estrema destra nazi-fascista che si è impadronita della direzione dell’impero non ha smesso di rimuginare il proprio odio impotente contro la nostra Patria. Si deve ricordare il 20 maggio 2002 quando con inaudita insolenza, in riunione con la mafia terrorista di Miami, Bush esigette a Cuba una nuova Costituzione in cui si rinunciasse al carattere socialista della Rivoluzione. Tra i presenti in quel atto c’era l’amico del cuore della dinastia familiare dei Bush, Orlando Bosch Avila, principale responsabile della distruzione in volo dell’aereo cubano, i cui passeggeri morirono tutti, pochi minuti dopo il decollo dell’aereo a Barbados.
La risposta di Cuba all’esigenza imperiale non fu altra che le enormi manifestazioni di masse lungo tutta l’isola, in appoggio al progetto di modifica costituzionale, approvato per il voto unanime dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare il 26 giugno 2002, che stabiliva l’irrevocabilità del carattere socialista e del sistema politico e sociale contenuti nella Costituzione.
Era già stato commesso l’atroce attentato contro le Torri Gemelle di New York, l’11 settembre 2001.
Sotto la continua pressione di quella mafia che gli aveva propiziato la presidenza mediante scandalosa frode, il signor Bush e il suo staff, durante oltre quattro anni, non hanno smesso nemmeno per un attimo di applicare crudeli provvedimenti, pieni d’odio, per destabilizzare, colpire e cercare di spazzare via dalla faccia della Terra l’indipendenza di Cuba e il diritto del popolo cubano a un sistema politico ed economico veramente giusto e umano.
Grottesche risoluzioni sono state applicate per inasprire il blocco e asfissiare l’economia del paese. A centinaia di migliaia di cubani residenti negli Stati Uniti è stato vietato di visitare i loro familiari a Cuba, autorizzando soltanto alcuni a farlo una volta ogni tre anni; l’aiuto familiare è stato quasi azzerato; sono stati inadempiuti gli accordi relativi all’emigrazione illegale; sono state rifiutate proposte di cooperazione in temi di vitale importanza quali la lotta contro il traffico di droghe e di persone e per ostacolare e impedire azioni terroriste; si moltiplicarono le menzogne e calunnie; Cuba veniva definita come paese terrorista; s’inventavano assurde menzogne sulla fabbricazione di armi biologiche, su ipotetici piani di guerra elettronica diretti a interferire le comunicazioni del governo degli Stati Uniti e altre simili, allo scopo di trovare pretesti per un’aggressione che sarebbe diventata un genocidio contro il nostro popolo, così come l’hanno fatto nell’Iraq.
Si conosce che lo staff di Bush ha creato un ampio comitato per pianificare ogni dettaglio della cosiddetta “transizione” a Cuba, che ha elaborato un macabro progetto che comprende, tra altre cose, l’applicazione di piani di vaccinazione e campagne d’alfabetizzazione, sebbene tutti sappiano che i programmi di salute e istruzione a Cuba superano di molto quelli degli Stati Uniti e anche quelli di qualunque altro paese al mondo.
Non posso tralasciare questi fatti che costituiscono appena un piccolo campione dell’insieme di aggressioni dei governi degli Stati Uniti contro Cuba, tra i quali l’amministrazione Bush rappresenta il più ripugnante e sinistro odio contro un popolo degno ed eroico che non si piega e non può essere intimidito dalle minacce e dalle aggressioni del potente imperio.
Una delle più ciniche misure di Bush è stata quella di utilizzare la Base navale di Guantánamo, che occupa illegalmente contro la volontà del nostro popolo, per creare lì un campo di concentramento dove sono rinchiuse persone sequestrate in qualunque parte del mondo senza processo né tramite legale alcuno. Per colmo, la suddetta prigione è diventata un centro sperimentale di torture come quelle usate nella prigione di Abu Ghraib in Iraq.
Un articolo del giornale The New York Times del 17 ottobre 2004 ha riconosciuto che gli abusi a prigionieri nella Base Navale di Guantánamo sono “generalizzati e non si limitano a casi isolati come sostengono le versioni ufficiali”. Citando militari, agenti segreti e altri funzionari, il giornale descrive una “serie di procedimenti molto abusivi realizzati durante un lungo periodo di tempo. Il mondo si è preoccupato ed scandalizzato, quando ha conosciuto questi incredibili fatti.
Il senatore democratico Joseph Biden, della Commissione di Affari Esteri, ha detto che la Base Navale di Guantánamo “ si è trasformato nel maggiore strumento di propaganda per reclutare terroristi in tutto il mondo”. L’ex presidente James Carter ha esortato il governo di Bush a chiuderla, perché le denunce di torture svolte lì “sono una terribile vergogna e una macchia nella reputazione degli statunitensi.
Il giornale britannico The Guardian, il 13 settembre 2004 ha svelato che “i più alti livelli dell’amministrazione di George W. Bush furono informati sui maltrattamenti e possibili crimini di guerra nella Base in autunno del 2002”, secondo una ricerca del veterano giornalista Seymur Hersh contenuta nel suo libro “Catena di comando”.
Una congressista statunitense d’origine cubano, nota nel nostro paese come la Lupa Feroce, amica e difensora di Posada Carriles, durante una visita al citato centro di tortura dichiarò alla stampa che “voleva che il popolo cubano avesse i diritti di cui usufruiscono i detenuti a Guantánamo”.
Un’altra delle ciniche azioni del signor Bush sono state le continue e crescenti aggressioni radiali e televisive contro il nostro popolo, che trasgrediscono le più elementari norme relative all’uso dello spazio radio-elettronico e del diritto internazionale.
In quella pazzesca e fallita avventura, il governo degli Stati Uniti ha speso inutilmente enormi somme di denaro.
A parte delle azioni dall’estero, Bush e la sua mafia hanno speso oltre cento milioni di dollari nella promozione della sovversione e della destabilizzazione all’interno di Cuba. A tale scopo ha utilizzato, più di qualsiasi altra amministrazione statunitense, l’Ufficio di Interessi degli Stati Uniti a Cuba. Ci sono stati periodi, alcuni anni addietro, in cui il compito sovversivo di spionaggio si realizzava con determinata discrezione. Nella tappa veramente gangsterile di Bush figlio, tutte le norme sono state spazzate via. Grotteschi personaggi come James Cason, seguendo istruzioni di Otto Reich, Roger Noriega e altri funzionari senza scrupoli, hanno sorpassato i limiti della più elementare decenza, e hanno portato a termine insolite provocazioni dentro il nostro paese. I capi dell’Ufficio di Interessi hanno assunto direttamente la direzione dei gruppi mercenari a cui, per diverse vie e pretesti, forniscono elevate somme di valuta convertibile per l’uso personale, le quali in un paese come Cuba dove i servizi vitali come la sanità e l’istruzione sono assolutamente gratuiti, e altri come l’abitazione, le attività di ricreazione, i medicamenti e una parte importante degli alimenti si acquistano in pesos cubani a prezzi quasi simbolici, consentono loro livelli di vita materiale molto al di sopra di quello dei cittadini che ricevono i salari e le pensioni in pesos cubani.
In nessun altro paese del mondo un mercenario dell’impero vanta i privilegi che ha a Cuba. Nessuno di loro lavora né presta un servizio utile alla società. Gli uffici e le residenze della Sezione di Interessi degli Stati Uniti, protetti dall’immunità diplomatica, sono diventati locali di riunione per organizzare provocazioni, facilitare le comunicazioni e dirigere apertamente i mercenari all’interno del territorio cubano. Niente di ciò è dissimulato. Le valige diplomatiche dell’Ufficio di Interessi si utilizzano in modo sfacciato per introdurre di contrabbando computer, mezzi di comunicazione, materiali stampati, libelli e qualunque tipo di oggetti e beni da fornire ai suoi assoldati. Forse nessun altro governo abbia mai oltraggiato e abusato tanto delle franchigie e immunità diplomatiche quanto il governo degli Stati Uniti per scrivere cartelli e poster offensivi contro il nostro paese.
Quando non vogliono realizzare queste attività in modo diretto per qualche motivo, utilizzano i propri lacché cechi o altri simili affinché siano loro a eseguire azioni così grossolane.
La sede cubana a Washington o i nostri funzionari non hanno mai utilizzato l’immunità diplomatica per azioni tanto illegali e ripugnati.
In giorni recenti, mentre il nostro popolo lavorava senza sosta per riprendersi dalla distruzione cagionata dall’uragano Dennis, con decine di migliaia di abitazioni distrutte, semidistrutte, interruzioni nelle reti di trasmissione e distribuzione elettrica, danni d’importanza nell’agricoltura e in altri rami dell’economia, il governo statunitense rafforzava la sua aggressione radio-elettronica e sovversiva contro Cuba, moltiplicando la frequenza dei voli di provocazione e illegali dell’aereo EC-130J che trasmette al nostro paese i segnali della radio e televisione anticubane.
La prima trasmissione con un aereo delle Forze Armate degli Stati Uniti accadde il 20 maggio 2003, data segnata nella storia dall’ingerenza imperiale a Cuba. Dopo l’approvazione dell’infame “Piano di Transizione”, in cui si destinava una somma milionaria alle trasmissioni della radio e la televisione contro Cuba, il governo degli Stati Uniti ha cominciato, sin da agosto del 2004, a realizzare emissioni di quattro ore, i fine settimana, dall’aereo militare, interferendo le nostre trasmissioni televisive, trasgredendo in modo grossolano le norme internazionali per le telecomunicazioni, trasformandosi in un pericoloso elemento di provocazione per il carattere militare dell’aereo utilizzato che, infatti, ha partecipato alle azioni di guerra statunitensi nel Vietnam, in Afghanistan e nell’Iraq.
Meno di tre settimane fa, lo scorso 13 luglio, a cinque giorni dal passaggio dell’uragano dal sud, centro e occidente del paese, con enorme potere distruttore, la Forza Aerea degli Stati Uniti ha trasferito alla stazione aeronavale di Key West, nella Florida, due aerei Aerei EC-130J del 193º Stormo delle Operazioni Speciali della Pennsylvania. Uno di questi aerei volò, consecutivamente i giorni venerdì 15 luglio, sabato 16, lunedì 18, mercoledì 20, venerdì 22 e sabato 23 luglio, in una provocatoria ed aggressiva escalation, trasmettendo trasmissioni controrivoluzionarie.
Erano trascorsi solo 6 giorni dal passaggio dell’uragano e si stavano raccogliendo ancora i dati dei disastrosi effetti. In questo modo, in meno di un anno sono state eseguite 46 trasmissioni da un aereo militare insieme a quelle effettuate giornalmente da un pallone aerostatico, attraverso nove canali. Le stesse, insieme alle trasmissioni di altre stazioni controrivoluzionarie, totalizzano 2.425 ore e 45 minuti settimanali di radio e televisione contro Cuba.
È da sottolineare che, precedentemente all’attuale escalation, gli USA effettuarono tre voli di ricognizione con aerei del tipo RC-135 sabato 30 aprile, il 7 ed il 14 maggio 2005, alla stessa ora in cui l’EC-130 trasmetteva verso il nostro paese, con la probabile intenzione di provare l’effettività ed i parametri della nostra risposta all’aggressione televisiva. Gli aerei RC-135 erano anni che non agivano contro il nostro paese.
Mentre in forma ipocrita e realmente vergognosa, l’amministrazione statunitense, che con tanta rabbia applica l’embargo assassino contro il nostro popolo, offriva “pietosamente” a Cuba 50.000 dollari per mitigare i danni dell’uragano, i rappresentanti che appoggiano la politica del governo Bush presentavano al Congresso un progetto di Legge che proponeva di destinare alle trasmissioni contro Cuba 37.931.000 dollari per l’anno fiscale 2006 e 29.931.000 dollari per l’anno fiscale 2007, con il proposito, secondo il testo, “dell’acquisto, affitto, costruzione e miglioramento delle strutture di ricezione e trasmissione di radio e televisione, e per l’acquisto, affitto ed installazione dell’equipaggiamento necessario, compresi aerei, alla ricezione e alla trasmissione radio e televisione”.
Si è parlato anche della possibilità d’acquistare aerei tipo Boeing, con tecnologia simile a quella del EC-130J, per realizzare le future trasmissioni contro Cuba e si prevedono, tra l’altro, risorse finanziarie per acquistare spazi di trasmissione in stazioni di radiodiffusione in paesi dell’area vicini al nostro.
L’escalation nelle trasmissioni anticubane si produce nel mezzo dei disaccordi pubblici tra il Dipartimento di Stato e quello della Difesa riguardo all’impiego dell’aereo militare per trasmettere contro Cuba o il suo trasferimento nella zona del Medio Oriente. Quanto accaduto dimostra che sono prevalse le posizioni di Condoleeza Rice ed il proposito aggressivo dell’amministrazione statunitense, sotto la pressione, i compromessi e l’influenza della mafia terrorista di Miami.
Stordita nel suo delirio, un’ex portavoce della Fondazione Nazionale Cubanoamericana e difensora anche di Posada Carriles, finisce col segnalare impudicamente alla televisione di Miami che l’aiuto solidale del Venezuela a Cuba per mitigare gli effetti dell’uragano “consiste in migliaia di tonnellate di torri per bloccare le trasmissioni degli Stati Uniti, impianti per ricostruire tutte queste torri che servono per questo tipo di blocco ed, in aggiunta, nella tecnica di cui loro hanno bisogno per instaurare la repressione”.
Tanto aberrante visione, prevale nell’estrema destra statunitense, che ora minaccia con l’iniziare anche trasmissioni radiotelevisive contro il Venezuela, in risposta alla nascita di Telesur e per la solidarietà del governo venezuelano con Cuba.
Secondo il rappresentante repubblicano della Florida, Connie Mack, che ha proposto un emendamento sul tema, “la Giunta dei Governatori per la Trasmissioni potrebbe autorizzare l’inizio di trasmissioni radiotelevisive verso il Venezuela in forma simile alle attuali trasmissioni contro Cuba di ”Radio Televisione Martí”.
Con la stessa intensità con cui la Casa Bianca rafforza la sua guerra elettronica, a Miami le televisioni e le radio locali s’impegnano a trasmettere un’immagine di crisi e caos a Cuba, dove una situazione insostenibile porterà ad un’esplosione sociale. Così, chi ascoltasse questi terroristi mediatici si “convincerebbe” senza rimedio che alla Rivoluzione mancano poche ore. Ciò dimostra che non c’è modo di farli imparare le lezioni della storia.
Non è mancato nemmeno qualche corrispondente straniero all’Avana che si sia lasciato trascinare, consapevolmente o inconsapevolmente, dalla corrente di provocazione e insidia.
Quasi simultaneamente, il 13 luglio, a soli cinque giorni dal passaggio dell’uragano, con il pretesto dell’accidente del rimorchiatore successo undici anni fa – che fu sequestrato a mano armata da un molo per imbarcazioni ausiliari, e che dette luogo alla lamentabile morte di numerose persone, compresi donne e bambini, e della quale s'incolpò, in maniera infame,la Rivoluzione – circa venti individui che formano parte dei menzionati gruppuscoli, passando di fronte all’ospedale “Hermanos Ameijeiras”, hanno lanciato grida insultanti dando luogo alla pronta e indignata risposta dei residenti della zona e dei lavoratori del centro. Ciò ha reso necessaria la protezione da parte delle autorità dei provocatori.
Devo aggiungere un altro precedente. Quando il paese era coinvolto nella storica battaglia per la giustizia contro l’impero, denunciando l’entrata clandestina negli Stati Uniti, sotto la protezione della mafia cubano-americana e delle autorità di quel paese, di Posada Carriles – responsabile insieme ad Orlando Bosch della morte di 73 persone nella conosciuta strage delle Barbados – ed esigendo il suo arresto ed estradizione in Venezuela, l’Ufficio d’Interessi lavorava intensamente nell’organizzazione di un’ipotetica Assemblea di Difesa della Società Civile, convocata ufficialmente per il 20 maggio, data umiliante ed infausta della nostra storia.
Tutto era concepito e finanziato dal governo degli Stati Uniti.
La denuncia di Cuba formulata l’11 aprile e la riunione all’Avana di personalità di tutto l’emisfero per esigere l’estradizione in Venezuela del terrorista e denunciare l’Operazione Condor ed i mostruosi crimini commessi dalle dittature militari con la complicità del governo degli Stati Uniti – specialmente quando Bush padre era a capo della CIA e più tardi vicepresidente degli Stati Uniti, all’epoca della guerra sporca contro Nicaragua e lo scandalo Iran-Contras – poneva in difficoltà il governo Bush ed i suoi principali complici.
Prima dell’azione terrorista delle Barbados, i partecipanti all’Operazione Condor, Orlando Bosh e Posada Carriles erano responsabili dell’organizzazione ed elaborazione di crimini gravissimi contro importanti figure cilene e di altri paesi latinoamericani.
Era evidente il proposito della SINA e dei suoi assoldati di realizzare una provocazione contro le autorità rivoluzionarie cubane che allontanasse l’opinione internazionale dallo scandaloso complotto e dalla complicità tra Bush figlio ed il principale terrorista dell’emisfero, a cui questi portò via dalla prigione di Panama e gli permise successivamente di entrare negli Stati Uniti.
La presunta Assemblea in Difesa della Società Civile contò sulla presenza dell’Ufficio d’Interessi degli Stati Uniti e perfino ricevette un messaggio diretto di Bush e del gruppo terrorista di Miami. Anche lo stesso Posada Carriles inviò il suo appoggio e saluto all’Assemblea di Difesa della Società Civile. Tutti i dati e le rilevanze della grottesca e provocatoria riunione sono registrati e saranno opportunamente pubblicati. Il fatto è che l’equanimità ed il sangue freddo della Rivoluzione ha messo a terra la rozza manovra, non senza grandi sforzi per contenere l’indignazione della popolazione residente, che non poteva comprendere la ragione di quella tolleranza davanti a tale mercenaria e traditrice riunione.
Incoraggiati dall’apparente impunità della loro avventura, lo scorso venerdì 22 luglio, quando tutto lo sforzo si concentrava nella ricostruzione del paese, i “difensori della società civile” – spinti dall’Ufficio di Interessi e fortemente stimolati dai voli e dalle trasmissioni quasi giornaliere degli aerei militari e dai messaggi sovversivi che implicavano, unito alla credenza diffusa dalla mafia di Miami, dell’imminente collasso della Rivoluzione – si sono rinvigoriti per allestire una nuova provocazione; ma questa volta il popolo, indignato a causa di un così vergognoso atto di tradimento, si è interposto con le sue espressioni di fervore patriottico e non ha permesso di muoversi ad un solo mercenario. E così accadrà quante volte sarà necessario, sempre che traditori e mercenari oltrepassino di un millimetro ciò che il popolo rivoluzionario, il cui destino e la cui vita è in gioco di fronte all’impero più vorace, inumano e cruento della storia, sia disposto a permettere.
La proclamata dissidenza o supposta opposizione a Cuba non esiste che nella mente febbrile della mafia cubano - americana e dei burocrati della Casa Bianca e del Dipartimento di Stato. S’ingannano e s’intossicano da soli con le proprie menzogne.
Comprano gente opportunista, separata da ogni attività produttiva o servizio utile, molte volte persone vagabonde ed in non poche occasioni con barboni o delinquenti che non contano sulla stima e l’appoggio di nessuno. Si ripetono le circostanze nelle quali le autorità devono proteggerli: quando cercano d’inscenare qualche provocazione e la prima cosa che fa l’Ufficio d’interessi è convocare la stampa straniera. Lo stesso accadde quando invasero il paese con mercenari armati, molti di loro antichi batistianos, partendo dal presupposto che il popolo sarebbe insorto contro la Rivoluzione. A Cuba nessuno li conosce, vivono della pubblicità all’estero. La mafia terrorista ed il governo degli Stati Uniti si approfittano purtroppo delle facilità che ha offerto Cuba affinché numerose agenzie stampa internazionali ed organi di stampa risiedano ed informino da Cuba, senza alcuna restrizione da parte nostra affinché possano muoversi ed agire con intera libertà. Alcuni veramente lo fanno in assoluta complicità con l’Ufficio d’Interessi per disinformare ed ingannare il mondo sulla realtà cubana. Tutti sanno che nessun processo rivoluzionario ha mai avuto il consenso, l’appoggio schiacciante e la fiducia su cui conta la Rivoluzione Cubana, per la sua fermezza e lealtà ai principi, per il valore e lo spirito internazionalista e la solidarietà del popolo cubano.
Varrebbe di più che l’impero non si lasciasse trascinare da illusioni che lo conducano ad errori più gravi, perché nulla di quanto è successo in altre parti sarebbe paragonabile a ciò che succederebbe qui con quelli che tentassero di impadronirsi di Cuba.
Molto tempo fa, più di un secolo, Maceo li avvertì: raccoglieranno solo la polvere del nostro suolo inondato di sangue se non periscono nella contesa.
Oggi possiamo aggiungere: non potranno raccogliere nemmeno la polvere del nostro suolo e dovranno versare molto più sangue che in qualsiasi altro luogo del pianeta. Lo giuriamo!
Voglio approfittare dell’occasione per trattare altri temi di molto interesse per il nostro popolo.
Durante i primi sei mesi di quest’anno, il paese ha dovuto affrontare una difficile situazione risultata dalla siccità, dalla scarsità d’energia elettrica e, più recentemente, dalle conseguenze dell’uragano Dennis.
Come abbiamo già spiegato, i nemici della Rivoluzione, gioiosi, hanno voluto utilizzare questi fatti per affermare che Cuba attraversa una profonda crisi economica. Non hanno imparato niente su di noi e ancora una volta sottovalutano la capacità di resistenza e di lotta del nostro popolo.
La solida crescita che ha cominciato a mostrare la nostra economia sin dallo scorso anno, è stata rafforzata nel primo semestre del 2005, ciò che posso dimostrare con dati inconfutabili che vi esporrò di seguito:
Nel primo semestre, l’economia cubana è cresciuta un 7,3% e si stima una crescita di circa il 9% verso la fine dell’anno, partendo dalle positive tendenze che si apprezzano in quest’ambito.
Tale progresso fino a giugno si basa sull’incremento di 13 dei 22 rami dell’industria, tra cui spiccano: il settore della metallurgia ferrosa con il 15,5%, quello della metallurgia non ferrosa con il 9,2%, l’industria della grafica con il 21,7%, quella dei prodotti tessili con il 7%, l’industria alimentaria con il 3,6% e quella delle bibite e del tabacco con il 4,4%.
Le costruzioni crescono 8,2%, le comunicazioni 7,1%, il commercio 10% e il settore dei servizi 13,3%.
La produzione equivalente di petrolio grezzo e gas raggiunge circa 1,8 milioni di tonnellate, in pratica, quattro volte in più di ciò che si otteneva all’inizio del periodo speciale. Attualmente si spiega un importante sforzo per la perforazione e avvio della produzione di nuovi pozzi di petrolio e gas che offrano al paese un considerevole progresso nell’auto rifornimento energetico.
La raffinazione di grezzo è cresciuta del 9,2%. Ciò ha consentito un risparmio di 29,7 milioni di dollari per il totale di prodotti raffinati, in confronto con i prezzi internazionali. Il consumo di combustibile si è mantenuto invece a livelli simili a quelli dell’anno scorso.
La generazione d’elettricità si è ridotta del 4% a causa delle rotture negli impianti generatori, da una parte, e al prolungamento dei periodi di manutenzione degli stessi, danneggiando attività produttive e di servizi e la popolazione.
Si porta avanti un programma per il miglioramento delle reti elettriche del paese, a cui sono destinati addizionalmente 50 milioni di dollari e che è stato compiuto al 34% nei primi cinque mesi.
Il suddetto programma permetterà la riduzione dal 16,5% al 11% delle perdite complessive per distribuzione d’elettricità e l’incremento della qualità del servizio.
E’ in atto una profonda rivoluzione nella concezione della produzione e dell’uso dell’energia elettrica. Sono stati acquistati impianti ed equipaggiamenti per un valore pari a 282100000,00 dollari statunitensi, che sono in processo d’installazione; ciò permetterà, entro un anno, disporre di un milione in più di kilowatts di generazione elettrica.
Uso il dollaro nella mia spiegazione affinché possiate capire meglio i costi in valuta convertibile.
Alla cifra indicata di nuove capacità di generazione elettrica si aggiungeranno 200 mila kilowatts ottenuti da un nuovo impianto a ciclo combinato e dall’adattamento al consumo di gas accompagnante di un impianto termoelettrico, oggi paralizzato. Aggiungendo le citate nuove capacità al risparmio di non meno di un milione di kilowatts, che si raggiungeranno mediante l’investimento di oltre 250 milioni di dollari statunitensi, la produzione, i servizi, e le famiglie disporranno, a partire dal secondo semestre del 2006, di una capacità d’energia elettrica che raddoppierà quella odierna.
Insieme al problema elettrico si dovrà risolvere la necessità di combustibile domestico. Personalmente, come Presidente del Consiglio di Stato e del Governo, destino a questo problema una parte importante del mio tempo, e non esagero, anzi, sono piuttosto conservatore e parlo con riserva di possibilità addizionali.
E’ stato contrattato l’acquisto di oltre 3,1 milioni di pentole a pressione, 3,5 milioni di pentole elettriche per riso, 3,1 milioni di pentole a pressione elettriche, 3,8 milioni di fornelli elettrici e 1,1 milioni di ventilatori a 12 pollici.
Sono stati acquistati anche oltre 5,3 milioni di guarnizioni per frigoriferi, 650 mila termostati e 7 milioni di guarnizioni di gomma per caffettiere. Le attrezzature e accessori citati, che si distribuiscono adesso in modo progressivo e accurato, continueranno ad essere distribuiti durante il secondo semestre, secondo il programma previsto.
Nell’industria farmaceutica s’investono oltre 100 milioni di dollari. La produzione di questo settore cresce in modo sostenuto.
Si lavora nell’ampliamento e ristrutturazione degli impianti di yogurt di soia, per elevarne la capacità di produzione fino a un milione di litri al giorno, cifra che aumenterà progressivamente.
Si lavora e s’investe per processare 25 mila tonnellate annue di latte con cioccolato. Per il resto dell’anno si stima un livello di produzione pari a 12 tonnellate da distribuire tra la popolazione.
Il programma di produzione di caffé di qualità comprende l’introduzione e montaggio negli attuali impianti di torrefazione di 30 macchinari per l’imballaggio, 2 nuovi impianti per la tostatura del caffé e 7 mulini; il suddetto equipaggiamento è ormai contrattato. In agosto comincerà la distribuzione del caffé di qualità in alcune province a partire dalla capacità installata.
Per ampliare, garantire e assicurare il magazzinaggio di cereali e leguminose è stata iniziata la costruzione di capacità per mezzo milione di tonnellate in silos metallici d’ottima qualità.
Si lavora anche nell’ampliamento delle capacità di produzione di pasta.
Saranno ampliate altresì le attuali industrie del Potere Popolare per la produzione di pastasciutte e saranno montate 15 nuove fabbriche simili.
Nei vecchi zuccherifici “Noel Fernández” (Camaguey) e “Marta Abreu” (Cienfuegos) saranno montate 2 nuove fabbriche di pasta. Si aggiungerà una nuova linea di pasta nella fabbrica Vita Nuova per la produzione di 750 kg all’ora, e sarà modernizzata la fabbrica di pasta Buona Sera di Santiago de Cuba. La capacità complessiva di produzione di pasta lunga e corta sarà di 70 mila tonnellate. E’ previsto l’acquisto di 2 nuovi impianti per l’elaborazione del cacao con capacità pari a 25 mila tonnellate ciascuna.
Questa decisione, oltre a soddisfare il fabbisogno nazionale, consentirà la produzione di grasso di cacao d’alta qualità da esportare e di altri derivati del cacao.
Come parte della politica di rafforzamento dell’alimentazione del nostro popolo, si porta avanti un programma per incrementare la produzione di uova. L’obiettivo è quello di raggiungere nel 2006 una produzione di oltre 2200 milioni di unità.
Per sfruttare al massimo l’aumento nella disponibilità di carne di maiale è stato approvato un insieme di investimenti.
Si lavora nel recupero della capacità di produzione di carne di maiale per raggiungere nel 2006 una produzione totale di 80 mila tonnellate di carne di maiali vivi e preparare le basi per raggiungere 100 mila tonnellate nel 2007.
Saranno ampliate in modo considerevole le aree di piantagioni protette e semiprotette per la produzione di vegetali d’alta qualità per il consumo nazionale e l’esportazione.
La produzione di nichel raggiunse nel primo semestre 38200 tonnellate. Ciò costituisce un incremento rispetto l’anno precedente. Le esportazioni di questi prodotti sono state le fonti più importanti di entrate per il paese, con un guadagno pari a 545 milioni di dollari nel primo semestre.
L’arrivo di visitatori al paese fino al 30 giugno, in confronto con l’anno scorso è cresciuto del 8%. Secondo le previsioni entro la fine dell’anno si deve raggiungere la cifra di 2.300.000 visitatori.
Le entrate provenienti dal turismo sono cresciute dell' 11% rispetto all’anno precedente, con un livello d’occupazione lineare del 66,9%.
Durante il 2005 si prevede di mettere in funzione 4 nuovi hotel che apporteranno al turismo internazionale 1.921 camere.
L’industria elettronica raddoppia la produzione di software e televisori.
Nel semestre sono cresciute le produzioni di cemento di un 20,8% e delle barre d’acciaio di un 5%.
Con il proposito di dare una risposta alle necessità più urgenti in modo d’aumentare la nostra capacità costruttiva, sono stati approvati investimenti, ormai in via d’esecuzione, per 62 milioni di dollari, che incrementeranno di un 51% la produzione di sabbia, di un 74% quella di pietra, di un 59% quella di blocchi e di un 49% quella degli elementi per i pavimenti.
Nel 2005 sono state ormai costruite 1.300 abitazioni. Nel resto dell’anno sarà riparata la maggior parte delle abitazioni parzialmente danneggiate dall’uragano Dennis, si costruiranno non meno di 10.000 nuove in sostituzione di quelle totalmente distrutte e si proseguiranno i piani già iniziati e di nuove costruzioni per necessità più urgenti, fino a raggiungere un’addizionale di non meno di 30.000.
Sono già contrattati o in via di contrattazione i materiali necessari per un 100.000 nuove abitazioni per l’anno 2006 che costituirà, con un ampio margine, la cifra più alta nella nostra storia.
Non è compreso in questa cifra un numero elevato di ristrutturazioni. Tutto dipenderà dal nostro sforzo umano.
La peggiore siccità, da quando esistono i registri, ha colpito il paese dall’anno 2003 fino al maggio del 2005. L’impatto economico della stessa si stima in più di 1.2 miliardi di dollari.
Per affrontarla sono stati investiti in opere idrauliche, fino al 2004, 183 milioni di dollari e quest’anno si calcola di effettuarne per una cifra addizionale di 60 milioni.
Allo stesso modo è stato necessario investire in spese correnti più di 70 milioni di dollari che comprendono 28.000 tonnellate di diesel e 14.000 di benzina, soprattutto per portare acqua alle popolazioni colpite, che nei momenti più critici raggiunsero più di 2 milioni d’abitanti, arrivando a servire acqua con le cisterne a circa 2 milioni di persone.
Per la vitalità dell’economia è indispensabile la rianimazione del trasporto pesante, seriamente colpito in questi anni di periodo speciale.
Il periodo speciale e l’embargo degli Stati Uniti hanno colpito duramente il trasporto ferroviario quasi fino al punto di farlo arrivare al collasso.
Durante il presente anno s’investono con urgenza circa 40 milioni di dollari nel trasporto ferroviario pesante. Sono stati riparate già 32 locomotive e mille vagoni da carico. Nei prossimi mesi dovrebbero essere riparati altre 18 locomotive e quasi mille vagoni addizionali per trasportare sabbia e cemento per le opere della Battaglia di Idee ed il programma di costruzione delle abitazioni.
Sono state acquistati in Cina 12 nuove locomotive che arriveranno a novembre.
I carichi trasportati dalle ferrovie sono cresciuti di 47.900 tonnellate rispetto al primo semestre dell’anno scorso.
Nel caso del trasporto pesante su gomma si sono riparati e messi in strada 486 camion che erano fermi.
Il parco macchine del Ministero dei Trasporti ha trasportato, nel semestre, 66.100 tonnellate in più rispetto allo stesso periodo del 2004.
Sono state acquistate o sono in fase d’acquisto attrezzature portuali, metalli per vie ferroviarie ed attrezzature e ricambi per camion, per più di 15 milioni di dollari.
Sono stati stipulati contratti con la Cina per l’acquisto di mille autobus moderni per il trasporto a distanza, dotati di motori molto efficienti nell’uso del combustibile.
Ne sono arrivati ormai 200, che s’impiegano per necessità vitali.
Quest’anno si calcola di trasportare quasi 3 milioni di passeggeri in più del previsto.
S’impone inevitabilmente il riesame delle tariffe, dato che l’elevato costo del combustibile e delle attrezzature renderebbero totalmente impossibile prestare questo servizio con i prezzi storici.
Nel settore della salute, gli investimenti hanno ricevuto un importante spinta durante il primo semestre, come mai si è potuto fare in passato.
Sono state finite le 448 sale di riabilitazione di cui aveva bisogno il paese e sono stati interamente ristrutturati 123 poliambulatorii.
Dei 444 poliambulatorii esistenti, la quasi totalità dispone ormai di elettrocardiografi, 396 per la prima volta hanno ricevuto apparecchi di ultrasuono con tre trasduttori e 115 contano su nuovi apparecchi di raggi X. In ognuno di essi sarà installato il servizio d’endoscopia; ognuno dispone di 4 computer e una biblioteca e 368 sono stati connessi ad Internet.
Da gennaio del 2004 si contano nei comuni, che ne avevano bisogno, 118 sale di terapia intensiva, dove fino a febbraio 2005 si sono curati 42.561 pazienti, salvando la vita di 13.025, il 92% dei quali presentavano rischi imminenti di morte.
Le cliniche odontoiatriche hanno ricevuto 851 nuovi apparati.
Sono in processo ristrutturazione, ampliamento ed equipaggiamento più di 50 ospedali, per fornire un servizio superiore a pazienti nazionali e stranieri.
Il programma è iniziato nel 2004 con un costo calcolato in 835 milioni di dollari, comprendente attrezzature d’ultima generazione, valutate in circa 400 milioni di dollari.
Tra le attrezzature d’alta tecnologia ci sono oggi a disposizione 27 tomografi computerizzati a un taglio, disponibili ormai in tutte le province del paese, 9 a 64 tagli, 8 impianti di risonanza magnetica e 8 apparecchi di ultrasuono tridimensionale che a Cuba si impiegheranno per la prima volta.
Contemporaneamente, il programma comprende la costruzione di 44 alloggi ospedalieri con un totale complessivo di 6.866 camere. Si useranno per il servizio internazione di salute anche numerosi alberghi tre o quattro stelle.
Il paese conta sulla capacità di operare e prestare servizio in tutti i rami dell’oftalmologia a centinaia di migliaia di pazienti, 100.000 fratelli venezuelani lo riceveranno quest’anno, fino a ieri, 25 luglio, erano stati operati 25.024 pazienti di questo paese ed una cifra simile di cubani.
Non meno di 15 mila cittadini della comunità dei Carabi lo riceverà tra la seconda quindicina di luglio 2005 e giugno 2006. Il Venezuela e Cuba hanno offerto di prestare questo servizio anche ad altri 100.000 latinoamericani nello stesso periodo. Si tratta di una prodezza solidale ed umana senza precedenti nella storia umana.
La rivoluzione educativa che porta avanti il nostro paese nell’ambito della Battaglia di Idee ha prodotto un salto di qualità egualmente senza precedenti nel processo docente ed educativo.
In questa sfera, si è conclusa la ristrutturazione totale di 111 grandi scuole e si continua a lavorare in altre 56, così come in 5 Istituti Pedagogici.
Allo stesso modo si è iniziata la ristrutturazione di 25 politecnici informatici, con capacità per 40.000 alunni, così come di 15 licei della provincia dell’Avana sul totale dei 40 che riceveranno questi miglioramenti. Il costo di questi programmi ammonta a più di 120 milioni di dollari.
Sono stati finiti nel semestre 118 Club Giovanili per un costo di 21 milioni di dollari.
Fino al termine del presente corso sono state terminate 1.197 opere per il programma della Battaglia di Idee di cui beneficiano 503.174 studenti.
Si lavora alla riparazione totale di 16 EIDE (N.d.T. Scuole Medie Sportive), ad un costo superiore ai 14.600.000 dollari. Una è già stata terminata e 113 sono in fase di costruzione.
Sono state incrementate 20 sedi universitarie nelle prigioni, con 590 nuovi studenti.
Come prova delle potenzialità della nostra economia, nel mese di maggio è stato incrementato il salario minimo da 100 a 225 pesos, beneficiandone 1.657.191 lavoratori che rappresentano il 54% degli impiegati statali, con un costo annuale di 1.065 milioni di pesos. Ciò ha fatto salire il salario medio, a fine del primo semestre, a 334 pesos rispetto ai 282 di fine 2004.
Nel mese di luglio sono aumentati i salari nei settori della sanità e dell’istruzione, beneficiandone 857.400 lavoratori con un costo annuale di più di 523 milioni di pesos.
Nella Previdenza Sociale sono state aumentate le pensioni a 1.468.000 persone, più del 97% del totale.
Nell’Assistenza Sociale 476.512 persone hanno ricevuto un incremento delle pensioni pari a 50 pesos mensili.
Entrambe le misure rappresentano un costo annuale di 1,19 miliardi di pesos.
Delle misure segnalate hanno tratto profitto 4.4 milioni di persone, che rappresentano il 30,9% della popolazione, con un costo annuale di 2.78 miliardi di pesos. Poi si continuerà ad aumentare il salario in altri settori.
Rispetto allo stesso periodo del 2004, durante il primo semestre le esportazioni di beni e servizi sono cresciute di un 26,3%.
Il saldo favorevole nel commercio dei servizi permette compensare lo sbilancio nell’interscambio di beni, raggiungendosi un discreto saldo positivo della bilancia commerciale, superiore anche a quello ottenuto l’anno precedente.
Nell’esportazione di beni spiccano per la loro importanza il nichel, i farmaci generici e bio tecnologici, i sigari e lo zucchero, mentre nei servizi svolgono un ruolo decisivo quelli medici ed il turismo.
I suddetti risultati si ottengono nel bel mezzo di un processo di riordinamento dell’attività del commercio estero in cui il numero di imprese autorizzate ad importare si è ridotto da 192 a 89 e il 67% delle importazioni totali del paese si concentrano in 23 entità, riducendosi inoltre del 26% la partecipazione di intermediari negli ultimi due anni.
Rispondendo ad una politica economica che assicurasse la soddisfazione degli interessi sociali e delle priorità fondamentali del paese, si è adottato un insieme di misure nella sfera monetaria tendenti al rafforzamento della moneta nazionale. Verso la meta del 2003 si elimina il dollaro nelle operazioni commerciali tra imprese e si crea un controllo dei cambi nella Banca centrale per le operazioni esterne. In novembre del 2004, come risposta alle minacce del Governo degli Stati Uniti, si elimina la circolazione del dollaro anche nella rete dei negozi in valuta e si applica una penalizzazione del 10% alle operazioni di cambio di questa moneta, misura che è stata instaurata offrendo il massimo di facilità alla popolazione e senza interessare i loro depositi bancari.
All’inizio del presente anno queste azioni si completano mediante una rivalutazione del 7% del peso cubano rispetto al peso cubano convertibile, incrementando così il potere d’acquisto del peso cubano nella rete dei negozi in valuta. Addizionalmente il peso cubano convertibile è stato rivalutato di un 8% rispetto al dollaro e ad altre valute.
Queste misure hanno rafforzato la nostra sovranità monetaria ed hanno propiziato una maggiore equità tra i ceti della popolazione che ricevono entrate in diverse monete. Adesso ogni moneta che circola è emessa dalla Banca centrale di Cuba, diversamente da quanto avveniva nel passato, quando una parte di esse era emessa da un’autorità monetaria di un paese che mantiene un ferreo embargo contro Cuba.
Alcuni effetti pratici sono stati: un incremento del risparmio in pesos cubani del 32% rispetto a settembre dell’anno passato, ciò che dimostra maggiore fiducia nella moneta nazionale, l’aumento della proporzione di depositi in pesos cubani convertibili sul totale dei risparmi in valuta che dal 20% passa al 50% del totale, un notevole incremento della valuta raccolta dalla Banca Centrale.
Inoltre, si è riusciti a diminuire sostanzialmente la partecipazione del dollaro sul totale delle entrate di banconote estere nel paese. Nel passato, la partecipazione del dollaro eccedeva il 90%, mentre ora si mantiene all’incirca sul 30%, ciò che riduce sostanzialmente il rischio derivato dalle minacce del Governo degli Stati Uniti.
Dall’anno in corso è stata stabilita una centralizzazione razionale delle decisioni relative all’impiego delle valute. L’autorizzazione per queste transazioni bisogna ottenerla prima di contrarre le obbligazioni, il che ha significato una maggiore effettività nelle contrattazioni e più sicurezza nell’adempimento degli accordi di pagamento.
Ciò ha contribuito considerevolmente alla lotta contro i reati e la corruzione e, tra l’altro, ha permesso di prendere importanti decisioni per eliminare intermediari commerciali non rappresentativi nel commercio internazionale, la cui attività originava un incremento sproporzionato dei prezzi delle merci e dei servizi che il paese acquista dall’estero. Mediante questo processo si sono concentrati nella Banca Centrale le entrate in valuta dello Stato e la possibilità di poter disporre delle stesse, il che ha rafforzato in modo rilevante le capacità negoziatrici dello Stato socialista, con i conseguenti benefici nella gestione commerciale e finanziaria. Allo stesso modo è stato possibile adempiere gli obblighi derivati dai nuovi impegni finanziari esteri e dai debiti rinegoziabili, con accesso a nuovi finanziamenti in condizioni più vantaggiose.
Infine, come parte degli accordi derivati dall’ALBA, è stata creata una filiale bancaria di una banca cubana in Venezuela ed è stata autorizzata l’apertura di una filiale di una banca venezuelana a Cuba.
Per la prima volta dall’inizio del periodo speciale, nel 2004 il saldo delle operazioni correnti è stato sovreccedente, dovuto principalmente al notevole incremento dei servizi esportati. Si prevede per il presente anno un risultato più favorevole partendo dalle maggiori entrate dei servizi prestati.
Le vendite nei negozi con riscossione in valuta si stimano raggiungano, alla chiusura di giugno, una cifra superiore del 6,1% a quella dell’anno scorso.
L’accordo tra la Repubblica Bolivariana del Venezuela e la Repubblica di Cuba, sottoscritto secondo i principi dell’ALBA, ha costituito un considerevole progresso nel cammino dell’unità e della vera integrazione tra i popoli dell’America Latina e dei Carabi. L’accordo “Petrocaribe” costituisce un altro passo straordinario ed un vero esempio di fratellanza e solidarietà tra i popoli.
L’interscambio commerciale tra Venezuela e Cuba quest’anno aumenterà a non meno di 3 mila milioni di dollari.
Nel 2005, Venezuela e Cuba saranno, senza dubbio, i due paesi dell’emisfero che raggiungeranno la più grande crescita economica.
Per questi nobili, costruttivi e pacifici sforzi, il governo imperialista accusa il Venezuela e Cuba, Chávez e Castro, di destabilizzare e sovvertire i paesi della regione.
Davanti a simili imputazioni contro il Venezuela e Cuba, se il Presidente Chávez fosse d’accordo, un giorno come oggi sarebbe l’occasione propizia per rispondere: Condannateci, non importa, la storia ci assolverà!